Elezioni, spari alla sede di un candidato in Calabria: l’ombra della mafia
Intimidazione contro Francesco Cannizzaro di Forza Italia, mentre stava svolgendo una riunione politica
Nella campagna per le elezioni irrompono le armi. A Reggio Calabria ignoti hanno sparato ad altezza uomo contro la sede del comitato di Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia ricandidato al Parlamento il 25 settembre.
Nella serata di ieri 23 agosto tre colpi di pistola calibro 38 hanno colpito in pieno la vetrata della segreteria politica di Cannizzaro. Un’intimidazione gravissima, a un mese dalla elezioni, avvenuta a poca distanza dalla sede del Consiglio regionale della Calabria. E soprattutto mentre all’interno dei locali era in corso una riunione politica a cui stava partecipando lo stesso Cannizzaro. Assieme a lui c’erano alcuni dei suoi collaboratori. Nessuna delle persone presenti è rimasta ferita. Sul posto è intervenuta la polizia.
Elezioni, in campo la Dda?
Adesso gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’agguato. Da quanto si è appreso, è stato lo stesso parlamentare ad avvertire le forze dell’ordine dell’accaduto. I proiettili sono rimasti conficcati sulla vetrata del comitato per le elezioni, che non era blindata ma solo rinforzata. Cosa che ha comunque impedito che i colpi di pistola raggiungessero l’interno del locale. Le indagini sono adesso in mano alla squadra mobile di Reggio Calabria. Ma non è escluso che il procuratore capo, Giovanni Bombardieri, decida di affidare il fascicolo alla Direzione distrettuale antimafia. La polizia sta raccogliendo elementi per capire se l’intimidazione sia legata alla campagna elettorale, come a prima vista potrebbe sembrare.
Il governatore: “Isolare i violenti“
Sul fatto, in piena campagna per le elezioni, è intervenuto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, compagno di partito di Cannizzaro. “Solidarietà all’amico e deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro e ai suoi collaboratori per l’indegna intimidazione subita a Reggio Calabria” ha dichiarato il governatore. “Quanto accaduto è gravissimo e ripugnante” ha sottolineato. “La nostra è una regione di persone perbene – aggiunge – che schifa la ‘ndrangheta, la mafia e la criminalità organizzata, e che vuole isolare i violenti e le mele marce. La giunta regionale condanna fermamente questo episodio e chiede agli inquirenti di fare piena luce. Che questi malviventi vengano individuati e assicurati al più presto alla giustizia“.
Cafiero De Raho
Il tema della criminalità organizzata, e della mafia in particolare, sembra completamente assente dal dibattito politico in vista delle elezioni. Ma fra i candidati, in corsa col M5S, c’è l’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, già procuratore capo a Reggio Calabria fra il 2013 e il 2017. Settant’anni, napoletano, da sempre in prima linea contro la criminalità organizzata, si candiderà al Sud. In un’intervista a Repubblica, De Raho ha spiegato che il principale motivo della sua scelta di entrare in politica è che in questa campagna elettorale non si sta parlando di “criminalità organizzata e di capitali mafiosi“. “Soprattutto ora con l’arrivo dei fondi del PNRR e con l’emergenza guerra in Ucraina lo considero un tema non trascurabile da parte della politica” ha detto.