Prosegue in questi giorni il fermento all’interno dei partiti alla ricerca dell’equilibrio di coalizione, scegliendo quelle alleanze per uscire vincenti dal vaglio delle urne. Sulla carta, e a detta dei rispettivi leader di partito, il duello principale sarà quello fra PD e Fratelli d’Italia. I due partiti trainanti delle due principali coalizioni in corsa, che proprio in questi giorni stanno per prendere concretamente forma.
Se da un lato la coalizione di centro-destra, seppur con i suoi numerosi ostacoli come il nodo della premiership, sembra aver chiuso il cerchio attorno alla triade Berlusconi-Salvini-Meloni. Per il PD le valutazioni sono ancora in work in progress.
Abbandonato il “campo largo” che includeva il M5S di Conte, per tener fede alla linea garantista e la fedeltà ai governi che ha sostenuto mantenuta fedelmente dal PD, prima con Conte e poi anche e soprattutto con Mario Draghi. Il Partito Democratico sta considerando la possibilità di tenere insieme una coalizione di centro-sinistra con Articolo 1, i Verdi e Sinistra Italiana. E allo stesso tempo guardare al cosiddetto Patto Repubblicano dei centristi, capitanati da Calenda. Che in questi giorni sta raccogliendo tutti i parlamentari in fuga da FI.
La polarizzazione della politica italiana: scontro tra PD e Fratelli D’Italia
“Non ci sarà pareggio, o noi o Meloni” ha dichiarato il leader del PD, Enrico Letta. Una polarizzazione della politica che ha confermato anche Giorgia Meloni. La quale ha affermato che con il risultato di queste elezioni la realtà della politica italiana potrebbe riavviarsi probabilmente verso un bipolarismo da Seconda Repubblica. Di cui sia il PD che Fratelli d’Italia vogliono esserne i protagonisti. Per ostacolare la possibile avanzata del centro-destra, in vantaggio in tutti i sondaggi, Letta guarda ad un campo largo verso il centro repubblicano di Calenda e gli alleati ‘naturali’ – e meno ondivaghi – di sinistra. Italia Viva, invece, il partito creato dall’ex premier e leader PD Matteo Renzi invece, stando alle ultime dichiarazioni, non dovrebbe essere della partita.
L’ex sindaco di Firenze ha lasciato intendere infatti di voler gareggiare in solitaria per raccogliere i voti di un elettorato di centro. Se i punti di incontro con la linea politica di Calenda sono evidenti e molteplici, gli attriti con l’ex partito sembrerebbero ad oggi insanabili per Matteo Renzi. “In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di fortissimo riferimento progressista?”. Sono state le parole del leader di Italia Viva nei confronti della papabile coalizione di centro-sinistra ideata dal PD. Renzi ha comunque messo in chiaro che in ogni caso non parteciperebbe ad un eventuale governo di centro-destra, e che il suo lavoro sarà quello di riportare Draghi al suo posto di capo di governo.
Il campo largo del PD: il divorzio con il M5S di Conte e la svolta centrista verso Calenda
Una galassia di innumerevoli diverse realtà politiche dunque presumibilmente si compatterà attorno al PD, venuta meno la possibilità di una campagna elettorale congiunta assieme al fedele alleato degli ultimi anni di governo come il M5S. Un alleanza ed un sodalizio che però rimpiangono esponenti della coalizione, tra cui Fratoianni. Il quale al contrario afferma di non avere niente a che fare politicamente con il partito di Calenda. Spingendo dunque Letta e Conte verso un ripensamento. All’interno del PD però c’è chi come Andrea Orlando – esponente dell’anima più a sinistra dei dem – non vedrebbe di buon occhio in generale un ipotesi di campo largo né verso Calenda, né verso Conte. Ma premierebbe maggiormente il potenziale del messaggio politico del Partito Democratico, che rischia di passare in secondo piano per andare incontro ad un sistema di alleanze dall’universo politico tanto variegato. “Se dobbiamo autocensurare il nostro messaggio politico per tenere in piedi un alleanza tecnica, rischiamo di rinunciare a larga parte della potenza di fuoco del messaggio proposto oggi dal segretario Letta” sono state le parole del ministro del Lavoro in carica e storico deputato del PD.
Le previsioni dei sondaggi riguardo le possibili alleanze del centro-sinistra
Il dilemma dunque su quale “campo largo” attuare e su quali basi costruire un sistema di alleanze che non sia troppo lontano dal messaggio politico del PD, sarà la sfida politica di Enrico Letta. Secondo YouTrend che ha simulato tre scenari legati alle alleanze in via di costruzione nell’area di centrosinistra. La vittoria non sarebbe contendibile. Ma la diversa costruzione della coalizione guidata dal PD avrebbe alla fine un’influenza sul risultato finale. Nel caso di un PD spostato a sinistra alleato con Sinistra-Verdi, Articolo 1 e centristi, escludendo dunque il Movimento Cinque Stelle, YouTrend stima che il centrodestra otterrebbe dai 222 a 242 seggi alla Camera e tra 109 e 129 al Senato. Si tratterebbe della vittoria meno ampia per la triade Fdi-Lega-Forza Italia che arriverebbe a conquistare 240-260 seggi a Montecitorio e 116-136 a Palazzo Madama. Annettendo il M5s, il risultato per il centrodestra sarebbe quasi identico. Dunque su quale formazione punterà il centro sinistra? Non ci resta che attendere gli sviluppi. E resta il nodo Di Maio che potrebbe cambiare non poco gli scenari annettendo i transfughi pentastellati.