Guerra in Ucraina, russi in fuga dalla coscrizione militare
Code chilometriche di auto ai confini con la Finlandia e con la Georgia. E Mosca fa i referendum per l'annessione del Donbass
All’indomani della mobilitazione dei riservisti per combattere in Ucraina, Mosca annuncia l’avvio dei referendum sull’annessione alla Russia delle zone invase. Ma nella madrepatria migliaia di giovani scappano per non essere costretti a combattere. “Mi spezzerò un braccio, una gamba, qualsiasi cosa pur di evitare di partire” dice alla Bbc un uomo in coda al confine per espatriare in Georgia.
Le votazioni si terranno fino al 27 settembre nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk, nel famigerato Donbass dell’Ucraina. Ma non solo. I referendum si svolgeranno nelle aree occupate dai russi di Kherson e Zaporizhzhia, nel Sud dell’Ucraina. Aree in cui è in corso dalla fine di agosto un’accanita resistenza delle truppe di Kiev. Il Governo di Zelensky e l’Occidente definiscono le votazioni per i referendum russi “una farsa“. “Gli occupanti hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al cosiddetto ‘referendum’” riferisce Sergey Gaidai, governatore ucraino di Lugansk in esilio. “I cittadini sono stati minacciati: coloro che non parteciperanno alla votazione perderanno il lavoro“. “Le autorità hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre” conclude Gaidai.
Referendum russi in Ucraina
La Commissione elettorale centrale della regione di Kherson, nel Sud dell’Ucraina, prevede che circa 750mila persone parteciperanno alle votazioni dei cosiddetti referendum sull’annessione a Mosca. Mezzo milione di cittadini ucraini sono registrati come elettori nella regione di Zaporizhzhia. Le schede elettorali per il referendum sono state stampate per 1,5 milioni di elettori della dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk (Rpd). La Cina stessa, alleata della Russia, si è espressa contro. Il mondo non riconoscerà né il voto né la probabile dichiarazione di annessione da parte del Cremlino. Ma a spaventare sono le possibili ripercussioni sul conflitto in Ucraina che potrebbe subire un’ulteriore, ennesimo aggravamento.
Fuga dalla guerra contro Kiev
Nelle grandi città russe, intanto, la guerra in Ucraina fa sempre più paura. Molti cittadini, soprattutto giovani uomini, sono in fuga. Da quando due giorni fa, il 21 settembre, Vladimir Putin ha decretato la mobilitazione di 300mila riservisti delle forze armate, lunghe code di veicoli si sono formate ai confini con la Finlandia per espatriare. Nella notte fra ieri e oggi 23 settembre analoghi ‘serpentoni’ di auto si sono incolonnati al confine Tra Russia e Georgia, secondo quanto riferisce la Bbc.
“Mi spezzerò un braccio”
Il Cremlino afferma che le notizie sulla fuga di uomini in età da coscrizione sono esagerate. Ma alcuni testimoni hanno stimato che la coda di auto al checkpoint di Upper Lars – al confine fra Russia e Georgia – fosse lunga circa svariati chilometri. Un altro gruppo ha affermato che ci sono volute 7 ore per attraversare il confine. Un uomo in coda in età da chiamata alle armi, che non ha voluto dire il suo nome, ha detto a un reporter della Bbc di aver preso il passaporto e di essersi diretto al confine senza neanche fare le valigie subito dopo l’annuncio del presidente Putin. “Mi spezzerò un braccio, una gamba, qualsiasi cosa pur di evitare di partire“, ha detto.
“Prelevati per morire in Ucraina”
Un aumento del traffico si è registrato nella notte anche alla frontiera con la Finlandia, che condivide un confine di 1.300 chilometri con la Russia ma richiede un visto per l’ingresso. Secondo rapporti dell’Isw (Istituto per lo studio della guerra) e del Guardian, le autorità russe avrebbero già infranto i loro impegni di limitare la coscrizione per combattere in Ucraina a uomini con esperienza militare e di non arruolare studenti russi. Filmati pubblicati sui social media fuori dalla Russia mostrano la polizia militare che ritira gli studenti dalle lezioni per la mobilitazione.
“Un milione di civili finiranno sotto le armi“
“L’approccio pesante del Cremlino alla mobilitazione per la guerra in Ucraina sta suscitando rabbia e sfiducia nell’opinione pubblica in tutta la Russia“, scrive Isw. Al di là della formale mobilitazione per i riservisti dalle più remote zone orientali della Federazione Russa, il Cremlino starebbe obbligando anche gli uomini con più di 50 anni ad andare a combattere. E se dovevano essere “300mila” i riservisti chiamati chiamati alle armi, secondo la Novaya Gazeta del premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, si arriverà a un milione di civili arruolati.