Salman Rushdie menomato dall’attentato
Ha perso un occhio e l'uso di una mano. Il 12 agosto un 24enne lo aveva accoltellato sul palco di un festival negli Stati Uniti
L’autore dei Versi satanici, Salman Rushdie, 75 anni, ha subito gravi lesioni al collo, ha perso la vista da un occhio e non può più usare una mano. Lo ha detto il suo agente Andrew Wylie in un’intervista al quotidiano spagnolo El País.
“Le sue ferite sono profonde. Ha perso la vista da un occhio, dove è stato pugnalato. Ha subito tre gravi lesioni al collo e ha perso la funzionalità in una mano, perché i nervi sono stati recisi dalle coltellate. E ha subito altre 15 ferite alla schiena e al busto. Ha subito un attacco brutale“, ha dichiarato Wylie. Gli osservatori di settore ritengono Andrew Wylie l’agente letterario più influente del mondo. Le sue dichiarazioni sullo stato di salute di Salman Rushdie sono arrivate a margine della Fiera internazionale del libro di Francoforte che si è chiusa domenica 23 ottobre.
Andrew Wylie si è rifiutato, per ovvie ragioni di sicurezza, di rivelare se lo scrittore sia ancora in ospedale. “Non posso dare alcuna informazione su dove si trovi. Sopravviverà. Questa è la cosa più importante“. Salman Rushdie è stato accoltellato il 12 agosto 2022 mentre era sul palco per fare un discorso sulla libertà artistica alla Chautauqua Institution, nello Stato di New York. Lo scrittore era stato subito trasportato in ospedale in elicottero e inizialmente gli è stata praticata la respirazione artificiale.
Rushdie aggredito da un 24enne
La polizia ha identificato l’autore dell’aggressione in un giovane di 24 anni di nome Hadi Matar. All’inizio non si è saputo nulla del movente dell’aggressione contro Rushdie. Secondo le informazioni dell’emittente televisiva Nbc, l’attentatore è nato in California e, secondo le fonti della polizia, avrebbe mostrato “simpatie per l’estremismo sciita” sui social media. Matar si è dichiarato non colpevole quando è comparso in tribunale il 18 agosto. Ha detto di aver tentato di uccidere lo scrittore perché avrebbe offeso l’Islam.
La fatwa di Khomeini
Salman Rushdie divenne famoso in tutto il mondo dopo la pubblicazione del suo romanzo I versi satanici, nel 1989. L’allora ayatollah iraniano, fondatore della repubblica islamica, Ruhollah Khomeini, emise una fatwa – di fatto una condanna a morte – ordinando l’uccisione di Rushdie perché colpevole di blasfemia nei confronti di Maometto e del Corano. In seguito, sulla sua testa la dittatura islamista dell’Iran ha posto una taglia di oltre 3 milioni di dollari.
La guida suprema Ali Khamenei ha rinnovato la fatwa contro Salman Rushdie nel 2017, e nel 2019 via Twitter. La polizia inglese mise sotto protezione Salman Rushdie, il quale si nascose usando un nome falso per oltre un decennio. Agli inizi degli Anni Duemila, riacquistata la libertà di movimento, lo scrittore anglo-indiano si era trasferito a New York. E adesso, a distanza di 33 anni, l’assalto violentissimo di un giovane che ai tempi dei Versi satanici neppure era nato.