Domiziano si ‘riprende’ Roma, la mostra ai Musei Capitolini
Da oggi 13 luglio e fino al 29 gennaio 2023, la mostra dedicata all’ultimo imperatore della gens Flavia a Villa Caffarelli sul Campidoglio
Si intitola Domiziano imperatore. Odio e amore, la mostra inaugurata oggi 13 luglio presso i Musei Capitolini. E’ un ritorno a Roma per l’ultimo imperatori dei Flavi dopo che questi capolavori erano stati ospitati a Leiden, nei Paesi Bassi. Un’esposizione che durerà fino al 29 gennaio 2023 che vede una doppia regia internazionale. Da un lato la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall’altro proprio il Rijksmuseum van Oudheden della città olandese.
La nuova sede espositiva dei Musei Capitolini, Villa Caffarelli, torna con una grande mostra di archeologia romana. Il protagonista è l’imperatore Domiziano – che diviene tale a 30 anni – che ultimo dei Flavi gode di una “pessima stampa contraria“.
E quindi di una storiografia che non gli ha reso giustizia impegnata in una violenta damnatio memoriae voluta dal Senato. Come hanno riportato da Svetonio e Cassio Dione, questa ha comportato l’abbattimento delle statue che lo ritraevano e l’erasione del suo nome dalle iscrizioni pubbliche. Il percorso espositivo – composto da 15 sale, prova a rimettere la storia vera al centro. Domiziano era una figura complessa: principe e tiranno, non compreso dai contemporanei e successivamente dai posteri. L’analisi delle fonti materiali – in particolare epigrafiche – ha restituito una verità diversa. Un imperatore attento alla buona amministrazione e al rapporto con l’esercito e con il popolo. Come pure devoto agli dei e riformatore della moralità degli uomini; il contrario della formula autocratica “dominus et deus”. Che alimentò il clima di sospetti e terrore che portò alla congiura in cui perse la vita.
Domiziano, da Leiden ai Musei Capitolini – Villa Caffarelli
La mostra romana è il compimento del viaggio ideato da Wim Weijland, Nathalie de Haan, Eric M. Moormann, Aurora Raimondi Cominesi e Claire Stocks nell’esposizione olandese dal titolo God on Earth. Emperor Domitian, – ospitata a Leiden dal 17 dicembre 2021 al 22 maggio 2022 – cui la Sovrintendenza Capitolina aveva naturalmente partecipato con importanti prestiti. Oggi l’imperatore ritorna a Roma. Nuove opere ampliano il raccontano e traggono forza narrativa ulteriore da un diverso spazio espositivo nel cuore di un luogo fortemente legato all’imperatore e da lui restaurato lussuosamente. Dopo l’incendio dell’80 d.C, ad opera di Domiziano riprese vita il Tempio di Giove Capitolino, sulle cui fondamenta è stata costruita Villa Caffarelli. L’esposizione curata da Claudio Parisi Presicce, Maria Paola Del Moro e Massimiliano Munzi, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione affidata a Zètema Progetto Cultura.
Il valore delle opere dei Musei Capitolini
Il racconto della vita di Domiziano è affidato alle 58 opere provenienti dalla mostra di Leiden e alle 36 aggiunte per l’edizione romana. Si passa dai ritratti in marmo ed in bronzo di personaggi imperiali e di divinità, agli elementi di decorazione architettonica, senza dimenticare i marmi bianchi e colorati, o gli oggetti di piccole dimensioni in oro e bronzo. Usualmente molte delle opere della Sovrintendenza Capitolina non sono esposte al pubblico. Tra queste spiccano due opere poco note provenienti dallo stadio di Domiziano: il torso della statua di Ermete che si slaccia un sandalo, visto solo nella mostra Lisippo a Palazzo delle Esposizioni nel 1995, e la testa di giovane satiro ridente coronato di pino.
Numerosi i musei che hanno collaborato: British Museum di Londra, Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, Musée du Louvre di Parigi, Nederlandsche Bank, Rijksmuseum van Oudheden di Leiden, Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, Glyptothek di Monaco, Musei Vaticani, Museo Archeologico dei Campi Flegrei e quello di Napoli. Hanno contribuito su Roma il Museo Nazionale Romano, e poi il Parco Archeologico di Ostia e del Colosseo – Antiquarium Palatino.
Prima opera e icona dell’esposizione, a Leiden come a Roma, è il celebre ritratto di Domiziano conservato nei Musei Capitolini. Da esso parte il percorso espositivo sviluppato lungo cinque grandi tematiche: Domiziano, imperatore e caro agli dei; l’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinastica; i luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di Albano; l’intensa attività costruttiva a Roma; l’impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione.
Domiziano imperatore. Odio e amore: l’esaltazione dei Flavi
Colpisce la galleria dei ritratti che mostra l’evoluzione dell’iconografia di Domiziano nel tempo. Come il padre Vespasiano e il fratello Tito, nonché le Auguste Giulia figlia di Tito e Domizia Longina, le cui ricercate acconciature sono emulate dalle dame di età flavia, ma anche la sua familia allargata, composta da liberti e schiavi. Il concetto di continuità dinastica dominò gran parte delle azioni di Domiziano. Da qui nasce l’esaltazione della gens Flavia: la seconda dinastia imperiale romana, che detenne il potere dal 69 al 96 dopo Cristo. Una famiglia della classe media, d’origine modesta, giunta poi all’ordine equestre grazie alla militanza fedele nell’esercito. Di qui quell’esaltazione visibile attraverso l’erezione di archi onorari al fratello divinizzato e, sul luogo in cui sorgeva la casa natale, mediante la costruzione del Templum Gentis Flaviae.
Domiziano tra luoghi privati e pubblici
Poi la mostra esplode la tematica dei luoghi di Domiziano e della sua famiglia: quelli privati dal Quirinale, il colle sul quale l’imperatore nacque, alle ville fuori Roma, passando per il Palazzo imperiale sul Palatino, opera dell’architetto Rabirio, nel concetto del lusso flavio, ottenuto con il massiccio impiego di marmi colorati. Ma i luoghi del potere sono anche pubblici: e Domiziano si spende in un’intensa attività edilizia sviluppata sia nella ricostruzione degli edifici distrutti dall’incendio dell’80 d.C., sia nella realizzazione di nuovi monumenti funzionali alla propaganda imperiale. Sarà possibile avere la percezione di questo un video immersivo realizzato appositamente per la mostra e destinato a diventare uno dei prodotti della comunicazione del Museo dei Fori Imperiali.