Festa del Cinema di Roma “A Cooler Climate”: il racconto autobiografico di James Ivory
Il maestro del "period drama" porta in dono alla manifestazione cinematografica della Capitale frammenti della sua storia
Il racconto autobiografico di James Ivory sul grande schermo della Festa del Cinema di Roma nel giorno inaugurale della sua diciassettesima edizione.
La Festa del Cinema di Roma apre le porte dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone oggi, 13 ottobre 2022, con il documentario autobiografico realizzato da James Ivory. Regista, sceneggiatore e produttore americano, nonché premio Oscar a 89 anni per la sceneggiatura di Chiamami col tuo nome del nostro Luca Guadagnino. Il maestro del ‘period drama’ con A Cooler Climate, racconta la scoperta di una serie di scatole di pellicola che ha realizzato durante un viaggio e che gli ha cambiato la vita in Afghanistan, nel 1960.
La Sala Petrassi dell’Auditorium porta in scena A Cooler Climate di James Ivory: sinossi
James Ivory fruga tra i libri e gli scaffali della sua casa e ritrova le bobine di un documentario girato in Afghanistan durante un suo viaggio nel 1960. Virate e immalinconite dal tempo, le immagini di Bamiyan e Kabul si mescolano con quelle della sua infanzia nell’Oregon, sempre accompagnate dalla voce narrante dell’autore, che racconta le motivazioni, le scoperte e le conquiste di quel viaggio e che contemporaneamente legge, come fosse una fiaba iniziatica, pagine dell’autobiografia di Babur, il discendente di Tamerlano che nel 500 fondò la dinastia Moghul e dominò India e Afghanistan.
E poi, a New York, nel 1961, ecco Ismail Merchant, compagno, produttore e socio di una vita, che gli fa leggere The Householder di Ruth Prawer Jhabvala, che diventerà il primo film della Merchant/Ivory. Un preludio alla vita, al cinema, le passioni culturali, gli umori, gli amori, tracciato con malinconico affetto, con la collaborazione del montatore Giles Gardner.
James Ivory: un viaggio tra i ricordi intimi e pubblici di ‘un’ regista
In un’unica pellicola James Ivory racconta spezzoni della sua vita che mantengono sì, il focus sui viaggi fatti in Afghanistan tra Bamiyan e Kabul per esempio, ma di tanto in tanto l’obiettivo della cinepresa torna sul presente, sul James di oggi, che riapre un passato ‘nascosto’ tra album fotografici, pellicole e taccuini. Si è scelti la luce calda nei ciak laddove Ivory racconta la sua vita intima attraverso i ritratti ingialliti dal tempo. Un’atmosfera – appunto – accogliente, che riscalda e che accompagna la narrazione del ricordo. Qui James rivive la sua infanzia, il rapporto col padre – colui che lo ha portato a conoscere la bellezza del viaggio – e la consapevolezza di essere ‘speciale’.
Da bambino aveva chiesto come regalo di Natale una casa delle bambole. Ma la sua curiosità lo spingeva in una direzione ben precisa, era attratto dagli interni di quel micro-mondo. E, nonostante la costernazione altrui, James ha avuto il suo regalo e con esso ha scoperto la passione per l’arredamento, la scenografia. Le scene del cortometraggio si alternano con una certa costanza raccontando la vita privata del regista americano e quella ‘pubblica’ intensificata di ricerche antropologiche visitando quei posti dell’Afghanistan preferibilmente al di sotto dei 30°. Quei viaggi, le clip dei posti visitato dal regista – nonché prossimo al premio alla carriera dove riceverà la nomina negli spazi della Festa del Cinema di Roma – sono raccontate da una voce fuori campo, la stessa che legge le lettere inoltrate alla sua mamma.