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La vittoria di Giorgia Meloni: numeri e geografia del suo successo

Il trionfo nelle "regioni rosse" contro il PD e il raddoppio dei voti al Nord che schiaccia la Lega.

Le elezioni politiche del 2022 hanno sancito che Giorgia Meloni sarà la prima candidata donna a ricevere l’incarico come premier nel nostro Paese. Fratelli d’Italia – la sua creatura politica – si è imposto come primo partito in tutte le regioni italiane, salvo al Sud.

Giorgia Meloni
@ANSA/ETTORE FERRARI

Qui il Movimento 5 Stelle ha dato prova di una importante rimonta, in barba ai sondaggi che non lo stimavano oltre il 10%. I risultati più deludenti senza alcun dubbio si sono ottenuti in casa Lega e PD. Ma neanche il Terzo Polo può cantare troppo vittoria, visto che a sorpresa il Cavaliere, nonostante la campagna acquisti tra i suoi big, è riuscito ad ottenere un risultato migliore dell’accoppiata Renzi-Calenda. Le urne hanno sancito che il vero terzo polo è rappresentato da Giuseppe Conte. Ma non è l’unica “sorpresa” di questa giornata post-elettorale. I mercati finanziari hanno salutato in lieve rialzo il risultato: un cauto ottimismo come sempre avviene quando il risultato elettorale è certo.

Scontro Meloni-Letta: FdI sfonda nelle regioni e roccaforti rosse

La vittoria della Meloni era stata ampiamente prevista da tutti i sondaggi. Ciò che forse era stato un po’ meno previsto è il distacco finale tra FdI e PD. Sia al senato che alla camera il partito di Giorgia Meloni supera di almeno 5-6 punti il partito di Enrico Letta. Il tutto espugnando alcune “regioni rosse” da sempre o città simbolo per la sinistra come Sesto San Giovanni.

ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Nell’Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini (governatore PD, con aspirazioni nazionali e forse alla segreteria) difatti, il centro-destra ha preso quattro punti in più rispetto al centro-sinistra. E stesso discorso per la Toscana, dove per la prima volta nella storia, si afferma la coalizione di centro-destra con il 38% dei consensi contro il 34% della coalizione di centro-sinistra. In questa regione la Meloni è il primo partito al Senato, e si è attestata sotto i Dem di soli 8000 voti alla Camera.

Il successo della Meloni: sconfitto il Terzo Polo, solo Conte la ferma

Anche la Lega di Salvini ha visto più che dimezzarsi i propri consensi, se si tiene conto del voto delle Europee del 2019, dove il Carroccio aveva ottenuto il 32%. E dove invece oggi si ferma di poco sopra alla soglia dell’8%. Quindi ad una prima analisi appare la fagocitazione del consenso che era della Lega a favore della Meloni. Il risultato del partito di Berlusconi invece può dirsi soddisfacente per due ragioni. In primis per la fuga dei big dopo la caduta del governo Draghi, che si temeva drenassero consensi a favore di Calenda, che è rimasto dietro. Secondo perché l’aver praticamente lo stesso consenso di Matteo Salvini non lo relega al ruolo di vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro. Ciliegina sulla torta: molti dei fuoriusciti non sono entrati neppure in Parlamento. 

@ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

L’analisi dell’Istituto Piepoli fotografa che anziché rosicchiare voti al partito del Cavaliere, Calenda ne avrebbe pescati circa il 30% dal PD. Con il ruolo da reale Terzo Polo, che Azione ottiene solo nella città di Milano e nell’area metropolitana del capoluogo, dove con il 16% è il terzo partito. La Meloni però anche in Lombardia ha doppiato il risultato (27,6%) raggiunto dalla Lega (13,8%).  Altro discorso al sud, dove invece il Movimento 5 stelle ha vinto in oltre dieci collegi uninominali.  E il testa a testa Meloni-Conte, avrebbe visto in vantaggio il secondo soprattutto nel napoletano, nel palermitano, e nella nativa Foggia. Riscattando evidentemente il reddito di cittadinanza in termini di consenso.

I numeri della maggioranza del centro-destra

Enrico Letta ieri mattina, dopo il risultato deludente, ha annunciato le proprie dimissioni da segretario di partito. Il PD ora guarda ad un nuovo congresso a marzo e ad un nuovo leader, per prepararsi ad un opposizione in Parlamento. Sia alla Camera che al Senato difatti, il centro-destra ha ottenuto una maggioranza, non enorme, ma comunque numericamente autosufficiente. Al Senato con 115 sopra la soglia “comoda” dei 110 seggi. Alla Camera il risultato sarebbe ancora più ampio, con 235 seggi su 400. La sfida della Meloni – premier in pectore – è dare prova ora di una forte coesione politica sul campo, sotto la sua leadership, gestendo le varie anime politiche che abitano il centro-destra.

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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