Elezioni politiche generali in Italia il 25 settembre 2022; prima riunione delle nuove Camere il 13 ottobre. Sulla Gazzetta Ufficiale i decreti per lo scioglimento del Senato e della Camera e la convocazione dei comizi.
Potrebbe sembrare un periodo relativamente breve. Non lo sarà. Dopo la nascita del nuovo Parlamento occorreranno altre settimane per la formazione del nuovo Governo. Nel 2018 ci vollero 3 mesi. Per questo è probabile che Mario Draghi contini a guidare l’Italia, alla testa di un Governo dai poteri dimezzati, per altri 4 mesi. L’esecutivo sarà in carica solo per “il disbrigo degli affari correnti“: in pratica con le mani legate.
Lo scioglimento del Parlamento è stata una scelta “inevitabile” per il Presidente della Repubblica. Il voto del Senato del 20 luglio sulla fiducia al Governo Draghi, e, soprattutto, le modalità di quel voto, hanno reso chiaro che non c’era spazio per altre maggioranze. Sergio Mattarella è fortemente contrariato. Per l’addio di Draghi, ma anche e soprattutto per come il Parlamento ha trattato il premier, di fatto silurandolo. Non è difficile immaginare che Mattarella, come usò il pugno di ferro imponendo l’ex capo della Bce ai partiti nel febbraio 2021, così, dopo le prossime elezioni, non perderà tempo e non farà sconti a nessuno.
“Elezioni? Sì ma c’è da governare“
È bene ricordare le dichiarazioni di Mattarella del 21 luglio. “Il Governo – ha detto il capo dello Stato – incontra limitazioni nella sua attività, ma ha gli strumenti per operare in questi mesi prima che arrivi il nuovo esecutivo. Non sono possibili pause nel momento che stiamo attraversando. I costi dell’energia hanno conseguenze per famiglie e imprese. Bisogna affrontare le difficoltà economiche. Ci sono molti adempimenti da chiudere nell’interesse dell’Italia“.
Berlusconi: “Colpa di Draghi“
E comincia la scaricabarile dei partiti. “Non volevamo far cadere Draghi” dice Berlusconi a Repubblica. “Ma si è reso indisponibile a un bis. Probabilmente era stanco e ha colto la palla al balzo per andarsene. In ogni caso ha scelto lui e adesso siamo già al lavoro per un nuovo Governo di Centrodestra“. “Io – dice ancora Berlusconi al Tg2 – sarò ancora qui in campo. A raccontare il programma che ho già scritto per il 2023 e che conterrà novità. È un programma veramente avveniristico che porterà il cambiamento per l’Italia“. Ma Forza Italia subisce l’onda d’urto della crisi con Brunetta e Cangini che, dopo la Gelmini, scelgono di andarsene. E Mara Carfagna che riflette ma sembra anche lei sul punto di cambiare strada.
Elezioni, Letta: “Italia tradita“
Il PD, il partito che ha cercato di tenere insieme i Cinque Stelle e Draghi, registra una pesante sconfitta politica. Il suo segretario, Enrico Letta, apre la campagna per le elezioni e va giù duro in un’intervista alla Bbc. “Credo che sia stata una vergogna, l’Italia è stata tradita perché quei partiti che hanno deciso di non votare la fiducia al Governo lo hanno fatto soltanto per interessi egoistici“. “Io penso che con i tre partiti (M5S, Lega, Forza Italia, ndr.) che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata“, ha poi sottolineato Letta a In Onda Estate, su La7.
Conte “sconcertato“
“Anche Grillo è rimasto come me sconcertato, sgomento, per gli attacchi che abbiamo subito” ha dichiarato Giuseppe Conte a Zona bianca, su Rete4. “Quasi tutte le forze politiche erano lì a chiedere il Movimento fuori dalla maggioranza. Siamo rimasti sorpresi da questo livore, da questa aggressione“. “Il campo largo c’è ancora? Noi siamo una forza progressista, ma non per autodefinizione. Siamo oggettivamente progressisti. Poi spetterà al PD fare le sue scelte“, ha spiegato Conte.
Gli scenari
La campagna elettorale è cominciata, dunque, le elezioni si avvicinano. Il Centrodestra è avanti nei sondaggi, il Centrosinistra annaspa. E per il ‘campo largo‘ c’è il requiem., dato che il no di Letta a M5S è ribadito con ancora più nettezza dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, storicamente fra i più attenti alle istanze pentastellate. Il possibile ago della bilancia diventano ora i centristi sparsi: da Iv ad Azione, fino a Di Maio. E agli ultimi fuoriusciti di Forza Italia, che sognano un rassemblement. Corrono voci di un Centrosinistra che si sposterà al centro per una coalizione ‘draghiana’, abbandonando i Cinque Stelle al loro destino. Di certo per i draghiani la strada è in salita.