Ucraina: strage di bambini a Kharkiv, i civili sempre più nel mirino
Bombardamenti russi colpiscono un secondo convoglio di persone in due giorni. Ma le truppe di Mosca si ritirano anche da Lyman
Aumenta l’intensità della guerra in Ucraina. Il giorno dopo l’annessione a Mosca dei territori occupati da parte dei russi, un attacco missilistico degli invasori nella regione di Odessa colpisce un sito industriale. Oltre 50, invece, i raid in 24 ore, denuncia Kiev, nella regione di Donetsk, con la morte di almeno 4 civili.
Missili russi stamani 1 ottobre anche su Mykolaiv, mentre la società energetica ucraina denuncia l’arresto da parte russa del direttore della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Una strage di bambini – 13 vittime – più altri 24 adulti uccisi fra cui una donna incinta, si è verificata nella regione di Kharkiv. I russi hanno fatto fuoco mentre il convoglio stava lasciando la zona in auto, afferma il governatore locale Oleh Syniehubov, citato dalla AP online.
L’attacco – si tratterebbe del secondo convoglio di civili colpito negli ultimi due giorni – sarebbe avvenuto nel distretto di Kupiansy. “Un atto crudele che non può essere giustificato“, ha detto Syniehubov. Secondo i servizi di sicurezza dell’Ucraina, l’attacco è avvenuto nella cosiddetta “zona grigia” tra la città di Svatove occupata nella regione di Lugansk e quella liberata di Kupyansk nella regione di Kharkiv. Due località che distano tra loro circa 60 chilometri.
L’Ucraina riconquista Lyman
Secondo l’esercito di Kiev, i russi stanno anche bombardando le posizioni delle truppe dell’Ucraina lungo la linea di contatto. Stanno inoltre conducendo ricognizioni aeree, e “il nemico sta attaccando le infrastrutture civili e le abitazioni della popolazione civile. Il tutto violando le norme del Diritto Internazionale Umanitario, le leggi e i costumi di guerra” affermano le forze armate.
“Le truppe della Federazione Russa, oltre 5mila militari, di stanza nelle città orientale di Lyman sono circondate dall’esercito ucraino. Hanno fatto appello alla loro leadership con la richiesta di ritirarsi. La richiesta è stata respinta dai comandanti della Federazione“, ha riferito su Telegram il capo dell’amministrazione militare di Lugansk Sergiy Gaidai. Le truppe ucraine sono però entrate a Lyman, città chiave in mano ai russi nella regione orientale di Donetsk. Lo afferma l’esercito di Kiev. Da Mosca arriva la conferma: “A causa della minaccia di essere circondate, le truppe alleate si sono ritirate da Krasny Lyman verso posizioni più vantaggiose“. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, citato da Interfax. “L’esercito ucraino sta subendo perdite considerevoli a Krasny Lyman ma continua ad avanzare“, ha aggiunto Mosca.
Erdogan contro Svezia e Finlandia
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è intanto tornato a minacciare il suo veto all’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. Questo “fino a quando le promesse” fatte ad Ankara dai due Paesi nordici “non saranno mantenute“. Parlando all’Assemblea nazionale turca della questione ucraina, Erdogan ha detto che fino a quando ciò non avverrà la Turchia “manterrà la sua posizione di principio“. Si riferiva in particolare alla richiesta fatta alla Svezia di non ospitare più esponenti curdi che Ankara considera terroristi.