Cinema, arte, aggregazioni di idee e anche autismo. Tutto questo nella cornice della 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il Festival ha dato spazio ad una realtà no-profit che si prende cura delle abilità dei ragazzi con lo spettro autistico. Lo scopo, garantire loro un futuro professionale.
Il disturbo dello spettro autistico, pur variando in intensità, sia rispetto ai sintomi che ai comportamenti, permane in tutte le sue forme una difficoltà nella comunicazione e interazione sociale. Una difficoltà di comprensione del pensiero altrui e di esprimersi. Inoltre, si presenta sempre un’ipersensibilizzazione nei confronti dei rumori e dei suoni, dei movimenti del corpo rispettivi e stereotipati. Una realtà no-profit dal nome Modelli si Nasce ha trovato uno ‘strumento’ all’interno del quale ha permesso ai ragazzi con lo spettro autistico di comunicare con un gruppo, di vivere momenti di socialità e di consentire loro nell’avere una sensibilità minore ai rumori, ai suoni forti e a vedere movimenti non consueti.
Modelli si Nasce è nata ad opera di un gruppo di genitori di ragazzi col disturbo dello spettro autistico e che intendono investire sulle abilità dei loro figli. Il progetto dell’associazione – seguito da professioniste del campo – consiste nel supportare adeguatamente un gruppo di ragazzi col disturbo dello spettro autistico e che vogliono diventare modelli professionali. Dapprima davanti alla macchina fotografica per poi interfacciarsi con un pubblico più ampio vivendo una vera e propria sfilata. Il progetto che ha avuto una sua realtà quest’anno con sede a Roma, è stato presentato al Lido di Venezia durante il Festival del Cinema nella sala della Fondazione Veneto Film Commission. A rappresentare nella cornice festivaliana l’associazione diverse figure presenti all’interno dell’associazione.
La Presidente di Modelli si Nasce Silvia Cento ha introdotto quelle che erano le origini: “L’associazione è nata quattro anni fa e, aveva l’obiettivo di insegnare ai nostri figli una professione che potesse essere un po’ diversa dal solito e fuori dagli schemi. Ma anche un lavoro che potesse esporre in modo positivo l’autismo così da far avvicinare la società in maniera naturale“.
Presente all’evento anche la fondatrice e responsabile eventi Maria Carmela Pesce che ha evidenziato quanto fondamentale sia lavorare sulle autonomie, e la psicologa e psicoterapeuta la dott.ssa Assunta Zaffino: “[…] Il nostro progetto sta nel riassumere tutte quelle autonomie che possono servire nel quotidiano. Difatti insegniamo ai ragazzi a truccarsi e a farsi truccare. Come anche a sfilare e a cambiare outfit in un contesto molto gioioso, in quanto divertendosi loro riescono ad apprendere molto di più”. A rappresentare il gruppo dei ragazzi partecipanti al progetto, nella sala della Fondazione Film Commission ci hanno raggiunto Antonio La Porta e Riccardo Contini.
Presente per VelvetMAG come inviata alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ho svolto il ruolo di moderatrice dell’evento svoltasi nella sala della Fondazione Veneto Film Commission, introducendo il progetto Modelli si Nasce. Fotografa dell’associazione, nel corso delle sessioni di make-up, esercizi di portamento, e prove per la sfilata finale, ho estrapolato con il linguaggio fotografico il racconto che rappresentasse un’interazione differente con ogni ragazzo con il disturbo dello spettro autistico.
La realtà Modelli si Nasce ha dato loro un’alternativa nel trovare un modo dialetticamente nuovo per interagire con se stessi e con il mondo. Questo, grazie a che cosa? Grazie anche ad uno strumento socio culturale (in questo caso la macchina fotografica) che ha portato fuori quello che c’è dentro alla realtà di Modelli si Nasce. Man mano che ho lavorato a stretto contatto con l’associazione ed i ragazzi eseguivo le sessioni di shooting più importanti. Dal make-up, alle prove in passerella. Fino ad arrivare alla vera e propria posa, dove il rapporto è un po’ più diretto tra chi fotografa e il modello.
Al contempo ho osservato le loro movenze. Come anche i loro sguardi catturando anche quei momenti un po’ più intimi condivisi magari con i coetanei utilizzando il bianco e nero. La scelta del bianco e nero è una citazione rispetto alla ricercatrice e conoscitrice dell’autismo Uta Frith. Nella spiegazione di alcuni disturbi lei ha usato alcuni film tra i quali quelli in bianco e nero per spiegare alle persone determinati disturbi isolandoli da qualsiasi distrazione come per esempio il colore.
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