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M5S, Grillo contro Conte sul doppio mandato: “Attento o me ne vado”

Il padre-padrone del Movimento è anche il proprietario del simbolo

Beppe Grillo sarebbe pronto ad abbandonare il suo Movimento Cinque Stelle se Giuseppe Conte derogasse alla regola del doppio mandato per gli eletti pentastellati.

Pronto a tutto, Grillo, pur di difendere la regola del doppio mandato, fino ad arrivare a minacciare l’addio dalla sua creatura politica, il M5S. A quanto apprende l’Adnkronos, il fondatore avrebbe lanciato l’aut aut al leader del Movimento, l’ex premier Conte, minacciando, in una telefonata avuta nella serata del 26 luglio, di abbandonare la nave. Ciò avverrebbe se una delle regole auree del Movimento venisse aggirata. “Se deroghi al secondo mandato dovrai fare a meno di me, lascio il Movimento Cinque Stelle“, l’affondo del fondatore e Garante a Giuseppe Conte.

Grillo e la micro-deroga

Politicamente si tratta di un ceffone in pieno viso. Non bastava che Conte fosse nella bufera dopo la caduta del Governo Draghi, con i sondaggi che danno M5S in netto calo. Adesso anche il Garante va giù duro, sebbene per tutt’altri motivi. Da qui alle prossime 48 ore il nodo va sciolto. Domani 28 luglio Conte rientrerà a Roma e venerdì 29 una decisione arriverà. Ma la posizione del fondatore e padre nobile del Movimento resterebbe granitica. Grillo è contrario anche alla micro-deroga, caldeggiata dall’ex premier, che salverebbe appena 4-5 fedelissimi.

Alessandro Di Battista

Conte, stando alle voci interne del Movimento, non avrebbe nessuna intenzione di andare allo scontro con Grillo. Sa che potrebbe essere fatale, politicamente, per se stesso, ma anche per il futuro di M5S. Ecco perché le possibilità di arrivare a una eccezione alla regola dei due mandati sarebbero ridotte al lumicino. È chiaro che, nel frattempo, sale lo sconforto dei parlamentari con due mandati alle spalle. “Il simbolo è di Grillo, anche se Conte dovesse decidere di rompere – e non lo farebbe mai – andremmo a sbattere. È Grillo che ci lascia senza M5S, non il contrario“, ragiona un big pentastellato con l’Adnkronos.

Confronto decisivo

Nel confronto che Grillo e Conte avranno nelle prossime ore c’è inoltre, tra le questioni da dirimere, anche quella delle parlamentarie, ovvero la selezione dal basso che da sempre ha contraddistinto le candidature in casa M5S. I tempi stringono ed è complicato metterle in piedi, anche se da Statuto si devono fare. Grillo, raccontano alcuni beninformati all’Adnkronos, sarebbe per mantenerle. Per gli aspiranti deputati e senatori pentastellati questo significa la presentazione di un certificato penale, certificato dei carichi pendenti e il 335 c.p.p. se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a carico. Documenti difficili da tirare fuori nel mese di agosto. Tanto che, nei vertici, si era anche ragionato dalla possibilità di ovviare con un escamotage. Ovvero sottoponendo le liste, già definite, al voto della base.

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca (M5S). Foto Ansa/Angelo Carconi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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