Si riunisce lunedì 31 ottobre il Governo Meloni. Nel suo primo Consiglio dei ministri la premier affronterà interventi immediati per far fronte al caro bollette. Si parla di un ‘tesoretto’ lasciato in eredità dal Governo Draghi che ammonterebbe a 20 miliardi di euro.
Un dato è certo: “I costi delle bollette sono diventati insostenibili“, sottolinea la premier, Giorgia Meloni. “Non c’è più tempo da perdere“. E mentre si guarda all’Istat che lunedì metterà nero su bianco il dato sul Pil del terzo trimestre, il Governo ragiona sugli spazi di intervento sul deficit, che potrebbe essere fissato per il 2023 al 4,5% del Prodotto interno lordo. Una ipotesi che il neo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta valutando e che dovrà trovare posto nell’integrazione alla Nadef (la nota al Documento di economia e finanza) che dovrà aggiornare il quadro programmatico lasciato in eredità da Mario Draghi. Compito non semplice perché il rientro dal deficit resta sempre all’attenzione di Bruxelles che, tra poco più di un anno, si appresta a modificare e a ‘ripiantare’ i paletti delle regole di bilancio interrotte per la pandemia.
Meloni e il Ponte sullo Stretto
Il ministro delle Infrastrutture del Governo Meloni, Matteo Salvini, cerca intanto di accelerare sui cantieri, a partire dal più discusso in questi anni: il Ponte sullo Stretto di Messina. Ne parlerà martedì 8 novembre con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Ma l’incontro servirà anche a fare il punto sulle “100 opere pubbliche commissariate in tutta Italia” per “accelerare” e partire con “nuovi progetti“. Sullo sfondo, come ricorda l’associazione magistrati della Corte dei Conti, resta la “paura della firma negli appalti” che è “infondata” ma per essere superata ha bisogno “con urgenza” di una “semplificazione delle procedure“. Molte, come in ogni manovra, le ipotesi che circolano, alcune di matrice politica, altre già visitate dall’esecutivo.
Legge Fornero
Delicato e ancora aperto il capitolo Legge Fornero. Tra le ipotesi spunta anche quella di un bonus per rimanere al lavoro oltre 63 anni. Il primo Cdm del Governo Meloni potrebbe quantomeno accennare, poi, ai vari tipi di bonus. E alla flat tax, oltre che agli incentivi verdi. In campo l’idea di una super-deduzione per le aziende che assumono: fino al 150% in caso di persone fragili o che meritano tutela. Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento assicura sui tempi e sulla presenza in bilancio della cosiddetta “pace fiscale“. Non sarà “un condono“, assicura.
Nuovo tetto al contante
E il limite al contante? Potrebbe essere, come da mediazione di Meloni, 5.000 euro invece che 10.000. Oltre alla rivisitazione del Reddito di cittadinanza un altro cavallo di battaglia dei Cinque Stelle finisce nel mirino: il bonus del 110% sull’edilizia. Per il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, “merita una riconsiderazione di carattere generale“. Soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi “distogliendo una parte dell’imprenditoria dall’essere attratta a questo tipo di lavoro.”