Angelus 14 agosto, Papa Francesco rivela il significato del Vangelo
In occasione del suo messaggio domenicale il Santo Parte scaturisce la sua riflessione dalle parole di Gesù della liturgia odierna
L’Angelus di domenica 14 agosto si concentra sul significato che Gesù stesso attribuisce al Vangelo e alla suo ‘ruolo’ nel mondo per tutti i fedeli. “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” Da queste parole del Signore ai suoi discepoli, scaturisce la riflessione di Papa Francesco.
Come ogni domenica in Piazza San Pietro, Papa Francesco si ispira al suo messaggio che precede la preghiera dell’Angelus partendo dal Vangelo contenuto nella liturgia odierna. Il Santo Padre si lega alle parole pronunciate da Gesù ai suoi discepoli per rivelare il ruolo e il significato profondo del Vangelo stesso.
Gesù afferma di essere venuto sulla terra per accendere un “fuoco“; questo fuoco, come spiega il Pontefice è il Vangelo. La Parola è come un fiamma viva, perché: “Quando irrompe nella storia, brucia i vecchi equilibri del vivere, sfida a uscire dall’individualismo. Sfida a vincere l’egoismo, sfida a passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla vita nuova del Risorto, di Gesù risorto“.
Il fuoco del Vangelo
Come un fuoco che trasforma, rinnova, accende, anche la Parola del Signore arriva sulla terra per portare cambiamento. Questo il significato profondo che il Vangelo contiene in quanto tale e che Papa Francesco rivela durante la sua riflessione che precede la preghiera dell’Angelus del 14 agosto 2022. “Il Vangelo non lascia le cose come stanno“; così il Pontefice introduce il cambiamento e la conversione a cui invita la Parola. E come se fosse una sorta di paradosso, il Santo Padre sottolinea come il Vangelo, ascoltato e recepito, non fornisce una pace intima, ma genera inquietudine che mette in cammino. Un cammino che spinge verso Dio e verso i fratelli. “È proprio come il fuoco: mentre ci riscalda con l’amore di Dio, vuole bruciare i nostri egoismi, illuminare i lati oscuri della vita. Tutti ne abbiamo! Consumare i falsi idoli che ci rendono schiavi“.
Gesù per fare divampare il fuco del Vangelo, si spende in prima persona. Egli ama fino alla fine, fino alla morte. E con la sua morte il Signore accende anche la luce dello Spirito Santo, percepito proprio come un fuoco ricco di luce ed energia. “Svela il volto misericordioso di Dio e dà pienezza a quanti sono considerati perduti, abbatte le barriere delle emarginazioni. Guarisce le ferite del corpo e dell’anima, rinnova una religiosità ridotta a pratiche esteriori. Per questo è fuoco: cambia, purifica“. E come rivela Papa Francesco, questo fuoco per ciascuno rappresenta la sfida a riaccendere la fiamma della fede. Nelle difficoltà, nei successi, nelle sofferenze e nelle gioie della vita, ma soprattutto nella società. Perché dall’insegnamento di Gesù, che è fondamento della fede Cristiana, il fuoco della fede ha bisogno di essere “gettato nel mondo“, tra i fratelli, tra coloro che cercano misericordia, tra coloro che cercano speranza. “Perché ciascuno scopra la tenerezza del Padre e sperimenti la gioia di Gesù, che allarga il cuore e fa bella la vita”.
I saluti e gli appelli dopo l’Angelus
Al termine della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco rivolge i suoi saluti a tutti i fedeli prima di lasciare Piazza San Pietro. Un messaggio e un appello speciale, come sempre, alle popolazioni più colpite da avversità. Ed in questa occasione il pensiero è per il popolo afflitto della Somalia. “Le popolazioni di questa regione, che già vivono in condizioni molto precarie, si trovano ora in pericolo mortale a causa della siccità“. L’appello, dunque, alla comunità internazionale che, attraverso la solidarietà, contribuisca ad arginare questa emergenza. “Purtroppo la guerra distoglie l’attenzione e le risorse, ma questi sono gli obiettivi che esigono il massimo impegno: la lotta alla fame, la salute, l’istruzione“.
Un saluto particolare, poi, per i pellegrini radunati nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, dove vent’anni fa San Giovanni Paolo II fece l’Atto di Affidamento del mondo alla Divina Misericordia. “Più che mai vediamo oggi il senso di quel gesto, che vogliamo rinnovare nella preghiera e nella testimonianza della vita. La misericordia è la via della salvezza per ognuno di noi e per il mondo intero“. E concentrandosi sull’importanza della misericordia, Papa Francesco conclude il suo appello rivolgendo un pensiero per l’Ucraina: “E chiediamo al Signore, misericordia speciale, misericordia e pietà per il martoriato popolo ucraino“.