Corte Costituzionale, Silvana Sciarra è la nuova presidente
Vice di Giuliano Amato, gli subentra per i prossimi 14 mesi
Alla guida della Corte Costituzionale torna una donna, a 3 anni di distanza dall’esperienza di Marta Cartabia. La nuova presidente è la giuslavorista Silvana Sciarra, 74 anni, originaria di Trani, in Puglia.
Nel 2014 fu il Parlamento a eleggere Sciarra giudice costituzionale. La nuova presidente succede all’ex presidente del Consiglio, già papabile per il Quirinale, Giuliano Amato, di cui è stata vicepresidente. Il mandato di Silvana Sciarra scadrà nel mese di novembre del 2023. Un solo voto di scarto ha determinato l’elezione a presidente della Consulta di Sciarra, che ha preso 8 voti contro i 7 andati a Daria De Pretis. La partita si è dunque giocata tra le due donne vicepresidenti, visto che nessun voto è andato al terzo candidato Nicolò Zanon.
“Ringrazio i miei colleghi per la fiducia“. Queste le prime parole pronunciate da Sciarra nella tradizionale conferenza stampa dopo l’elezione. “Intendo rafforzare la collegialità” ha detto. Come primo atto da presidente della Corte Costituzionale, Sciarra ha confermato come vicepresidenti De Pretis e Zanon. Per la prima volta la platea di candidati era a maggioranza femminile. La partita, come detto, si giocava tra i tre attuali vicepresidenti. In questo caso risultava inservibile il criterio dell’anzianità di servizio, la bussola che i giudici costituzionali hanno sempre seguito nella scelta.
Corte Costituzionale, gli sfidanti
Tutti e tre, infatti, sia Sciarra che De Pretis che Zanon, hanno giurato l’11 novembre del 2014, e avrebbero potuto assicurare un anno e due mesi di presidenza, visto che il mandato (della durata di nove anni) scadrà nel 2023. Nelle prime due votazioni serviva la maggioranza assoluta dei consensi, cioè 8 voti su 15, mentre dalla terza si procede al ballottaggio tra i più votati. I curriculum degli altri due candidati erano molto differenti da quello di Sciarra. Daria De Pretis, 65 anni, è invece professoressa di Diritto amministrativo. È stata rettrice dell’Università di Trento e prima ancora preside della facoltà di Giurisprudenza. Nominata alla Consulta da Giorgio Napolitano, ha redatto la sentenza che ha ritenuto lesiva anche della dignità sociale l’esclusione dei richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica.
Costituzionalista ‘puro’ invece è il torinese Nicolò Zanon, il più giovane del terzetto (61 anni) dei vice presidenti della Consulta. Ordinario all’Università di Milano, prima di arrivare alla Corte su nomina di Napolitano, è stato membro del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e componente laico del Csm. Il suo nome è legato alle due pronunce sull’ergastolo ostativo, con cui la Corte ha ritenuto incompatibile con la Costituzione la norma che impedisce agli ergastolani mafiosi di accedere ai benefici carcerari e alla liberazione condizionale se non collaborano con la giustizia. Eletto al Csm nel 2010 su indicazione del Popolo delle Libertà, è stato nominato alla Consulta da Giorgio Napolitano.