Scatta la legge marziale russa nei territori dell’Ucraina che le truppe di Mosca hanno occupato e si sono annesse illegalmente. Si tratta di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e di Kherson. Da quest’ultima, però, i russi sarebbero in fuga. La controffensiva degli ucraini sta avendo successo. Nuovi attacchi russi a Kiev provocano vittime, il giorno dopo le dichiarazioni di Berlusconi sulla “lettera dolcissima” che Putin gli avrebbe scritto.
Vladimir Putin ha firmato un decreto per l’introduzione della legge marziale. Non solo. Nel suo intervento al Consiglio di sicurezza russo, il capo del Cremlino – col quale Silvio Berlusconi sostiene di aver “riallacciato i rapporti” – ha emanato un decreto che limita i movimenti dentro e fuori 8 regioni russe confinanti con l’Ucraina. Si tratta, secondo il quotidiano britannico Guardian, di misure che si applicano alle regioni meridionali. Fra queste, a Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov. Ma anche ai territori ucraini di Crimea e Sebastopoli che la Russia ha annesso nel 2014.
Da parte ucraina, sostiene Putin, Kiev rifiuta qualsiasi proposta di dialogo. E così “gli attacchi continuano, i civili stanno morendo“. “Le leggi costituzionali sull’ammissione delle quattro nuove regioni alla Federazione Russa – ha affermato il presidente russo – sono entrate in vigore. Come è noto, il regime di Kiev si è rifiutato di riconoscere la volontà e la scelta del popolo e rifiuta qualsiasi proposta di dialogo. Piuttosto, gli attacchi continuano. I civili stanno morendo“, ha detto Putin.
Ucraina, la situazione a Kherson
Allarmi anti aerei, anche oggi 19 ottobre, in buona parte dell’Ucraina. Da Kiev a Odessa. Le sirene hanno risuonato anche a Mykolaiv, Poltava, Chernihiv, Zaporozhzhia, Kirovograd e Cherkasy. Lo afferma Sergei Bratchuk, consigliere del capo dell’amministrazione militare regionale di Odessa, come riporta l’agenzia russa Ria Novosti. Esplosioni si sono verificate di nuovo nel centro di Kiev, già colpito ripetutamente nei giorni scorsi. Lo riferisce il corrispondente dell’Agence France Presse (AFP) nella capitale ucraina.
Più a Sud, invece, le forze armate ucraine “hanno iniziato un’offensiva in direzione di Novaya Kamenka-Berislav nella regione di Kherson“. Sul campo ci sono “fino a due battaglioni di fanteria della 128ª brigata d’assalto e un battaglione di carri armati della 17ª brigata“, ha dichiarato il vice capo dell’amministrazione regionale filorussa Kirill Stremousov, citato dall’agenzia Interfax. “I preparativi hanno preceduto l’attacco offensivo. Ci sono molti droni ucraini a raggio intermedio e un aereo da ricognizione“, ha detto Stremousov.
“Circa 50 dipendenti della centrale elettrica di Zaporizhzhia sono prigionieri dei russi” ha riferito l’operatore ucraino Energoatom all’AFP. Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale di Mykolayiv, Vitaly Kim, “i russi si stanno preparando a bombardare Kherson, che è occupata da loro“. “Stanno evacuando la popolazione (decine di migliaia di persone, ndr.), dicono che le forze armate ucraine spareranno, colpiranno Kherson. Ma conoscendo le tattiche russe ho la sensazione che i russi si stiano preparando a colpire la città“, ha detto Kim, citato dall’agenzia di stampa ucraina Unian.
Ucraina, civili nel terrore
Non basta. Militari russi avrebbero aperto il fuoco sulle ambulanze nella comunità di Dvorichna, nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Lo ha scritto su Facebook il Centro per le cure mediche d’emergenza e la medicina dei disastri del Consiglio regionale di Kharkiv, come riferisce Ukrinform. “Il nemico continua a seminare il terrore tra i civili nelle aree liberate di Kharkiv con attacchi missilistici. Nel bombardamento di oggi del distretto di Dvorichna, tre veicoli specializzati in servizi medici di emergenza sono stati gravemente danneggiati, alcuni dipendenti del Servizio di emergenza sono rimasti feriti.”
Nelle aree occupate i russi starebbero inoltre saccheggiando i musei e bruciando i libri in lingua ucraina. Lo afferma lo Stato maggiore dell’esercito di Kiev nel suo report mattutino del 19 ottobre, riporta Ukrinform. Il Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione ha documentato più di 500 casi di crimini di guerra russi contro il patrimonio culturale ucraino.
La Ue e il sostegno all’Ucraina
“Gli attacchi mirati della Russia contro le infrastrutture civili stanno segnando un nuovo capitolo di una guerra già crudele. L’ordine internazionale è chiaro. Questi sono crimini di guerra. Attacchi mirati contro le infrastrutture civili con il chiaro obiettivo di privare uomini, donne e bambini di acqua, elettricità e riscaldamento con l’arrivo dell’inverno. Questi sono atti di puro terrore. E dobbiamo chiamarli come tali“. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al Parlamento Europeo.
Il Ppe e Berlusconi
All’Europarlamento è intervenuto sull’Ucraina anche il capogruppo del Partito popolare europeo, il tedesco Manfed Weber. “La Russia ha attaccato nuovamente Kiev con quasi 30 droni, uccidendo innocenti, tra cui una donna incinta” ha detto. “Non passa giorno senza che Putin e il suo regime diano notizie terribili e menzogne“.
On Monday, Russia attacked Kyiv with nearly 30 drones, killing 4 innocents, including a pregnant woman.
Putin is a war criminal.
Putin must lose.
Putin must finally understand that he cannot win this war.
Europe will never stop supporting Ukraine. Never! This message unites us! pic.twitter.com/b7amuqs17r— Manfred Weber (@ManfredWeber) October 19, 2022
“Tenendo conto di tutte le vittime, non ci stanchiamo di dire che Putin è un criminale di guerra. Putin deve perdere e l’Europa non smetterà mai di sostenere l’Ucraina. Mai. Questo messaggio ci unisce“, ha rimarcato Weber alla Plenaria, dove il dibattito ha anche toccato le parole di Silvio Berlusconi su Putin. Parole che vanno in una direzione diversa rispetto a quelle del capogruppo del Ppe, di cui Forza Italia fa parte. “Siamo fiduciosi che Forza Italia guiderà il prossimo Governo in un percorso che servirà i migliori interessi del popolo italiano come parte di un’Europa forte e stabile” era stata la dichiarazione del Partito Popolare europeo all’indomani delle elezioni italiane del 25 settembre. Più d’uno ora si chiede se Manfred Weber e i suoi ne siano ancora così convinti.