Portrait of the (only) Queen: la storia della regina Elisabetta II come icona
La Sovrana inglese raccontata come icona da Fabrizio Ferri attraverso i suoi ritratti e le testimonianze
Può una persona che non ha mai rilasciato un’intervista diventare? Una delle più famose dei nostri tempi? La risposta è sì se si tratta della Regina Elisabetta II. A causa della sua morte avvenuta nonostante i 96 anni all’improvviso lo scorso 8 settembre.
A raccontarlo Portrait of the Queen un documentario di Fabrizio Ferri presentato nella sezione Special Screenings della 17esima edizione del Festival del Cinema di Roma. Voce – con il solo volto – narrante Charles Dance. Il noto attore britannico – insignito dell’Ordine dell’Impero – per Alien³ (1992), Tywin Lannister nella serie televisiva Il Trono di Spade e Thomas nei film Underworld – Il risveglio (2012) e Blood Wars (2016).
Elisabetta II vista attraverso i suoi ritratti ufficiali
La sovrana nei suoi 70 anni di regno è apparsa infinite volte – la quasi totalità in occasioni ufficiali – indossando sempre i suoi iconici outfit dai colori pastello. Discorsi ufficiali tanti, mai nessuna intervista. Non potrò accadere lo stesso con suo figlio Carlo III, né con il suo erede il principe William. Perché? Elisabetta in maniera inattesa diventa regina a 26 anni nel 1952. Ha attraversato il suo tempo, segnandolo con la sua cifra, scegliendo la prorpia immagine e la propria comunicazione. E di questo parla Portrait of the Queen: della storia della regina Elisabetta attraverso le sue foto ufficiali – e la preziosa testimonianza dei fotografi, più o meno noti, chiamati a Corte per ritrarla – che poi è in qualche modo come fare una storia del ritratto in senso generale. E poi dei suoi sudditi come di personalità del mondo dello showbiz che ne riconoscono la grandezza.
Portrait of the Queen: una piccola storia della fotografia ritraendo una vera regina
Una regina d’altri tempi Elisabetta II – perché era nata nel 1926 tra i due conflitti mondiali del Novecento – che è arrivata al trono senza esserci destinata. Ricopriva il tranquillo ruolo di una reale senior quando suo padre Giorgio VI morì. Lui che era salito al trono dopo l’abdicazione del fratello maggiore e re Edoardo VIII nel 1936. Che abbandonò il trono per Wallis Simpson. Ma questa è un’altra storia. Fabrizio Ferri, rinomato fotografo (scrittore, compositore e videomaker) racconta come si è cristallizzata l’immagine della regina attraverso la sceneggiatura della scrittrice e giornalista Paola Calvetti, che sulla Sovrana ha scritto un libro.
La donna forse più fotografata del mondo, al pari delle grandi dive di Hollywood, come Marilyn Monroe, quella che come dicono grandi firme della fotografia che l’hanno ritratta – da Bryan Adams ad Antony Armstrong-Jones, passando per Yousuf Karsh e Cecil Beaton – segnava uno spartiacque nella carriera: “dimentica attori, politici o altro, dopo aver fotografato sua Maestà non sarà più lo stesso“. In studio, nei palazzi reali o all’aperto, lo scatto che doveva essere sempre diverso, ed ottenere l’approvazione di Elisabetta II. Una signora, un simbolo che ha parlato come spiega Pierpaolo Piccioli anche attraverso i suoi outfit, con una regalità ineguagliabile come ha testimoniato Susan Sarandon. Dotata di un grande humour e della libertà di non sorridere nelle foto – cosa rara come ha spiegato Isabella Rossellini – e rigorosamente mai a comando.