Ora tocca a noi, Veltroni racconta Pio La Torre e il meglio della tradizione comunista
A 40 anni dalla scomparsa, il ritratto di un eroe della lotta alla mafia
“Credeva in quello che faceva e faceva quello in cui credeva“. Il senso del documentario diretto da Walter Veltroni su Pio La Torre sta tutto in questo ritratto fatto Emanuele Macaluso del segretario regionale del PCI assassinato dalla Mafia. Un racconto commovente e contestualizzato nella Sicilia di quel tempo in cui veniva a galla la battaglia contro CosaNostra: “perché i più grandi mafiosi sono siciliani, però anche i più grandi anti-mafiosi sono siciliani”. Come spiega il regista Giuseppe Tornatore che offre il suo punto di vista sulla vicenda umana, politica e sociale rappresentata dall’omicidio del 30 aprile 1982.
Il film documentario che esce a 40 anni dalla scomparsa ripercorre la storia e la vita politica di Pio La Torre, della Palermo e della Sicilia dell’epoca sotto il giogo economico politico e criminale della Mafia, e di chi come lui vi si oppose perdendo la vita. Alla sceneggiatura Monica Zapelli (David di Donatello per L’arminuta e I cento passi), mentre la produzione vanta i nomi di Santo Versace, Gianluca Curti per Minerva Pictures con la collaborazione di Rai Documentari, Rai Teche e Luce Cinecittà. Ora tocca a noi – storia di Pio La Torre sarà in onda in una prima serata firmata Rai Documentari prossimamente su Raitre.
Sinossi di Ora tocca a noi – storia di Pio La Torre
Walter Veltroni sceglie di raccontare la vita di Pio La Torre attraverso il ricco materiale d’archivio tra interviste originali, immagini d’archivio e la fiction che serve a raccontare gli anni della sua infanzia e della sua giovinezza. Con Davide Amato e Moisè Curia, che danno il volto a Pio rispettivamente da bambino e da adulto.
Il racconto non ne risente alternando preziose testimonianze in primis quella che apre il docu-film, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha pagato personalmente con la morte di suo fratello Piersanti, il prezzo della lotta alla Mafia. E lo fa da giurista citando “la Legge che porta anche il suo nome – la n. 646, del 13 settembre 1982, nota come legge Rognoni-La Torre, che introdusse per la prima volta nel Codice Penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis). E prosegue sottolineando l’intuizione di La Torre di individuare quelle misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali: “elementi che si sono dimostrati essenziali per colpire e sconfiggere la mafia”.
La tragica premonizione a Macaluso a pochi giorni dall’attentato
Ma non solo lungo tutti i 90 minuti in cui si snoda il racconto appare l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Giuseppe Tornatore, l’attuale Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia, l’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Francesco Accordino. Come pure la figlia di Rosario Di Salvo – il suo autista caduto con lui nell’attentato – Tiziana di Salvo. Toccante anche il lato privato con la moglie e i due figli.
Ma quella di La Torre resta su tutto una storia politica, una storia comunista – con il finale dedicato alla presenza e alle parole del segretario Enrico Berlinguer – con quel suo presagire pochi giorni prima dell’attentato: “adesso tocca a noi” ad Emanuele Macaluso. Pio La Torre è raccontato nella sua esistenza esemplare, interamente dedicata all’impegno civile e alla lotta alla Mafia, cominciata a fianco dei braccianti e proseguita fino all’ultimo giorno, a quel gesto istintivo che gli fece trovare la forza di provare a fuggire dall’auto sotto i colpi dei killer.