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Elezioni, come si vota: tutte le regole

Urne aperte dalle 7 alle 23 nella sola giornata di domenica 25 settembre

Domenica prossima 25 settembre si volgeranno le elezioni politiche generali anticipate in Italia. La scadenza naturale dei 5 anni di legislatura parlamentare era il 2023, ma la caduta del Governo Draghi ha persuaso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a sciogliere le Camere.

Sta per terminare, dunque, una campagna elettorale senza precedenti: la prima mai svolta nell’Italia repubblicana in piena estate, ovvero d’agosto. In vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, la direzione centrale del Ministero dell’Interno ha attivato online la funzione Cerca il tuo collegio e i tuoi candidati.

Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Elezioni, online la mappa dei collegi

Uno strumento utile per l’esercizio del diritto di voto per oltre 50 milioni di cittadini aventi diritto al voto su 60 milioni di italiani. Si tratta di una pagina web, raggiungibile al link https://dait.interno.gov.it/territorio-e-autonomie-locali/sut/ricerca_sezione.php. Consente a ogni elettore di consultare la lista dei candidati dei collegi di Camera e Senato. Occorre inserire il comune di residenza e il numero della sezione elettorale.

Diciottenni al voto per il Senato

Il corpo elettorale per le prossime elezioni politiche è composto di 50.869.304 elettori, di cui 4.741.790 all’estero. Per la prima volta i diciottenni al voto potranno esprimere la loro preferenza elettorale sia per eleggere i deputati, alla Camera, che i senatori, al Senato. Ciò a seguito della recente modifica dell’articolo 58 della Costituzione, che sinora fissava a 25 anni la soglia d’età per esercitare il voto al Senato.

Il premier uscente, Mario Draghi, all’evento sul Clima a New York, in mezzo a un gruppo di giovani. Foto Ansa/Palazzo Chigi

Le schede per le elezioni

Riportiamo sotto la fotografia dei fac-simile ufficiali delle schede per le elezioni politiche del 25 settembre, così come li ha forniti il ministero dell’Interno. Le schede riguardano i 146 collegi uninominali per l’elezione della Camera dei deputati e i 67 collegi uninominali per l’elezione del Senato della Repubblica. In entrambi i casi deputati e senatori si eleggono con il sistema elettorale maggioritario: vince il candidato che prende un voto più degli avversari. Ma i fac-simile riguardano anche i collegi plurinominali: 49 per la Camera, 26 per il Senato. In questi casi deputati e senatori si eleggono con il sistema proporzionale, ovvero l’assegnazione dei seggi fra i candidati avviene in proporzione ai voti ottenuti dai partiti.

Foto: www.interno.gov.it/

Camera dei deputati

Per le elezioni del 25 settembre resta infatti in vigore la legge elettorale della precedente tornata del 2018, il cosiddetto Rosatellum. Ma per la prima volta su di essa si innesta il taglio dei parlamentari. Per la Camera, il numero di deputati da eleggere è di 400 – non più di 630 – dei quali 8 eletti nella circoscrizione estero. I tre ottavi dei seggi – 146 seggi – si assegnano nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Fatto salvo quello della Val d’Aosta, che è un unico collegio uninominale, i restanti 245 seggi della nuova Camera dei deputati si attribuiscono con metodo proporzionale a livello nazionale in 49 collegi plurinominali.

Senato della Repubblica

Per il Senato, il numero di senatori da eleggere è di 200 – non più di 315 – di cui 4 nella circoscrizione estero. I tre ottavi dei seggi – 67 seggi – si assegnano nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Fatti salvi i collegi uninominali delle regioni che eleggono un solo senatore (Valle d’Aosta) e quelli del Trentino-Alto Adige (che elegge 6 senatori solo con sistema uninominale), i restanti 122 seggi si assegnano in ciascuna regione, nell’ambito di 26 collegi plurinominali, con il metodo proporzionale dei quozienti interi e dei maggiori resti, tra le liste e le coalizioni di liste che hanno superato la soglia di sbarramento.

Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Come sono fatte le schede

Il seggio consegna all’elettore due schede, una per la Camera e una per il Senato. I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate. A fianco dei contrassegni delle liste sono stampati i nominativi dei relativi candidati nel collegio plurinominale.

Come si esprime il voto alle elezioni

Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale e a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale. Se l’elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sui nominativi dei candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale collegato.

Non c’è il voto disgiunto

Se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo. Ciò in quanto per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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