All’Angelus di domenica 16 ottobre Papa Francesco esorta a non allontanarsi dall’amore di Dio e pregare sempre, anche nel corso di vite frenetiche. Perché anche con il cuore indaffarato è importante che il legame con il Signore non si raffreddi mai.
Si apre con un importante interrogativo la riflessione che precede l’Angelus di domenica 16 ottobre. Facendo riferimento al Vangelo della Liturgia odierna, Papa Francesco si chiede se Gesù possa trovare ancora fede tornando sulla Terra. E da questo quesito scaturisce un’importante riflessione che il Santo Padre pone sotto le orecchie attente dei fedeli riuniti in Piazza San Pietro.
“Immaginiamo che il Signore venga oggi sulla terra: vedrebbe, purtroppo, tante guerre, tanta povertà, tante disuguaglianze, e al tempo stesso grandi conquiste della tecnica, mezzi moderni e gente che va sempre di corsa, senza fermarsi mai. Ma troverebbe chi gli dedica tempo e affetto, chi lo mette al primo posto?“.
Le riflessioni di Papa Francesco prima dell’Angelus
Papa Francesco ritorna sul tema della preghiera e della sua importanza e lo presenta ai fedeli che sono in ascolto dell’Angelus di domenica 16 ottobre. Consapevole che, spesso, si è alle prese con ritmi di vita frenetica, con la rincorsa verso cose che riteniamo urgenti, ma che forse non lo sono, il Santo Padre esorta a non dimenticare mai il Signore. La preghiera è il modo attraverso il quale Gesù ci offre un rimedio per “riscaldare una fede intiepidita“. Il Pontefice definisce il dialogo con il Signore (la preghiera) una “medicina per la fede” e un “ricostituente per l’anima“. Ma è necessario che essa sia costante, come una pianta che per sopravvivere ha bisogno di acqua periodicamente.
Come spiega il Papa, non è possibile vivere di esclusivi momenti forti, per poi “entrare in letargo” ma è fondamentale curare la fede, ogni giorno, con la preghiera. Solo questo è il modo affinché: “Lui possa entrare nel nostro tempo, nella nostra storia“. Ed in questo contesto il Santo Padre introduce la funzione delle giaculatorie, quelle preghiere brevi, “i messaggini” che, anche se con poche parole, permettono di non distaccarsi dal dialogo con il Signore. “Quante volte mandiamo ‘messaggini’ alle persone a cui vogliamo bene! Facciamolo anche con il Signore, perché il cuore rimanga connesso a Lui. E non dimentichiamo di leggere le sue risposte. Il Signore risponde, sempre. Dove le troviamo? Nel Vangelo, da tenere sempre sotto mano e da aprire ogni giorno alcune volte, per ricevere una Parola di vita diretta a noi“.
Le due sessioni del Sinodo
Al termine dell’Angelus il Santo Padre ricorda, infine, che il 10 ottobre del 2021 si è aperta la prima fase della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Da allora si sta svolgendo nelle Chiese particolari la prima fase del Sinodo, con l’ascolto e il discernimento. Come vuole sottolineare Papa Francesco, prima di salutare i fedeli riuniti in Piazza San Pietro e quelli in ascolto attraverso i mezzi di comunicazione: “I frutti del processo sinodale avviato sono molti, ma perché giungano a piena maturazione è necessario non avere fretta“.
“Pertanto -conclude il Pontefice – allo scopo di disporre di un tempo di discernimento più disteso, ho stabilito che questa Assemblea sinodale si svolgerà in due sessioni. La prima dal 4 al 29 ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre del 2024. Confido che questa decisione possa favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, e aiutare tutti a viverla in un cammino di fratelli e sorelle che testimoniano la gioia del Vangelo“.