Standing ovation per Mario Draghi al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Ma il premier fra poco settimane dovrà lasciare Palazzo Chigi. In caso, però, di crollo repentino del prossimo Governo, potrebbe tornare.
“Grazie Mario, viva Draghi” gridano dal pubblico del Meeting mentre il presidente del Consiglio varca la sala conferenze per raggiungere il palco. Un lungo continuo applauso lo ha accompagnato, e più volte interrotto anche durante il suo discorso. “Voi giovani siete la speranza della politica“, dice Draghi aprendo il suo intervento. “Anche oggi siamo in un momento estremamente complesso per l’Italia e la Ue, con il quadro geopolitico in rapida trasformazione con il ritorno della guerra e le tensioni su Taiwan. La congiuntura economica è segnata da una profonda incertezza“. E l’inflazione “pesa in modo molto gravoso sui bilanci di famiglie e impese“. Il premier accenna quindi alle elezioni del 25 settembre, per invitare tutti ad andare a votare.
“Sembravamo avviati verso una ripresa lenta e incerta, a 18 mesi di distanza possiamo dire che non è andata così” spiega. “Gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette davanti“, ha affermato il premier, ripercorrendo i mesi del suo Governo. “Sono convinto che il prossimo Governo, di qualunque colore sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta“.
“No alle illusioni autarchiche“
“Mi auguro che chiunque avrà il privilegio” di andare al Governo, rileva, “saprà rappresentare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro esecutivo“. “La credibilità interna deve andare di pari passo con quella internazionale. L’Italia è paese fondatore di Ue, protagonista del G7 e della NATO“. “Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale“. Draghi ricorda poi, per stigmatizzarle, le “illusioni autarchiche del secolo scorso“.
Il problema del gas russo
Per quanto riguarda il gas, le importazioni di quello russo sono “sempre meno significative e una loro eventuale interruzione avrebbe un impatto minore. Gli stoccaggi sono oramai all’80% in linea con il raggiungimento del 90% entro ottobre“. Con i nuovi “rigassificatori l’Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall’autunno 2024. È un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale“. I costi del gas, ha detto ancora, “hanno raggiunto livelli insostenibili” con “picchi” più “di 10 volte” rispetto ai “valori storici. Abbiamo spinto molto a livello Ue per un tetto massimo al prezzo del gas. Alcuni paesi continuano ad opporsi perché temono blocchi delle forniture“.
Ma i “limiti di queste posizioni” sono evidenti. “L’Ue si trova con forniture incerte e costi aumentati. Al prossimo Consiglio europeo la Commissione presenterà una sua proposta“. “In questa fase del ciclo economico era giusto dare e non prendere. Non abbiamo mai aumentato tasse, tranne quelle per gli extraprofitti” nel settore energetico. Per chi ha fatto “utili senza precedenti“. Un aumento che si è tradotto nella penalizzazione della maggior parte di cittadini e imprese. “È giusto e essenziale che contribuiscano senza ritardare“.
Draghi e il PNRR
Quanto al PNRR, Draghi ha affermato che “le erogazioni dei finanziamenti del PNRR, pari a 191,5 miliardi, dipendono dalla valutazione che la Commissione fa del piano e della sua attuazione. Dipendono quindi dalla capacità di realizzare le politiche innovative nei tempi stabiliti come fatto finora. Abbiamo conseguito tutti gli obiettivi” delle prime due scadenze. E “siamo al lavoro per raggiungere il più alto numero possibile di obiettivi prima del cambio di Governo“.
Nel suo discorso il presidente del Consiglio si associa, infine, alle parole di papa Francesco sull’Ucraina. “Si eviti un disastro nucleare” alla centrale di Zaporizhzhia. Insieme alla difesa di Kiev, afferma, “dobbiamo essere pronti” a cercare “una pace duratura e sostenibile“. E non c’è contraddizione tra tutto questo e l’imposizione di “sanzioni efficaci contro la Russia“.