Consultazioni al Colle. Meloni, ultimatum a Berlusconi: “O Governo atlantista o non si fa proprio”
Durissima nota della premier in pectore alla vigilia del conferimento dell'incarico da parte di Mattarella
Giovedì 20 ottobre le consultazioni in vista del conferimento dell’incarico al prossimo capo del Governo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per primi, come da prassi, i presidenti dei due rami del Parlamento. Alle 10 Ignazio La Russa e alle 11 Lorenzo Fontana.
Alle ore 10:30 di venerdì i gruppi del Centrodestra saliranno assieme al Quirinale per le consultazioni di Mattarella in vista della formazione del Governo. Saranno presenti, si legge nella nota del Colle, “i gruppi di Fratelli d’Italia, Lega Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione, Forza Italia Berlusconi Presidente, il gruppo Parlamentare Civici d’Italia – Noi Moderati (UDC – Coraggio Italia – Noi con l’Italia – Italia al Centro) – MAIE del Senato della Repubblica.”
Servirà un po’ di tempo per le consultazioni, non molto, prima del conferimento dell’incarico da parte di Mattarella. Il Presidente lo affiderà, con tutta probabilità, a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito vincitore delle elezioni lo scorso 25 settembre. E proprio dalla premier in pectore è arrivato nella serata del 19 ottobre un avvertimento che sa di ultimatum. L’Italia non sarà “mai l’anello debole dell’Occidente“. E il Governo a guida Giorgia Meloni sarà saldamente atlantista. O non sarà. Parole contenute in una nota ufficiale che segue le esternazioni di Silvio Berlusconi ai parlamentari di Forza Italia riportate negli audio ‘rubati’ da un anonimo forzista e diffusi in esclusiva da La Presse.
Consultazioni, Meloni si prepara
Le regole di ingaggio devono essere chiare, la posizione in politica estera “inequivocabile” dice Giorgia Meloni. E l’obiettivo è quello di dare risposte ai cittadini seguendo “il programma“. Il tutto se venerdì 21 ottobre, stando allo scenario più probabile, Sergio Mattarella al termine di un giorno e mezzo di consultazioni le darà l’incarico. “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara – rimarca la leader di FdI – intendo guidare un Governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del Governo, a costo di non fare il Governo“.
Ancora risuonano, nei corridoi di Montecitorio, le parole ultra putiniane di Silvio Berlusconi in un ulteriore audio registrato alla riunione di ieri. Parole che continuano a suscitare reazioni a metà tra lo stupore e l’irritazione in casa di Fratelli d’Italia. Contatti tra i due non risultano. Meloni, dicono i suoi, è rimasta tutto il giorno a lavorare, al riparo da taccuini e telecamere e anche dagli interrogativi sulla squadra che si fanno più insistenti tra gli alleati. Anche perché uno dei punti fermi dello schema che ha in mente, quello di Antonio Tajani agli Esteri, entra nel mirino delle opposizioni e inizia a suscitare qualche dubbio anche nelle file del Centrodestra.