In occasione della Solennità dell’Assunzione di Maria SS. al Cielo, Papa Francesco ripercorre alcuni dei momenti che caratterizzano questo dogma della Chiesa Cristiana. Partendo dal dialogo tra la Beata Vergine e la cugina Elisabetta, il Santo Padre spiega quale significato profondo riveste la Madonna nel concepimento della fede Cristiana.

Il 15 agosto è per la Chiesa Cristiana uno dei momenti focali nei quali si incentra tutta la fede. L’Assunzione di Maria in Cielo è un dogma e in quanto tale non può più essere smentito o ritrattato né dai Papi, né dai Concili. La Beata Vergine, nel suo dies natalis, conclude la sua vita terrena e sale accanto a Gesù in Cielo con anima e corpo.

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Sull’importanza del ruolo della Vergine si concentra la riflessione di Papa Francesco che precede l’Angelus di Ferragosto, celebrato proprio in occasione della Solennità dell’Assunzione. Dal dialogo tra Maria e sua cugina Elisabetta, proposto dal Vangelo odierno, scaturiscono le parole del Santo Padre.

L’Assunzione della Beata Vergine

In questo giorno di Solennità per la Chiesa Cristiana Papa Francesco rivela l’importanza del dogma dell’Assunzione della Beata Vergine. “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo“. (Lc 1,42). Queste le parole di Elisabetta rivolte a Maria e queste le parole che oggi sono entrate a far parte della preghiera dedicata alla Madonna: l’Ave Maria. Come spiega il Santo Padre: “Ogni volta che recitiamo questa preghiera tanto bella e familiare, facciamo come Elisabetta: salutiamo Maria, la benediciamo, perché lei ci porta Gesù“. In questo momento descritto dal Vangelo è contenuto, poi, un altro cantico, “regalo per tutta la storia“: il Magnificat. Questa preghiera, oltre ad essere un canto di lode, è il fulcro nel quale Maria si ‘descrive’ e presenta la sua fede.

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Maria va oltre: contempla l’opera di Dio in tutta la storia del suo popolo. Dice, ad esempio, che il Signore ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote“. Tuttavia, Papa Francesco, presentando questo cantico, lancia un interrogativo importante che, difatti, potrebbe attraversare il pensiero di tutti. I potenti, come il temibile Erode, stanno ancora sui loro troni, i poveri e gli affamati non hanno messo fine alla loro condizione; sembrerebbe che Maria descriva un mondo immaginario. Ed è introducendo questo scenario che il Santo Padre spiega il vero significato del Magnificat. “Lei non vuole fare la cronaca del tempo. Ma dirci qualcosa di molto più importante: che Dio, attraverso lei, ha inaugurato una svolta storica, ha definitivamente stabilito un nuovo ordine di cose“.

Maria e la via della speranza

È Maria che, piccola e umile, è stata innalzata alla gloria del Cielo; ed è Maria che ricorda ai Cristiani, con la sua stessa esperienza di vita, quale futuro glorioso spetta a chi vive nella fede. “La Madonna, in altre parole, annuncia un cambiamento radicale, un rovesciamento di valori. Mentre parla con Elisabetta portando Gesù in grembo, anticipa quello che suo Figlio dirà, quando proclamerà beati i poveri e gli umili e metterà in guardia i ricchi e chi si fonda sulla propria autosufficienza“. Attraverso la sua preghiera, la Beata Vergine svolge il ruolo di profeta. Maria rivela che a primeggiare non saranno ricchezza, potere e supremazia, ma umiltà, servizio e amore.

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La Vergine, come sottolinea Papa Francesco in occasione dell’Angelus nella Solennità dell’Assunzione, ricorda che la vita non va vissuta con il solo interesse per le cose materiali e terrene. Guardare alla destinazione futura alla vera gioia e non perdere mai la speranza, anche di fronte ai mali del mondo. “Maria oggi canta la speranza e riaccende in noi la speranza. In lei vediamo la meta del cammino: lei è la prima creatura che con tutta sé stessa, in anima e corpo, taglia vincitrice il traguardo del Cielo. Ci mostra che il Cielo è a portata di mano“.