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“Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse”, la vita di James Gray messa a nudo

Il regista ha presentato il nuovo film in occasione della Festa del Cinema di Roma

La diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma che in questi ultimi giorni ha animato la Capitale con proiezioni di pellicole esclusive, eventi e red carpet è giunta quasi al suo termine. E nella serata di ieri giovedì 20 ottobre è arrivato sul grande schermo dell’Auditorium Conciliazione anche l’ultimo film di James Gray, l’autobiografico Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse che il regista ha presentato personalmente incontrando stampa e pubblico.

Con Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse James Gray torna nuovamente nei cinema con una storia autobiografica tanto sincera e senza filtri quanto a tratti intensa e dolorosa nella quale racconta la sua infanzia affrontando temi delicati come quello della discriminazione razziale e sociale. Ad interpretare la pellicola i due premi Oscar Anthony Hopkins e Anne Hathaway insieme a Jeremy Strong e il giovanissimo attore Banks Repeta. Il film, distribuito da Universal Pictures Italia, uscirà nelle nostre sale a partire dal 2 marzo 2023.

(L to R) Michael Banks Repeta as “Paul Graff” and Anthony Hopkins as “Grandpa Aaron Rabinowitz” in director James Gray’s ARMAGEDDON TIME, a Focus Features release. Courtesy of Anne Joyce / Focus Features

Sinossi Armageddon Time – Il Tempo dell’Apocalisse

Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse è ambientato a New York all’inizio degli Anni ’80. Paul Graff (Banks Repeta) è un bambino bianco di undici anni che proviene da una famiglia ebrea della middle class newyorkese. Un ragazzo ribelle sia a scuola che a casa, determinato a inseguire i suoi sogni. Inoltre, nonostante la giovane età dimostra fin da subito uno spiccato senso di giustizia. Frequenta la prima media di una scuola pubblica nel Queens ed è proprio in questo luogo che si scontrerà per la prima volta con le iniquità di un brutale sistema conservatore e discriminatorio. Stringe, infatti, una bellissima amicizia con l’unico compagno di classe nero, Johnny (Jaylin Webb), il quale oltre ad avere una situazione familiare disastrata è costretto quotidianamente a subire vessazioni razziali.

I genitori di Paul, ritenendo che Johnny avesse una cattiva influenza sul figlio, decidono di fargli cambiare scuola iscrivendolo in un istituto privato. Questo allontanamento, tuttavia, non impedirà ai due compagni di continuare la loro amicizia. Un ragazzo di colore e un ebreo che hanno in comune la voglia di riscattarsi socialmente con un piano che, però, si trasformerà in un disastro in cui la sopravvivenza passa per qualcosa di scomodo, di crudele, di doloroso. Durante tutto il corso della storia, poi, c’è una figura molto importante nella vita di Paul, suo nonno, che rappresenterà una guida per lui.

James Gray sul coming of age: “è diventata una storia di fantasmi. È stato difficile”

Durante la conferenza stampa il regista James Gray alla domanda sul perché avesse deciso proprio ora di raccontare la sua storia risponde: “perché no? Ho fatto due film uno dietro l’altro. Uno nella giungla amazzonica, che mi ha quasi ucciso e l’altro nello spazio, con Brad Pitt legato a dei fili. Avevo bisogno di liberarmi della parte artificiale e di essere onesto con me stesso. Volevo riscoprire perché amo il cinema. Inoltre, avevo rivisto di recente Amarcord per un incontro con le scuole, e non lo dico per lusingare gli italiani, ma Fellini è il mio regista preferito. Ho trovato profondamente toccante quanto fosse personale e anche il modo in cui aveva utilizzato il periodo storico e Mussolini per creare una tela più ampi per il film”.

Con Armageddon Time il regista ha dovuto ripercorrere diverse fasi della sua infanzia, alcune delle quali anche molto dolorose. E quando gli è stato chiesto se avesse avuto difficoltà nel riportarle sullo schermo dice: “mentre realizzavo il film no. Ero troppo occupato a prendere tutta una serie di decisioni pratiche come la scelta delle luci, gli attori, la macchina da presa. Arrivato, però, in sala montaggio sono rimasto colpito più di quanto mi aspettassi da una sensazione di malinconia. Perché mi sono reso conto che tutte le persone della mia famiglia, tranne mio fratello, sono morte. E questa è diventata una storia di fantasmi. Ho cercato di riportare in un certo senso in vita la mia famiglia. Ho avuto un senso di privilegio nel riuscire a fare una cosa di questo genere. Ma è stato anche molto difficile, non percepisco nessun tipo di catarsi. Vorrei fare più film di questo genere anche se non mi fa sentire a mio agio. Comunque sì, è stato difficile, spiacevole.

Arianna Varvesi

Tv e Cronaca rosa

Romana, studentessa di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Appassionata di psicologia criminale per cui ha seguito diversi seminari dedicati alle tecniche di riconoscimento della menzogna. Ha approfondito le tematiche del diritto internazionale tanto da prendere parte ad una simulazione ONU organizzata secondo il Model United Nation.
Si occupa di serie tv sul blog di VelvetMAG dedicato ai VIP www.velvetgossip.it. In particolare reality e talent show senza distogliere lo sguardo dalla cronaca rosa.

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