Eravamo immersi nell’estate più calda di sempre – ogni anno si dice così, a dimostrazione che la riflessione sulla questione climatica non è stata interiorizzata quanto dovrebbe – con i soliti nomi terrorizzanti: Lucifero, Apocalisse. E nonostante il caldo l’estate era colma di eventi.
In particolare nella Capitale è tornata nel mezzo del mese di luglio appena trascorso AltaRoma. Una manifestazione che porta in scena i futuri talenti della moda. Un messaggio e una passerella importante che ha lanciato non pochi nomi che poi negli anni si sono fatti strada nel mondo del fashion a 360°. Eravamo immersi in un clima torrido sì, ma l’eleganza e la giovinezza portavano in dote la speranza nella prima estate quasi senza restrizioni (anche se di mascherine in giro se ne vedono ancora tante, e per fortuna) dopo il biennio Covid.
E poi di colpo la politica ha fatto irruzione nella passerella dell’estate. Quelle che all’inizio sembravano le solite schermaglie prima della chiusura estiva si sono trasformate in breve in una parlamentarizzazione della crisi – atipica va detto, perché di fatto Mario Draghi non è stato sfiduciato – e ad un repentino scioglimento delle Camere. Si voterà il 25 settembre prossimo.
La politica come moda dell’estate
La data del 25 è vicinissima, praticamente poco più di un mese e mezzo. Le prime autunnali in era repubblicana (per arrivare ad un altro caso di elezioni politiche in autunno bisogna risalire al 1919). Ora si attende come vorranno muoversi partiti, schieramenti e personaggi, perché come noto i posti al sole in Parlamento saranno praticamente la metà. Tantissimi degli onorevoli e senatori, seppure venissero ricandidati, rischiano seriamente il proprio scranno. Specie gli appartenenti a quei schieramenti che rispetto all’ultima tornata si vedono dimezzati nei sondaggi, a causa delle innumerevoli scissioni o per pura crisi di consenso.
Verranno a convincerci d’estate, quella stagione sacra per gli italiani che come noto si spinge a settembre; anzi i romani ci aggiungono anche la mitica ottobrata che quest’anno, risultato delle urne permettendo dovrebbe venir nascere il primo governo della futura legislatura. Ferragosto ci porterà in dote i simboli e gli schieramenti, nella corsa alla definizione delle candidature. E forse un’idea più precisa delle alleanze possibili. Anche se il dubbio resta, che molto si deciderà a valle dell’esito elettorale. E dopo la moral suasion della figura guida della politica italiana: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi a fine agosto si entrerà nel vivo.
Destra e sinistra pari sono, ma il centro?
A destra la situazione all’apparenza più stabile, al netto della questione leadership. Sulla carta la regina dello schieramento è Giorgia Meloni, accreditata dai sondaggi come primo partito. La Lega di Salvini sarebbe in calo. Della Forza Italia che fu resta praticamente solo Berlusconi – che tutti danno come futuro Presidente del Senato, se vincesse la destra. Non solo c’è pochissima capacità attrattiva al centro, ma assistiamo più volte al giorno alle fuoriuscite pesantissime dal partito del Cavaliere, che non appare neppure così saldo rispetto ai partitini da sempre più centristi della coalizione. Aggiungiamoci il nodo delle liste da sciogliere come primo quest’estate 2022 e della scarsa presenza di questi partiti sul territorio per chiedersi: nelle urne arriveranno davvero i consensi di carta e social?
A sinistra nulla di nuovo: regnano le divisioni e personalismi. Praticamente ogni personaggio/partito è tecnicamente un ex qualcosa. Nel gioco dei veti incrociati dove spesso a porli sono formazioni guidate da leadership forti, ma forse non nelle urne. A sinistra del Partito Democratico c’è la mini galassia di ispirazione sociale a trazione sindacale, che potrebbe aumentare i consensi in virtù del rischio Meloni-premier. Nel mezzo i dem con tutte le loro anime che potrebbero da sole già ampiamente ricomprendere ogni sfaccettatura dell’universo di centro-sinistra di prodiana memoria. Al centro il polo aggregante appare al momento il Patto Repubblicano di Carlo Calenda che propugna l’agenda Draghi e dice nettamente no ai Grillini.
Sarà un’eclissi di tutte le cinque stelle?
Il travaglio dei 5 Stelle è durato praticamente l’intera legislatura: la freschezza politica che aveva convinto tanti italiani a dare fiducia, è apparsa fin da subito venata di inadeguatezza. Senza contare le guerre interne, mai risolte. E la disorganizzazione del Movimento. Giuseppe Conte tenta disperatamente di capitalizzare il suo consenso personale – dovuto essenzialmente all’abilità comunicativa di Rocco Casalino – visto il dubbio che sia capace di riottenere quello della base grillina tutta. Che riparte dal no aggregante al secondo mandato: quindi gli esclusi eccellenti che faranno? Stanno zitti e buoni o vanno verso Di Maio? Questa estate probabilmente per la prima volta la politica interesserà di più del calciomercato. Intanto Mario Draghi e il suo governo resteranno in carica per qualcosa in più degli affari correnti come ha chiarito il Colle. Vista la situazione internazionale e almeno siamo tranquilli che sarà lui a scrivere la prossima manovra economica. Visto che ad ottobre quando dovrà essere presentata i partiti saranno più impegnati ad intestarsi la vittoria o spartirsi i posti che a preoccuparsi del Paese. Come quando