Iran, le proteste non si fermano. Tajani si muove per Alessia Piperno
La magistratura della repubblica islamica annuncia nuovi arresti di stranieri e parla di "spie". Si teme per la travel blogger romana
In Iran il regime degli ayatollah appare in difficoltà di fronte alle massicce proteste che si susseguono ormai quotidianamente da un mese e mezzo, dopo la morte della giovane Mahsa Amini.
Nella brutale repressione della polizia dell’Iran sembra rimasta invischiata la travel blogger romana Alessia Piperno, 30 anni. La giovane è incarcerata a Teheran da settimane, senza che si sappia perché. La Farnesina sta operando per restare in contatto con la ragazza, accertarsi delle sue condizioni di detenzione, e favorirne la liberazione nel più breve tempo possibile.
Fra le prime dichiarazioni via Twitter del nuovo ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si regista quella sulla connazionale detenuta. “Sto seguendo con il massimo impegno e con grande determinazione il caso di Alessia Piperno, la giovane italiana detenuta in Iran” scrive il capo della Farnesina. “L’ho ribadito al padre Alberto durante una lunga e cordiale telefonata“.
Iran, arrestati 9 stranieri
La situazione appare molto delicata perché Piperno non è l’unica straniera arrestata in Iran nei giorni della rivolta. Sarebbero in tutto 9 i cittadini di altri paesi che la polizia di Teheran ha fermato da quando sono iniziato le proteste per Mahsa Amini, ha spiegato Massoud Setayeshi, portavoce della magistratura iraniana. Sono accusati “di raduno e collusione contro la sicurezza nazionale e spionaggio“.
Il riferimento è in primo luogo al caso delle presunte “spie francesi“, che avrebbero “pianificato come influenzare i sentimenti delle persone e come diffondere voci attraverso i media durante le proteste” per Mahsa Amini. Come è noto la ragazza, 22 anni, è morta il 16 settembre dopo che la polizia morale l’aveva fermata perché non portava il velo in modo corretto. Per Massoud Setayeshi è in corso un’indagine “cruciale per la sicurezza nazionale” e le inchieste di Teheran in questo ambito proseguiranno. La magistratura dell’Iran sostiene di avere “raccolto diverse informazioni di valore e strategiche dai detenuti stranieri che stiamo studiando. I servizi segreti occidentali – ha continuato Setayeshi – hanno sognato di poter creare insicurezza in Iran ma questo non succederà.”
“Abbiamo eseguito nuovi arresti”
In queste ultime ore Setayeshi ha precisato che la polizia ha effettuato “nuovi arresti“ e che le indagini avanzano rapidamente. Non ha però fornito dettagli sul numero delle persone arrestate o sulla loro nazionalità, ma ha specificato che altre informazioni saranno rese note non appena l’inchiesta finirà. Sul caso delle cosiddette “spie francesi“, a inizio ottobre – lo stesso periodo in cui Alessia Piperno è stata incarcerata – la Francia si era pronunciata dopo la messa in onda di un video con le “presunte confessioni” di una coppia: Cecile Kohler e Jacques Paris, arrestati lo scorso maggio e “detenuti arbitrariamente” in Iran. Modalità, hanno dichiarato da Parigi, “degne dei processi farsa dei peggiori regimi dittatoriali.”