Elezioni in Italia, le reazioni in Europa: esultano Polonia, Svezia e Ungheria
L'ampia vittoria del Centrodestra al 44% e il personale trionfo di Meloni preoccupano invece la Commissione Ue che tace
La vittoria del Centrodestra e in particolare di Giorgia Meloni alle elezioni in Italia scatena reazioni in tutto il mondo. In Europa esultano in Ungheria, Polonia, Svezia e la Francia di Marine Le Pen. Silenzio a Bruxelles, sede della Commissione dell’Unione Europea.
L’Europa accoglie così, a caldo, il trionfo alle elezioni del Centrodestra a trazione Giorgia Meloni e si prepara ad un’Italia che, dal punto di vista della collocazione politica, rischia di porsi agli antipodi rispetto a quella targata Mario Draghi. Con tutte le conseguenze del caso sui negoziati chiave che ci aspettano da qui a dicembre, a cominciare da quello sulla terza tranche dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato dall’Unione Europea.
All’Europarlamento Fratelli d’Italia siede con i Conservatori e Riformisti assieme ai polacchi del Pis, al governo, e agli Svedesi Democratici, che hanno appena incassato una exploit alle ultime elezioni. La Lega, invece, sta con i lepenisti francesi del Ressemblement National. E Jordan Bardella, eurodeputato e ‘big’ del partito di Marine Le Pen, è stato tra i primi ad esultare. “Gli italiani hanno dato una lezione di umiltà all’Unione Europea che, per voce della signora Von Der Leyen, ha preteso di imporre loro il voto. Nessuna minaccia di alcun tipo può fermare la democrazia: i popoli europei alzano la testa e prendono in mano il loro destino!“, ha scritto in un tweet.
Elezioni, Von der Leyen nel mirino
Il riferimento è alle parole della presidente della Commissione da New York, quando giovedì ha spiegato che se in Italia le cose “dovessero andare in una situazione difficile, l’Ue ha gli strumenti” per reagire. Strumenti già usati con Polonia e Ungheria. Dietro la coltre di silenzio con cui i partiti europeisti e le istituzioni Ue assistono al trionfo del Centrodestra alle elezioni in Italia c’è infatti soprattutto un timore. Ossia che il nostro Paese faccia asse con Ungheria e Polonia su una serie di temi chiave, a cominciare da quelli legati allo Stato di diritto.
Esulta anche il premier polacco, Mateusz Morawiecki, (“Congratulazioni Giorgia Meloni!“) e il tweet di Balazs Orban, consigliere politico dell’ungherese Viktor Orban, auspicano proprio questo: “Complimenti Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi per le elezioni di oggi! In questi tempi difficili, abbiamo bisogno più che mai di amici che condividano una visione e un approccio comune alle sfide dell’Europa“. Plaude anche l’ultradestra spagnola di Vox: “Stanotte milioni di europei ripongono le loro speranze sull’Italia. Giorgia Meloni ha indicato la strada per un’Europa orgogliosa, libera e di nazioni sovrane“, ha cinguettato il leader Santiago Abascal.
Il sostegno all’Ucraina
Ma c’è un’altra linea rossa sulla quale Bruxelles non ammetterà deviazioni: il sostegno all’Ucraina. Sul quale tuttavia Meloni ha già dato ampie rassicurazioni. La leader di FdI, a luglio, aveva fatto tappa proprio all’Eurocamera, ribadendo il suo pieno allineamento alle posizioni dell’Occidente. Del resto, a Strasburgo, Ecr è nella maggioranza che sostiene Roberta Metsola. Mentre attorno al gruppo Id in cui siede la Lega, da tempo la maggioranza del Parlamento europeo ha issato una sorta di “cordone sanitario“.
Ma l’esito del voto italiano, ora, potrebbe cambiare anche gli equilibri anche a Strasburgo. Il Ppe, ad esempio, a caldo non ha rilasciato commenti. Il suo sostegno a Forza Italia è stato fermo e costante, puntando anche sulle garanzie europeiste e atlantiste fornite dal partito guidato da anni nell’Ue da Antonio Tajani. Tuttavia già nei giorni scorsi nel Ppe cresceva il timore sul peso, scarso, che avrà FI all’interno della coalizione.
La reazione di Moody’s
Non ci sono soltanto reazioni politiche alle elezioni in in Italia. Fra le agenzie di rating è Moody’s che esprime in una nota il suo commento. “Il prossimo Governo italiano dovrà affrontare una serie di sfide creditizie significative” sostiene l’agenzia. “In primo luogo implementare il PNRR, gestire le questioni legate all’approvvigionamento di energia e ai prezzi di questa. Nonché gestire il peso del debito che è vulnerabile alla crescita negativa, ai costi di finanziamento e agli sviluppi dell’inflazione“.