A meno di un mese dalle elezioni politiche dello scorso 25 Settembre stravinte da Giorgia Meloni possiamo ridare un’occhiata ai sondaggi per capire se qualcosa è cambiato quando la Legislatura sta per decollare.
Stando all’ultima rilevazione SWG, Fratelli d’Italia è ancora il partito saldamente al comando nei consensi. La forza guidata da Giorgia Meloni viene data stabile e in solitaria in vetta al 27%. La distanza tra il Partito Democratico e Fratelli D’Italia è stimata in aumento, con i democratici accreditato del 17%. Ad assottigliarsi sarebbe invece la distanza tra il partito di Conte e i dem, dove non sono pochi oggi quelli a prevedere un sorpasso nei prossimi mesi da parte del M5S, andando a diventare la seconda formazione del Paese.
Tutti gli altri partiti invece non arrivano al 10%. La Lega di Matteo Salvini ad esempio, guadagna lo 0,2% ma non va oltre l’8,5%. Mentre il Terzo Polo di Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi salgono dello 0,1%, ma non arrivano oltre l’8,1%. Torna a crescere anche Forza Italia di Silvio Berlusconi, ma solo di un decimo di punto passando così al 7,5%. Dato questo scenario di partenza non è difficile prefigurare e ipotizzare quali saranno gli obbiettivi politici dei vari partiti. A quali cambiamenti di rotta assisteremo rispetto alla passata Legislatura? Chi sono i partiti ad oggi in rimonta e chi in discesa?
Chi insegue la Meloni? La battaglia aperta a sinistra tra PD e M5S
Se ad un primo sguardo ciò che appare lampante è il vuoto al centro. Dove il Terzo Polo di Renzi e Calenda non è riuscito a sfondare e a raggiungere gli obbiettivi sperati. Non qualificandosi difatti, fatta eccezione per la città metropolitana di Milano, come terza forza politica. In realtà il vero duello potrebbe consumarsi a sinistra. E le incognite non sono poche: in primis l’identità del prossimo segretario del Partito Democratico; in seconda battuta, la linea politica e il rapporto con grillini, sempre più lanciati all’inseguimento della Meloni. Le due forze politiche che hanno a lungo cercato prove di alleanza, spesso non riuscendo ad andare oltre alle elezioni comunali. Al movimento di Conte ha indiscutibilmente giovato del distacco dal partito di Letta.
Ad oggi difatti sarebbe stimato al 16,7%, praticamente ad un soffio dal 17% del PD. Ecco perché è altamente probabile che Conte nei prossimi mesi manterrà una linea dura nei confronti dei Dem e punterà a diventare il partito di riferimento per parte dell’elettorato di sinistra. La carta vincente dei grillini dopotutto rimane “l’immagine” – curata magistralmente da Rocco Casalino – di partito anti-sistema e anti-casta. Allontanare e rinnegare dunque il passato recente spesso garantista e neoliberista dell’alleanza con il Partito Democratico, appare la via più gratificante per aumentare i consensi. All’orizzonte per PD e M5S qualora il futuro governo Meloni non durasse l’intera legislatura, la difficoltà e la necessità di riaprire un canale di comunicazione. Dopotutto l’affiatamento politico negli ultimi cinque anni mostra una base da cui ripartire.
All’interno della coalizione di centro-destra: il possibile recupero della Lega
Se la battaglia per il primato a sinistra è aperta. La battaglia all’interno del centrodestra, seppur stravinta alle urne dalla Meloni, si trascina comunque con non poche incognite. Da una parte Forza Italia ha raggiunto alle elezioni, contrariamente alle previsioni, un risultato inatteso. Dall’altro la Lega di Matteo Salvini deve riguadagnare consensi a seguito della pesante riduzione del proprio consenso, senza slegarsi o morire soffocato dall’abbraccio politico con Fratelli D’Italia. Ma dove può ripescare voti? Lo spazio a destra, salvo clamorosi colpi di scena, è oggi saturato dalla presenza della formazione della premier in pectore. Come le elezioni hanno clamorosamente confermato. All’interno della coalizione di centrodestra la vera sfida è raccogliere i voti degli astenuti e del centro di Calenda e Renzi. Chi ci riuscirà?