Vittorio Camaiani: “La mia musa? E’ una donna fuori dal coro”
Il couturier marchigiano si ispira a Regina Cassolo Bracchi per la nuova collezione Autunno /Inverno 22/23
E’ un racconto “a quattro mani”, un dialogo tra arte e moda la nuova collezione Fall/Winter 2022/23 di Vittorio Camaiani. Il couturier marchigiano da anni ci ha abituato ad una narrativa stilistica in cui si amalgamano all’unisono moda, arte e letteratura. Per la nuova collezione Vittorio Camaiani si ispira a Regina Cassolo Bracchi, affascinante artista d’avanguardia.
“Regina” è stata una delle più singolari esponenti del Futurismo milanese negli Anni Trenta e del Movimento Arte Concreta negli Anni Cinquanta del Novecento. Lo stilista marchigiano racconta la sua ultima fatica in un’intervista esclusiva su VelvetMAG.
Vittorio Camaiani Regina, il racconto moda arriva nella Capitale
La nuova collezione Autunno/Inverno 22/23 di Vittorio Camaiani ispirata a Regina, dopo aver toccato Bologna, raggiunge oggi la Capitale tramite il consueto appuntamento di AtelierPerUnGiorno. Nella storica sala lettura dell’Hotel Santa Chiara lo stilista presenterà i capi che sfileranno in una sorta di atelier Anni Cinquanta. Le sculture di Regina in alluminio, plexiglas e acetato stupirono il pubblico di allora e ancora oggi appaiono dotate di una particolare bellezza e modernità. Una collezione che prende vita in maniera casuale. “Nel 2014 ero a Milano a casa dei miei cari amici Zoe e Gaetano Fermani (amici dell’artista futurista, attenti collezionisti e custodi della memoria di Regina n.d.r. )– afferma in esclusiva a VelvetMAG Vittorio Camaiani- “Sopra di me una scultura in plexiglass si muoveva ed io con la mente l’avevo già trasformata in abito. La piccola scultura era di Regina Cassolo Bracchi detta “Regina”.
I tratti essenziali e le geometrie astratte erano infatti i segni distintivi dell’artista futurista, che in questa collezione si trova a dialogare con lo stilista marchigiano e le sue stoffe. “Credo di essere da sempre un po’ futurista, e forse la mia donna può esserne testimone. Narrando con la stoffa tutto ciò che colpisce il mio sguardo anche quando ho dedicato le collezioni ai viaggi, alla natura e alla letteratura inserisco sempre un tocco di futurismo, “IL MIO FUTURISMO”- dichiara in esclusiva a VelvetMAG Vittorio Camaiani.
Chi era Regina?
Regina Cassolo Bracchi, originaria di Mede Lomellina e moglie di Luigi Bracchi, noto paesaggista valtellinese, è stata tra le prime artiste dell’avanguardia futurista a realizzare sculture utilizzando materiali innovativi per l’epoca quali l’alluminio, il plexiglass e il filo di ferro. Regina ha aderito nel 1932 al Futurismo e nel 1951 al MAC, il Movimento di Arte Concreta. Nella sua carriera ha partecipato a importanti mostre collettive internazionali come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano e la Quadriennale di Roma.
Nonostante questo, Regina non è riuscita a emergere nel panorama artistico del tempo, anche perché non è mai stata rappresentata stabilmente da una galleria e ha avuto solo due personali in vita. I più importanti nuclei attualmente esistenti di sue opere si trovano al GAMEC-Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, al Museo Pompidou a Parigi e nella collezione di Zoe e Gaetano Fermani a Milano. Attualmente Regina è presente alla Biennale di Venezia con un nutrito gruppo di sculture degli Anni Trenta.
