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Rishi Sunak, chi è il primo premier britannico di origini indiane

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Tre anni fa Rishi Sunak, 42 anni, era semi sconosciuto ma da lunedì 24 ottobre è il nuovo capo del conservatori inglesi, il partito di maggioranza a Westminster. Di conseguenza diverrà Primo Ministro del Governo di Sua Maestà, dopo la nomina di Re Carlo. Sarà il primo premier della storia britannica di origini indiane e di fede religiosa induista.

Non si può dire che gli ultimi giorni non abbiamo riservato sorprese, sebbene ampiamente previste, di là e di qua dalla Manica. Sabato 22 ottobre Giorgia Meloni è divenuta presidente del Consiglio in Italia, prima donna mai ascesa a Palazzo Chigi nella storia nazionale.

Foto Ansa/Epa Andy Rain

Per una serie di coincidenze, destino ha voluto che a Londra, quest’oggi, Rishi Sunak sia asceso alla carica di capo del partito Tory (dopo la caduta di Liz Truss) portando dalla sua oltre 100 dei 357 deputati conservatori alla Camera dei Comuni, nel voto interno alla sua comunità politica. A 42 anni, tre meno di Meloni, Sunak è il primo premier britannico non bianco, figlio di immigrati. È anche uno dei più giovani e più ricchi della storia del Regno Unito.

Una moglie miliardaria

È nato a Southampton, in Inghilterra, dove i genitori erano emigrati dall’Africa: il padre, medico, era nato in Kenya, e la madre, farmacista, in Tanzania. Entrambi avevano origini indiane. È laureato all’Università di Oxford e ha studiato anche a Stanford, negli Stati Uniti. In passato ha lavorato per la banca d’affari Goldman Sachs. Nel 2009 ha sposato Akshata Murthy, figlia di Narayana Murthy, miliardario indiano e tra i fondatori di Infosys, colosso multinazionale dell’Information Technology.

Akshata Murthy, moglie di Rishi Sunak. Foto Ansa/Epa

I due, che si erano conosciuti mentre studiavano alla Stanford University, hanno due figlie. Akshata è direttrice della società di investimenti del padre, Catamaran Ventures, e gestisce un proprio marchio di moda. Si calcola che, assieme, Rishi Sunak e la moglie possiedano un patrimonio da 800 milioni di euro, il doppio della ‘dote’ di re Carlo III. A cui si devono aggiungere residenze per 17 milioni. Vivono a Northallerton, nel North Yorkshire, e possiedono anche una casa a Kensington – uno dei quartieri più esclusivi di Londra – nonché un appartamento a Santa Monica, in California.

Sunak, erede di BoJo

La carriera di Rishi Sunak, eletto per la prima volta a una carica politica solo 7 anni fa, ha subito un’accelerazione dal 2020. Ossia quando è diventato Cancelliere dello Scacchiere – cioè ministro dell’Economia – durante il governo di Boris Johnson. Lo si considera generalmente un politico pragmatico che appartiene all’ala destra del partito. Nel 2016 aveva votato a favore della Brexit ma secondo alcuni osservatori non parla volentieri di questo tema. Col passare degli anni, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, pur non generando sfraceli economici, non sta neppure realizzando le promesse di un miglioramento delle condizioni del paese. E oggi i problemi economici e sociali del Regno Unito si stanno aggravando.

Sunak con Boris Johnson. Foto Ansa/Epa Andy Rain

È stato Rishi Sunak, da Cancelliere dello Scacchiere, ad affrontare la pandemia di Covid, a cui è legato lo scandalo del party gate ha portato alla caduta di Boris Johnson. E lo ha fatto realizzando un massiccio programma di intervento pubblico. I sudditi di Sua Maestà lo hanno apprezzato ma la Rishinomics ha fatto schizzare la pressione fiscale sul bilancio dello Stato ai livelli più alti da 70 anni. Comunque sia, i suoi ammiratori lo definiscono “un pragmatico di principi“. Ossia un politico guidato da alcune idee ma pronto ad adattarle alla realtà. Saranno i prossimi giorni a incaricarsi di confermare o smentire questa convinzione.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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