Oggi 12 ottobre nel 1492 Cristoforo Colombo con le sue tre Caravelle, avrebbe scoperto il continente americano. Stravolgendo di li a poco, tutte le certezze che l’uomo aveva coltivato fino ad allora. A seguito di quell’avvenimento storico, filosofi, pittori, scrittori, getteranno le basi in Europa dell’Umanesimo. Un periodo dove l’intelletto dell’uomo, la sua natura, il suo talento, le sue capacità, verranno esaltate e poste al centro.
Sopravvivendo alla traversata oceanica e portando alla luce un altro continente dopo circa 1000 anni difatti, Colombo aveva mostrato a tutti che l’essere umano quando si adoperava, si ingegnava, era in grado di fare qualunque cosa. La natura e gli istinti dell’essere umano smettevano così da quel momento di venir concepiti come fonti di peccato e di corruzione. Ma vennero esaltati come doni e talenti che rendevano gloria a Dio.
Ma nonostante l’immensa portata storica dell’evento, e l’indiscutibile coraggio di Colombo. Di fidarsi di se stesso e dei propri calcoli, avventurandosi oltreoceano con le imbarcazioni dell’epoca. In America per colpa della cosiddetta Woke Culture, l’equivalente del nostro politically correct. Un condottiero e pioniere come Cristoforo Colombo è diventato all’improvviso il responsabile di genocidio dei popoli nativi americani. Generando un’autentica storpiatura della storia. Fenomeni da cui non è esente l’intero occidente.
Il personaggio di Colombo e la Woke Culture Americana
La scoperta dell’America restituì agli uomini la curiosità, la fiducia nella natura umana, ne risvegliò il pensiero e il desiderio di avventura e scoperta. Dopo un’epoca buia, come quella del Medioevo. Che seppur molti storici oggi, tendono a rivalutare, in quanto nei fatti fu periodo di numerosi innovazioni moderne. E per quanto possa sembrare assurdo perfino di grandi libertà. Era stata comunque un’epoca segnata da numerose guerre e pestilenze. Dove la cultura lasciava facilmente spazio a superstizioni e pregiudizi. Colombo con il suo coraggio e ingegno contribuì a imprimere una rottura storica nelle coscienze: una nuova concezione nei confronti della quotidianità della vita dove l’uomo non doveva solo contemplare, adorare, pregare, e trafugare la mondanità, ma soprattutto agire. Non più nel timore, ma per mano di Dio. Peccato che nell’era moderna anche un sognatore come lui, è stato presto storpiato a causa del giudizio della Woke Culture.
Nello Stato della Virginia, un gruppo di manifestanti due anni fa ha abbattuto la testa di una statua del nostro grande esploratore. Imbrattandone il piedistallo con lo slogan: “Colombo rappresenta il genocidio” . Negli anni ben 13 Stati americani poi hanno cancellato il Columbus Day, sostituendolo con una giornata in ricordo delle sofferenze patite dai nativi americani. Una sorta di processo postumo dunque ai danni del personaggio storico di Colombo. Che nell’ottica del politically correct odierno, non rappresenterebbe più un pioniere della storia bensì il primo responsabile delle morti delle tribù locali. Ma è solo un esempio oltreoceano della Woke Culture, che ormai sta esplodendo in tutto l’Occidente. E che sta provocando non poche divisioni e importanti fratture sociali, nella società americana quanto in quella Europea.
I danni del politically correct in Occidente alla storia magistra vitae
Il politically correct sta innescando una revisione della storia e dei personaggi del passato, secondo categorie e metri di giudizio totalmente moderni e fuori contesto storico. Che stanno provocando una distorsione della nostra memoria storica e della nostra identità culturale allarmante. Oggi ogni racconto, storia, serie tv, film d’epoca, personaggio storico, subisce il vaglio di una sorta di nuova “Santa Inquisizione 2.0“. Dove se determinati criteri moderni non vengono rispettati, si attiva immediatamente la gogna mediatica. Una cappa culturale dunque che impedisce alle menti di essere davvero libere e lucide. Perché giudicare Colombo un razzista, come se fosse stato mosso da disegni egemonici alla stregua di un Mussolini o di un Hitler, significa non aver capito nulla della storia.
Questo accade perché il politically correct portato all’estremo riduce la storia ad una farsa, ad una sorta di serie tv – linguaggio più comprensibile per tutti – moderna da commentare sul divano. Dove senza una piena e profonda conoscenza del contesto storico oggi chiunque si prende la briga di criticare via via un personaggio: omofobo, sessista, razzista, e per questo colpevole. Così anziché comprendere la portata storica di quel personaggio si finisce solo per vederne una briciola, e alle volte anche storicamente non attendibile. Come si è arrivati dal romano “historia magistra vitae” a questo? A temere la storia, tanto da volerne cancellare miti e simboli. La storia, e dunque la verità, va difesa e protetta sempre. E non cancellata o rivisitata secondo i propri gusti moderni. Che è un comportamento proprio dei regimi. Il passato – spesso raccontato da chi ha vinto – ha il compito di ribadirci chi siamo stati. Spesso trova le fonti per dar voce anche a chi era più debole. Per il chi siamo oggi, basta valutare informazione, la stampa.