Un lavoro “a quattro mani“
È un lavoro “a quattro mani” quello di Camaiani in cui le forme rigide della scultura vengono trasformate e traslate su tessuto dallo stilista in un continuo rimando all’estetica di Regina, ma rese morbide e fluttuanti, pronte per avvolgere il corpo femminile. Nel dialogo tra Vittorio Camaiani e Regina sculture, strutture e disegni diventano l’alfabeto della loro comunicazione; linee rotonde, triangoli, forme astratte si appoggiano sulla donna Camaiani. “A quattro mani è un “Viaggio/Dialogo” con l’artista Regina dove le sue opere in plexiglas perdono la rigidità e si tramutano in stoffa.”- chiosa lo stilista– “Trattandosi di una collezione-dedica qualche abito riprende direttamente l’estetica di Regina e il resto della collezione è un mix tra me e la sua arte.”
Tra i pezzi cult della collezione Vittorio Camaiani e Regina compare il giaccone “1969”, ripreso da una scultura in plexiglas bianco e trasparente o quello giallo in cachemire ricamato a motivi che evocano il canarino scolpito da Regina negli anni 1925/1930. “Sono affascinato da sempre dalle geometrie e questo giaccone ne è la testimonianza diretta. Non potevo trascurare il mio dialogare oltre l’opera ed il canarino giallo mi ricordava quello che lei portava al collo in gabbietta come una collana nonché una sua famosa opera in gesso.”- dichiara in esclusiva il couturier.
Vittorio Camaiani e Regina la collezione svelata attraverso l’AtelierPerUnGiorno
Da anni Vittorio Camaiani accompagna le sue cliente alla scoperta della sua couture tramite la fortunata formula dell’AtelierPerUnGiorno. In una sorta di atelier Anni Cinquanta lo stilista, insieme a sua moglie Daniela Bernabei, guidano il loro pubblico alla scelta personalizzata del proprio capo d’abbigliamento. “È una formula che ci porta ad essere vicini alla cliente, ad ascoltarla avvicinandoci al suo essere, uno scambio per non allontanare lo stile dal vivere reale.“ spiega il designer, che interrogato su una sua possibile musa ispiratrice dichiara:
“Spesso mi è capitato di conoscere persone che nella vita hanno ruoli sociali importanti e le ho anche vestite, scoprendo così tante caratteristiche di loro più intime e nascoste. Per rispondere direi una donna, la prossima che incontrerò e se fosse un’attrice o una personalità ben venga, oppure sarà un’altra donna vestita a modo suo Camaiani. La mia è una donna fuori dal coro, una donna che vive, corre tutto il giorno, lavora, è la donna di oggi. Ma è anche una donna che non vuole rinunciare all’eleganza e al gusto di interpretare se stessa attraverso un mio abito.”
Vittorio Camaiani e Regina: grigi perla, verdi e blu in jersey e cachemire
La collezione si struttura sui colori dei materiali utilizzati da Regina come il grigio dell’alluminio e il giallo, il verde e il rosa del plexiglas. Un abito prende vita da una scultura in plexiglas, un giaccone segue le linee di una sfera, le gonne a punta come le sculture salgono e scendono dall’orlo e seguono un bozzetto di Regina. Piccoli triangoli colorati si appoggiano al rigore di un tubino, i pantaloni si muovono fluidi e finiscono sull’orlo piegati come in una sua scultura, come anche le maniche di una elegante camicia bianca, pezzo iconico di Camaiani presente in ogni sua collezione. I colori dominanti della collezione sono il grigio perla e il grigio ferro, diverse tonalità di verde, dal marcio al bottiglia, il giallo, il nero, il rosa e il blu.
I materiali sono principalmente cotone, seta crepe de chine, il jersey, crepe di lana, vigogne, rasatelli e cachemire. Questa collezione Vittorio Camaiani e Regina costruita “a quattro mani” porta con sè dunque i tratti riconoscibili di entrambi, in un continuo intreccio tra le rispettive estetiche, come testimoniano i bozzetti dello stilista, per la prima volta siglati a doppia firma, “Camaiani-Regina”. “Tra i miei progetti futuri”- svela Camaiani– c’è quello di voler creare una piccola scuola dove le nuove generazioni possano capire che la moda non va solo fatta sui tavoli dei consigli di amministrazione, ma parte da idee, esperienze e amore per la bellezza. La bellezza? E’ il mio ossigeno”.
Di seguito una video intervista esclusiva per VelvetMAG: