La guerra del gas: Borse in calo, ed è battaglia sui rigassificatori
Nel nostro Paese, in vista delle elezioni, si accende la polemica sulla necessità di più strutture per accrescere gli approvvigionamenti energetici
La guerra del gas mostra i suoi effetti sulle Borse europee. Dopo la presunta “manutenzione” di qualche giorno, Mosca non ha riaperto il gasdotto Nord Stream e adesso dalla Russia arrivano sempre meno idrocarburi in Occidente.
Ne hanno risentito subito le Borse di Francoforte e Milano, che hanno ceduto in apertura il 2,8%. Sono seguite Parigi (-1,9%) e Londra (-1,7%). I listini di Italia e Germania sono stati in testa ai ribassi a causa della forte dipendenza dal gas russo di Roma e di Berlino. Negli ultimi sei mesi, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il Governo Draghi ha ridotto considerevolmente gli approvvigionamenti energetici dell’Italia da Mosca. Tuttavia per completare uno ‘sganciamento‘ totale occorrono circa 2 anni.
Gas e rigassificatori
L’Italia ha già accresciuto le importazioni dall’Algeria e dai paesi del Medio Oriente e ora punta ai rigassificatori, tema entrato appieno in campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. Tramite una nave, o una piattaforma, il gas liquido si può ‘rigassificare’ e immettere nella rete nazionale di distribuzione.
Sta suscitando molte polemiche la struttura del rigassificatore di Piombino, che potrebbe saltare, considerata la generale opposizione della popolazione. In Italia sono presenti diversi rigassificatori: a Panigaglia (La Spezia), Brindisi, Rovigo e, appunto, Piombino. Quest’ultimo nell’agosto 2022 è stato esentato dalla valutazione di impatto ambientale in vista di un progetto di ampliamento per il triennio successivo. Ma, come detto, la città è scesa in piazza compatta, da destra a sinistra, per dire no alla presenza dell’ulteriore implementazione del rigassificatore (che si trova all’interno del porto).
Gas, spread ed euro-dollaro
A partire da questo scenario italiano le scelte sul gas investono tutti i paesi dell’Unione europea. Mentre il prezzo del gas schizza a 264 euro al megawattora sul mercato di Amsterdam (+23%), l’euro cerca di tenere quota 0,99 con il dollaro. Dopo essere scivolato a 0,98 per la prima volta da vent’anni. Si allarga di 8 punti base, a quota 238, lo spread Btp-Bund, con il rendimento del decennale italiano che sale di 12 punti base al 3,937%, in un contesto di vendite generalizzate sui bond dell’Eurozona. Corre il prezzo del petrolio, a 89 dollari al barile. Le scorte di gas dell’Unione Europea sono salite nel corso dell’ultima settimana all‘81,55% della capacità di stoccaggio. I dati del Gie (Gas Infrastructure Europe) indicano un riempimento dell’85,55% degli stoccaggi in Germania e dell’83,74% di quelli in Italia.
Borse dell’Asia in calo
La guerra del gas ha determinato la prevalenza del segno meno anche sulle Borse asiatiche, oltreché occidentali. Scontano gli effetti della crisi energetica e sono appesantite dalla possibile limitazione degli investimenti degli Usa nelle società tecnologiche cinesi. Tokyo ha perso lo 0,1%, Seul lo 0,2% mentre Sydney ha chiuso in rialzo dello 0,3%. Soffre invece Hong Kong, in calo dell’1,3%, mentre Shanghai arretra dello 0,1% e Shenzhen dello 0,7%.