Giorgia Meloni: “Io, l’underdog che ce l’ha fatta. Mai simpatie per il fascismo”
Alla Camera per la fiducia, il primo capo di Governo donna della storia italiana promette: "Continuerò a sovvertire i pronostici"
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha presentato il programma della sua azione di Governo alla Camera dei deputati. “Il motto di questo Governo sarà: non disturbare chi vuole fare” ha dichiarato, riferendosi alle imprese “che creano lavoro con i loro lavoratori.” Nel tardo pomeriggio di oggi 25 ottobre il voto per la fiducia.
“Sono la prima donna incaricata come premier – ha detto Meloni – provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici.”
Meloni, il fascismo e le leggi razziali
“Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso“. Un passaggio lodato dalla Comunità ebraica italiana in un comunicato uscito poco dopo la fine del discorso della presidente del Consiglio.
In particolar modo perché Meloni ha parlato anche delle leggi razziali antisemite del fascismo. “Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei“. “E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta.”
La donne e il tetto di cristallo
“Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi” c’è quello di essere “la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto” sento “la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento“, ha detto ancora la premier. Meloni ha poi citato per nome quelle donne che “hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo“. Un elenco che fra le altre ha compreso Maria Montessori, Tina Anselmi, Nilde Iotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci e la ministra uscente della Giustizia, Marta Cartabia.
Meloni, l’Ucraina e Putin
“A chi vuole vigilare sul nostro Governo direi che può spendere meglio il tempo” ha detto Meloni riferendosi a dichiarazioni di queste settimane da parte di ministri e autorità di altri paesi europei. “Spero che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere“. “L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. È stata fondatore Ue, dell’alleanza atlantica, parte del G7“.
“Non mi sfugge la curiosità per la postura che avrà l’Italia nell’Europa, dentro le istituzioni, perché quello è il luogo in cui farà sentire forte la sua voce” ha detto ancora Giorgia Meloni. “Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica“. Poi il passaggio sulla guerra in corso. “Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema“.
Bollette, energia e fisco
Si dovrà anche a livello nazionale “rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese“, su bollette e carburanti, un “sostegno imponente” per creare un “argine al caro energia” che “ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti” in programma. Giorgia Meloni ha quindi indicato la sua intenzione di riformare il sistema fiscale italiano, e ha parlato di “lotta all’evasione” e di “tregua fiscale“.
Inflazione e PNRR
Contro l’inflazione “è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%.” “Il PNRR è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia” ha detto ancora Meloni. “Spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU. Senza ritardi e senza sprechi.” “La strada per ridurre debito non è la cieca austerità o avventurismi creativi“. L’unica strada è la “crescita strutturale“. Per questo “siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza “logiche predatorie“.
Paolo Borsellino
“La legalità sarà la stella polare dell’azione di Governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico” ha dichiarato a braccio Meloni. “Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe“. “Affronteremo il cancro mafioso a testa alta“, in “prima linea, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio“. “I criminali avranno disprezzo e inflessibilità.”
La pandemia di Covid
“L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente – ha poi attaccato la presidente su come i precedenti Governo hanno affrontato la pandemia di Covid – arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche. Ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato. E dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello“.
Meloni e gli immigrati
“Forse la più importante” cosa da fare sul fronte delle migrazioni è “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano“. “Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane“. “Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti“.
Libertà e diritti
“Diceva Montesquieu che ‘la libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene’” ha quindi aggiunto Giorgia Meloni parlando dei diritti. “La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un Governo di Centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni.”
Presidenzialismo condiviso
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dedicato un passaggio del suo discorso anche alle riforme costituzionali. “Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale” ha detto. Una riforma che “garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare.” Perché l’Italia deve passare da una “democrazia interloquente” ad una “democrazia decidente“. Sulla riforma del presidenzialismo “vogliamo confrontarci con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia.”