I ministri di Meloni: Giorgetti all’Economia, Tajani agli Esteri, Ronzulli fuori
Niente da fare per la fedelissima di Berlusconi, il quale è già in rotta con la maggioranza di Centrodestra
Quando nascerà il Governo Meloni? Ma soprattutto, chi saranno i ministri? Salgono in queste ore le quotazioni per gli esponenti della Lega e scendono quelle di Forza Italia.
Alla Lega gli osservatori assegnano la presidenza della Camera, con Lorenzo Fontana nuovo candidato, e 5 o 6 ministeri. Fra cui sembra proprio che ci sarà quello dell’Economia, con Giancarlo Giorgetti che riceve anche l’endorsement di Giorgia Meloni. “Penso che sarebbe un ottimo capo del Mef“, dice la premier in pectore. E Forza Italia? Le cose non si mettono bene per il partito di Silvio Berlusconi, protagonista, ieri 13 ottobre, di una giornata nera durante l’elezione di Ignazio La Russa (FdI) a presidente del Senato.
L’ex premier ha mandato al diavolo il neo presidente e ha espresso tutta la sua irritazione per i “veti” su Licia Ronzulli, la sua protetta, divenuta ormai un caso politico per Giorgia Meloni. La quale non ha alcuna intenzione di imbarcarla nel Governo. A Forza Italia dovrebbero andare alla fine 4 posti, inclusa la Farnesina. Il ministero degli Esteri sembra destinato ad Antonio Tajani. A FI, però, non andrebbero né il ministero della Giustizia, né alcun ruolo nel Governo per Licia Ronzulli.
Meloni e la grana Forza Italia
Giorgia Meloni esce dunque dalla fase più tesa delle trattative sull’esecutivo con un alleato rinforzato, Matteo Salvini – farà il ministro delle Infrastrutture? – e uno ridimensionato, Silvio Berlusconi. La voglia di negoziare ancora con il Cavaliere, raccontano fonti vicine alla premier in pectore, è pari a zero. E questo accade dopo la scelta degli azzurri di non sostenere Ignazio La Russa nell’elezione che l’ha portato al vertice del Senato. A soccorrere La Russa sono stati una ventina di voti dalle opposizioni altrimenti non sarebbe stato eletto.
La lista dei ministri
Inizia quindi a prendere corpo la lista dei ministri. Secondo ragionamenti in ambienti della maggioranza, il capo dello Stato potrebbe conferire a Meloni l’incarico di formare il nuovo Governo anche giovedì 20 ottobre, mentre Mario Draghi sarà impegnato al Consiglio europeo a Bruxelles. Per ora sono sostanzialmente definiti la spartizione dei ministeri e alcuni nomi chiave. FdI pare intenzionato a tenersi stretti, fra gli altri, Difesa (Adolfo Urso il nome forte), Giustizia (Carlo Nordio), Mise, Affari europei (Raffaele Fitto). Oltre a Istruzione e Cultura, per cui si parla anche di Fabio Rampelli.
I tecnici di Meloni
Potrebbero essere scelti due tecnici per Lavoro e Salute. Uno schema da completare nei prossimi giorni, così come intende fare Meloni. Con FI la frattura si è consumata nell’incontro di primo mattino, il 13 ottobre, quando la presidente di FdI ha ribadito a Berlusconi il veto su Ronzulli, la fedelissima del Cavaliere. Il quale per lei chiedeva, in ordine di gradimento: il Turismo, le Politiche europee o le Pari opportunità e la famiglia. Alla fine, consumatosi lo strappo in Senato, la trattativa è finita. Con un epilogo che lascia decisamente scontenti gli azzurri. Dovrebbero essere confermati i ruoli per Tajani e Anna Maria Bernini, con Elisabetta Casellati alla Pubblica Amministrazione e Gilberto Pichetto alla Transizione ecologica.
I ministri della Lega
La Lega si è convinta ad accettare una poltrona cruciale quanto potenzialmente scomoda: Giancarlo Giorgetti all’Economia. Ma l’idea dei leghisti è di farla passare quasi come una scelta tecnica, provando a ottenere pure uno dei due viceministri dell’Economia, Massimo Bitonci, mentre l’altro sarebbe Maurizio Leo di FdI. Giorgetti ha rimesso la decisione a Salvini, che nel frattempo ha deciso di puntare su Lorenzo Fontana per la presidenza della Camera. E ha chiesto a Riccardo Molinari – fin qui considerato il favorito – di proseguire come capogruppo a Montecitorio. Alla Lega potrebbero toccare anche Affari regionali (Erika Stefani), Agricoltura (Gian Marco Centinaio) e Famiglia (Alessandra Locatelli). Oltre agli Interni, con un tecnico come il prefetto Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto al Viminale con Salvini.