Il Papa in Kazakhstan incontra il metropolita russo: una “distanza” incolmabile
In occasione del vertice inter-religioso il Santo Padre intrattiene un dialogo con il "messaggero" del Patriarca Kirill
Papa Francesco si trova attualmente in Kazakhstan per il vertice inter-religioso. In questa occasione ha incontrato il metropolita russo Antonio, inviato dal Patriarca Kirill in sua rappresentanza. Il dialogo fra i due ha toccato la guerra in Ucraina, ma tra il Santo Padre e il ‘messaggero’ russo i punti in comune sono apparsi pochi.
Nella settimana del 12 settembre Papa Francesco ha iniziato il suo viaggio apostolico in Kazakhstan per partecipare al vertice inter-religioso che vede riuniti tutti i leader delle diverse confessioni. L’obiettivo è quello di stabilire e mantenere vivo il dialogo aperto tra le differenti religioni del mondo.
In questa occasione il Santo Padre sperava di trovare, dopo lo storico incontro del 2016 a Cuba, il Patriarca russo Kirill. Ma dopo aver annunciato nei mesi scorsi la sua partecipazione, il capo della Chiesa Ortodossa ha preferito inviare in sua rappresentanza il metropolita russo Antonio.
Papa Francesco e il discorso di pace
L’incontro tra Papa Francesco e il metropolita russo Antonio è avvenuto a Nur Sultan, la capitale del Kazakhstan. Ma benché tra di loro ci fossero solo poche sedie di distanza, la diversità di pensiero ha rivelato al contrario una ‘distanza‘ che potremmo definire abissale. Nel luogo dove ottanta leader mondiali delle diverse confessioni religiose si incontrano periodicamente per un dialogo pacifico, la guerra in Ucraina non ha trovato particolarmente in linea il pensiero del Santo Padre e del ‘messaggero’ russo.
Anche se in maniera implicita, Papa Bergoglio, affrontando il tema della pace, ha fatto riferimento al conflitto voluto da Vladimir Putin. Come riporta La Repubblica, difatti, il Pontefice spiega: “Vediamo i nostri giorni ancora segnati dalla piaga della guerra, da un clima di esasperati confronti, dall’incapacità di fare un passo indietro e tendere la mano all’altro. Occorre un sussulto e occorre, fratelli e sorelle, che venga da noi. Se il Creatore, a cui dedichiamo l’esistenza, ha dato origine alla vita umana, come possiamo noi, che ci professiamo credenti, acconsentire che essa venga distrutta?“. Ed aggiunge: “Non giustifichiamo mai la violenza. Dio è pace e conduce sempre alla pace, mai alla guerra“.
Il parere del rappresentate russo
Papa Francesco avrebbe sperato di incontrare il Patriarca russo per invitarlo, attraverso il dialogo fraterno, a farsi intermediario di pace. Ma la guerra in Ucraina sembra aver cambiato tante cose. È noto, infatti, che il Patriarca Kirill avrebbe offerto a Putin la giustificazione spirituale dell’intervento militare, giustificando in qualche modo anche il conflitto. Difatti, quando il metropolita Antonio prende la parola, la sua posizione sembra piuttosto chiara e inequivocabile. Dopo aver letto un messaggio di Kirill nel quale sono citati guerre e terrorismo, afferma: “Siamo di fronte a falsificazione di fatti storici e in società dove rimane sempre meno amore e compassione e c’è sempre più spazio per parole piene di odio verso gli altri popoli e le altre religioni“. E, sempre come riporta La Repubblica, Antonio aggiunge: “C’è la tendenza a creare il nemico, indicarlo con il dito e appellare tutti all’odio”. Lasciando intendere una responsabilità che non è da confinare alla sola Mosca.
Tuttavia Papa Francesco non mostra resa difronte a queste affermazioni, che sembrano andare in una direzione diversa da quella sperata dal Pontefice. Non si può giustificare una guerra in alcun modo e questo il Santo Padre non si ferma dall’affermarlo. Bergoglio, piuttosto, indica nel suo discorso la strada per raggiungere la pace. “Impegniamoci, ancora di più, a promuovere e rafforzare la necessità che i conflitti si risolvano non con le inconcludenti ragioni della forza, con le armi e le minacce. Ma con gli unici mezzi benedetti dal Cielo e degni dell’uomo. L’incontro, il dialogo, le trattative pazienti, che si portano avanti pensando in particolare ai bambini e alle giovani generazioni”. Così conclude il Santo Padre rivolto a tutti i leader religiosi e al metropolita russo, continuando a sostenere che la strada per la pace non può, in alcun modo, essere la guerra.