“Educazione Fisica”, il film con Claudio Santamaria che parla di familismo e crisi delle istituzioni
La pellicola di Stefano Cipani viene presentata in anteprima assoluta alla Festa del Cinema di Roma
Tra le ultime proiezioni previste nella sezione Grand Public della diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma troviamo, venerdì 21 ottobre, anche Educazione Fisica, nuovo film di Stefano Cipani già regista di Mio fratello rincorre i dinosauri. La pellicola, tratta dal piece teatrale La Palestra di Giorgio Scianna e la cui sceneggiatura porta la firma dei fratelli D’Innocenzo, sarà al cinema il prossimo anno con 01 Distribution.
Con Educazione Fisica Stefano Cipani affronta questioni estremamente attuali e delicate che vengono tutte racchiuse in unico tema, quello dell’assumersi le proprie responsabilità. Il film, che viene in un certo senso realizzato sulla stessa scia de La parola ai giurati e il più conosciuto Carnage, è interamente girato in un solo spazio: la palestra di una scuola. Per quanto riguarda la composizione del cast, poi, possiamo trovare nomi del panorama cinematografico italiano di un certo rilievo che sono Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzoggiorno, Raffaella Rea e Sergio Rubini.
Sinossi Educazione Fisica di Stefano Cipani
I genitori di tre alunni, Cristian, Giordano e Arsen, vengono convocati dalla preside nella palestra di una scuola media di provincia poiché ritenuti responsabili di un fatto molto spiacevole avvenuto proprio tra le mura di quel luogo. I tre ragazzi vengono accusati da una loro compagna di classe di una violenza di gruppo. Una notizia, questa, alquanto scioccante e che i genitori stenteranno a credere e ad accettare. La palestra in quel preciso momento, dunque, si trasforma improvvisamente in una sorta di tribunale. Qui ha inizio un feroce processo nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la verità. Si innesca, infatti, un meccanismo perverso in cui anche i genitori, come i figli, invece di assumersi le proprie responsabilità faranno branco pur di salvare i loro ragazzi. Questo comportamento, poi, porterà ad un certo punto dell’incontro ad un evento ancora più grave che complicherà oltremodo la faccenda.
Le riflessioni emerse durante le riprese del film
Alla fine di Educazione Fisica sorge una precisa domanda: “cosa avrei fatto io?”. Queste sono alcune delle riflessioni emerse nel corso delle riprese. Claudio Santamaria (padre di Cristian) dice: “la sceneggiatura mi ha subito colpito per tematica, ambientazione, dialoghi, evoluzione. Il fatto di avere un unico ambiente per me è stato un limite creativo molto importante. Ma è il classico limite che fa volare la fantasia e creatività. Abbiamo avuto anche la fortuna di girare in sequenza. E come se fosse uno spettacolo teatrale abbiamo vissuto le emozioni dei personaggi in sequenza. […] Quando si girano film del genere non si è chiamati solo come attori, ma anche come cittadini, esseri umani e genitori. La prima domanda che mi sono posto è ‘io cosa avrei fatto in un situazione del genere?’. Perché abbiamo messo in scena dei personaggi che arrivano fino al limite estremo della decenza. Questa palestra è diventata per noi anche simbolo del mondo che ci circonda. È stata un’esperienza attoriale e umana molto speciale e intensa”.
A seguire Sergio Rubini (padre di Arsen), invece, affronta il tema del rapporto tra genitori-figli e istituzioni scolastiche: “mi sembra che questo film oltre a metterci alla prova ponendoci delle domande rappresenta uno spaccato di come la nostra società si è trasformata. Perché le istituzioni hanno perso autorevolezza. Penso sia stata anche una grande intuizione aver fatto interpretare ad una donna il ruolo dell’autorità, parte più fragile della società. Il nostro male italiano è il familismo. Ci sono questi genitori che cercano a tutti i costi di salvare i loro figli, ma lo fanno in una maniera totalmente egoistica perché in realtà loro vogliono proteggere loro stessi. C’è una sorta di individualismo ed egoismo che pervade tutto il racconto”.
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