Dall’Arci all’Azione cattolica: “No alla crisi, Draghi resti al suo posto”
Appello dello stesso tenore dai rettori delle Università, dopo quello di molti sindaci e degli imprenditori
Prima quello di centinaia di sindaci e imprenditori, ora un appello corale dal mondo dell’associazionismo laico e cattolico italiano arriva al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il premier ritiri le sue dimissioni, è il senso del messaggio, e vada avanti.
Giornata decisiva, oggi 18 luglio, per il M5S, che la crisi di Governo l’ha aperta: riunione urgente, il gruppo è diviso. Il tutto nelle ore in cui il mondo dell’associazionismo lancia un “appello al presidente del Consiglio Mario Draghi e alle forze politiche che l’hanno sostenuto affinché si scongiuri una crisi di Governo“. In un documento si esprime “profonda e sincera preoccupazione” perché “la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non hanno bisogno di una crisi: ne uscirebbero ancora più compromesse“.
A firmare la lettera aperta a Draghi alcune delle maggiori realtà del volontariato e dell’associazionismo nazionale. Si va da Acli, Arci e Azione Cattolica a Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente. A cui si aggiungono Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l’Unità. Molto probabilmente altre sottoscrizioni arriveranno a breve. Non appare casuale che l’appello giunga dopo che si è messa in moto la richiesta siglata da circa mille sindaci italiani a Draghi affinché “resista” e non abbandoni il suo ruolo di premier. Un simile appello è già stato fatto anche da diversi imprenditori.
Draghi, la lettera dei rettori
Dicono la loro anche i rettori degli atenei. “Caro presidente Draghi, l’Università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima” scrive in una lettera al Corriere della Sera il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, Ferruccio Resta. La lettera è incentrata sui giovani. “Con la pandemia hanno vissuto momenti di grande incertezza. A loro dobbiamo restituire la fiducia nel futuro“. Questo, prosegue il rettore del Politecnico di Milano, “è il momento della responsabilità“. “Grazie ai fondi del Next Generation EU, è un momento positivo, di grande slancio. Non permettiamo ai venti della politica di cambiarne la rotta. Una barca senza timone va alla deriva“, conclude Resta.
M5S, il redde rationem
La crisi di Governo raggiungerà il suo culmine mercoledì 20 luglio, quando Draghi parlerà alle Camere. In vista di questo appuntamento, riprenderà in formato digitale (via zoom), nel primo pomeriggio di oggi 18 luglio, la riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato del Movimento Cinque Stelle. E se dall’opposizione Fratelli d’Italia chiede a gran voce elezioni anticipate, dalla Lega, che fa parte del Governo, arrivano bordate al Centrosinistra. “Basta con l’indegno teatrino di Cinque Stelle e PD” afferma il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana. “Come ha spiegato giovedì il presidente Mario Draghi, non c’è più il patto di fiducia su cui era nato questo Governo. Il Parlamento è ormai completamente delegittimato. Si ridia la parola agli italiani“.