In occasione dell’Angelus di domenica 10 luglio, Papa Francesco incentra la sua riflessione sulla compassione verso i più deboli. Partendo dalla Parabola del Buon Samaritano, il Santo Padre esorta tutti a “toccare e vedere” gli altri con cura e amore. Un messaggio di vicinanza particolare, inoltre, a tutti i popoli che soffrono a partire dalle terre di Libia, Sri Lanka e Ucraina.
La riflessione che precede l’Angelus di domenica 10 luglio si incentra sulla compassione. Il Santo Padre chiede a ciascun fedele di sentirsi ispirato da questo sentimento che Dio, per primo, prova per ogni nostro problema. Un’esortazione alla vicinanza reale e concreta verso chi soffre e lancia la sua richiesta d’aiuto.
Le parole di Papa Francesco, come ogni domenica, scaturiscono dal Vangelo odierno che, in questa occasione, affronta la Parabola del Buon Samaritano. Il Pontefice chiede di non essere come il sacerdote e il levita (addetto al culto del tempio) che passano avanti senza soccorrere l’uomo ferito; il Santo Padre esorta a fermarsi sempre, proprio come il buon samaritano.
La riflessione sulla compassione prima dell’Angelus
“Un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione” così, come ricorda Papa Francesco, recita la Parabola del Buon Samaritano. Un uomo, disteso a terra picchiato e derubato dai briganti, non viene soccorso da un sacerdote e da un levita che gli passano accanto con indifferenza, ma trova aiuto presso il samaritano che lo guarda con compassione. È questo sentimento che anima tutta la riflessione di Papa Francesco in occasione dell’Angelus di domenica 10 luglio 2022 in Piazza San Pietro. Ai fedeli in ascolto, il Santo Padre chiede di essere ispirati dall’atteggiamento del samaritano, lo stesso che nasce dall’azione di Dio, il quale ogni giorno guarda ad ogni nostro problema con compassione.
Interessante l’approfondimento su questo tema che, come spesso tiene a sottolineare il pensiero Cristiano evidenziando l’etimologia del termine (dal latino: cum insieme patior soffro), indica come il Signore sia vicino ad ogni turbamento umano. Un altro aspetto, sottolineato dall’evangelista e ripreso da Papa Francesco, è l’essere in movimento, in cammino. Infatti, il samaritano era in viaggio verso i suoi progetti; eppure si ferma a soccorrere. Ed è da questo concetto che il Santo Padre specifica come i primi discepoli fossero chiamati i “discepoli della via“; ovvero coloro che, durante la loro strada (il loro percorso di vita), scorgono una richiesta di aiuto e si fermano a soccorrere, animati da compassione. “Il Signore ci insegna a guardare alla meta finale, ma guardando ai passi che si compiono, qui e adesso, per arrivarvi“.
“Vedere e avere compassione“
È importante non sentirsi mai “arrivati” ma avere voglia di imparare ogni giorno “Mettendosi – come sottolinea il Papa – al seguito del Signore Gesù che disse: ‘Io sono la via, la verità e la vita‘ “. Come il Signore, sempre in cammino, anche il Cristiano deve andare per la strada, visitare i malati, prendersi cura degli indifesi e amare il prossimo. Papa Francesco rivela, ancora, che il samaritano ci insegna a “vedere e avere compassione“; ovvero a non essere chiusi nel nostro egoismo, ma a guardarci intorno e aprire gli occhi verso gli altri.
“Il Vangelo ci educa a vivere la realtà. Superando, giorno dopo giorno, preconcetti e dogmatismi“. E in questo contento, il Santo Padre invita a fare una preghiera: “Signore che io veda, che io abbia compassione. Come tu vedi me e hai compassione di me“. Papa Francesco, invita a vedere e avere compassione sempre. “Se tu dai l’elemosina senza toccare e senza guardare gli occhi della persona bisognosa, quella elemosina è per te, non per lui“. Ma se si è disposti a comprendere, accogliere e curare il dolore dei fratelli, solo così si potrà seguire la strada giusta dell’amore cristiano.
Le suppliche per i popoli che soffrono
E il Santo Padre torna sul concetto di compassione e di attenzione verso l’altro anche al termine della preghiera dell’Angelus. Prima dei saluti finali, infatti, mostra la sua vicinanza ai popoli del mondo che vivono attualmente crisi profonde. “Imploro coloro che hanno autorità di non ignorare il grido dei poveri e le necessità della gente“, questa l’invocazione di Papa Francesco affrontando la questione dello Sri Lanka.
Un pensiero speciale rivolto poi anche alla Libia: “Esorto tutti a cercare nuovamente soluzioni convincenti, con l’aiuto della comunità internazionale, attraverso il dialogo costruttivo e la riconciliazione nazionale“. Ed immancabile, anche in questa occasione, il pensiero per il popolo ucraino che continua a fare le spese della guerra brutale. “Prego per tutte le famiglie, specialmente per le vittime, i feriti, i malati; prego per gli anziani e per i bambini. Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra!“.
Let us ask the Lord to help us overcome our selfish indifference and put ourselves on the Way. Let us ask him to have compassion on those who suffer and are in need, to draw near to them and do what we can do to give them a hand. #GospelOfTheDay (Lk 10:25-37)
— Pope Francis (@Pontifex) July 10, 2022