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Sciopero dei taxi, caos nelle città

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Continua lo sciopero dei taxi in Italia. I tassisti si sono fermati martedì 5 luglio e continuano a farlo oggi 6 luglio paralizzando il servizio. 

La protesta riguarda l’articolo 10 del ddl Concorrenza, uno dei progetti più importanti del PNRR che l’Italia deve attuare pena la mancata erogazione dei fondi europei da Bruxelles. Secondo i tassisti, l’articolo incriminato rischia di “delegittimare il settore a favore delle multinazionali“. ”Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber” recitava uno striscione alla  manifestazione romana dei tassisti. Il riferimento è al noto servizio di trasporto privato, sul modello americano, che i tassisti vedono come forma di concorrenza sleale.

taxi sciopero 6 luglio 2022taxi sciopero 6 luglio 2022
Foto Ansa/Luca Zennaro

Ma il Governo Draghi non sembra avere alcuna intenzione di cedere. Per bocca della viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, ribadisce che “non c’è l’intenzione di stralciare l’articolo 10 del Ddl Concorrenza“. Resta comunque la disponibilità “a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare“.

Taxi introvabili in città

La protesta dei taxi ha visto migliaia di conducenti di auto bianche sfilare per le strade del centro di Roma il 5 luglio, paralizzando il traffico. Si sono svolti gli interventi finali dei sindacalisti dal palco, ma poi tutto è degenerato. Quando parte dei tassisti si è diretta sotto Palazzo Chigi ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine e lancio di bottigliette di plastica. Notevoli i disagi per chi oggi 6 luglio era alla ricerca di un taxi. Il servizio appare bloccato in tutte le maggiori città italiane. Da Palermo a Milano, da Genova a Torino e a Napoli. In molti hanno ripiegato sui mezzi pubblici o su Uber.

La polizia ferma i tassisti davanti a Palazzo Chigi il 5 luglio. Foto Ansa/Massimo Percossi

La posizione dei tassisti

Il ddl Concorrenza è in commissione alla Camera, ricorda l’Ansa. Gli emendamenti attendono i pareri del Governo ma i nodi, tra cui quello dei taxi, l’esecutivo li affronterà solo la prossima settimana. “I tassisti si sono fermati perché vogliono che il Parlamento si assuma la responsabilità di discutere con i sindacati, i Comuni e le Regioni su come migliorare il servizio . Così il leader di Unica Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe. “I taxi sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni. Il tentativo è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il Governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente. I tassisti difenderanno il loro lavoro. Non permetteremo un regalo alle multinazionali. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega“.

Teresa Bellanova (Iv), viceministra alle Infrastrutture. Foto Ansa/Maurizio Brambatti
Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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