I prezzi del gas e dell’energia, e a cascata delle bollette per famiglie e imprese, continuano ad aumentare senza sosta. Confcommercio fa i conti: in Italia sono a rischio di sopravvivenza 120mila aziende, per 370mila posti di lavoro.
Tensione fin dai primi scambi, il 25 agosto, alla Borsa di Amsterdam per i prezzi del gas naturale. Il contratto future è arrivato a toccare il prezzo record di 315 euro (+8%) al megawattora, assestandosi poi intorno a quota 310 euro. L’impennata ha portato i costi dell’energia in tutto il continente europeo a livelli mai visti prima. A sei mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, dalle sanzioni dell’Occidente verso Mosca, e dalle ritorsioni russe con la riduzione delle forniture di gas, l’inflazione galoppa. Aumentano i costi delle materie prime, della produzione di zinco e alluminio, fino a quella dei fertilizzanti.
In Europa, Italia compresa, si registrano rincari continui dell’energia e un’inflazione prossima all’8%. Per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime. Secondo una stima di Confcommercio-Imprese per l’Italia, tali aumenti dei prezzi mettono “a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro“. La spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi. Vale a dire il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi).
Uno scenario che “in assenza di interventi specifici e nuove misure di sostegno, rischia, anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia, di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l’attività“. E causare “una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno“, sostiene Confcommercio. Tra i settori più esposti, “il commercio al dettaglio, in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas” sottolinea ancora l’associazione.
Ma non basta. Perché ci sono anche “la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021. I trasporti che oltre al caro carburanti si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima.” A risentire pesantemente di questa situazione sono anche “i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento“. Quest’ultimo “dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti“.
Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, i costi dell’energia “sono, ormai, da vera emergenza. Il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas. È vitale, insomma, tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non ‘energivore’ e ‘gasivore’. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi“.
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