In occasione dell’Udienza Generale di mercoledì 9 novembre, Papa Francesco ripercorre i momenti del suo viaggio in Bahrein, spiegando il senso di questo pellegrinaggio apostolico. Parlando di dialogo, incontro e cammino il riferimento alle guerre, in particolare alla martoriata Ucraina, torna anche nel corso di questa catechesi.
Il viaggio in Bahrein rappresenta la tappa più recente del pellegrinaggio apostolico di Papa Francesco. Proprio per questo, di ritorno dal Medio Oriente lo scorso 6 novembre, il Pontefice ha voluto dedicare la catechesi in occasione dell’Udienza Generale del 9 novembre a questo evento.
Il Santo Padre, spiegando il senso di questo viaggio, ha introdotto tre termini con i quali questo pellegrinaggio si può descrivere: dialogo, incontro e cammino. E proprio affrontando il significato di queste parole, il riferimento ai conflitti e alle guerre, che dilaniano il mondo da anni, è stato immediato. Impossibile, per il Pontefice, non ricordare anche la martoriata Ucraina.
Un pensiero alle guerre nel mondo
“I conflitti non si risolvono con le guerre” queste le parole di Papa Francesco che, da sempre, esorta e invita alla pace attraverso il dialogo e non con la distruzione e le armi. C’è bisogno di incontrarsi, ricorda il Santo Padre, di dialogare, di trovare soluzioni alle contese che non siano drammatiche. Come Bergoglio stesso rivela, verrebbe da chiedersi perché il Papa ha scelto di visitare questo paese che, oltre ad essere molto piccolo, è a maggioranza islamica. E a questo il Santo Padre risponde spiegando che il viaggio in Bahrein è stato l’occasione per participare ad un Forum sul dialogo tra Occidente e Oriente. “Dialogo che serve a scoprire la ricchezza di chi appartiene ad altre genti, ad altre tradizioni, ad altri credo“. Papa Francesco lo definisce: “L’ossigeno della pace” e, citando il Concilio Vaticano II, ricorda l’importanza di dilatare le proprie menti, oltre i confini nazionali e politici.
Eliminare la prevaricazione e vivere in armonia, questo il senso del dialogo. “In Bahrein ho avvertito questa esigenza – rivela il Pontefice – e ho auspicato che, in tutto il mondo, i responsabili religiosi e civili sappiano guardare al di fuori dei propri confini, delle proprie comunità, per prendersi cura dell’insieme“. E attraverso il desiderio di dialogo è possibile scegliere l’incontro e non lo scontro. E qui il pensiero alle guerre è inevitabile; alle “folli” guerre, di cui è vittima anche Ucraina. Ma, come tiene a precisare il Papa: “I conflitti non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo“. Il Pontefice a tal proposito ricorda la guerra in Siria, che dura da oltre dieci anni; così come lo Yemen o il Myanmar dove distruzione e morte stanno indebolendo l’umanità.
Papa Francesco sulle ‘orme’ di Papa Giovanni Paolo II
Risolvere le discordie attraverso il dialogo è il punto di partenza per evitare le guerre. Ed è attraverso l’incontro che il dialogo si può realizzare. A tal proposito Papa Francesco ricorda come in Bahrein abbia sentito, tra le persone, il desiderio di aumentare l’incontro tra cristiani e musulmani. Riportando l’esempio degli studenti della Scuola del Sacro Cuore dove studiano insieme cristiani e musulmani, il Pontefice estrae un grande insegnamento: “Da giovani, da ragazzi, da bambini occorre conoscersi, così che l’incontro fraterno prevenga le divisioni ideologiche“. E riferendosi ancora al suo recente viaggio apostolico, il Santo Padre ha sottolineato come questo pellegrinaggio non è da vedere come una tappa isolata, ma è il proseguo del cammino iniziato da Giovanni Paolo II con il viaggio in Marocco. Ed è qui che alle parole dialogo e incontro si aggiunge la terza: cammino.
Il Bahrein è: “Un nuovo passo nel cammino tra credenti cristiani e musulmani. Non per confonderci o annacquare la fede, no: il dialogo non annacqua, ma per costruire alleanze fraterne“. E prima di salutare Piazza San Pietro, Papa Francesco rivolge il suo pensiero ai cattolici del Medio Oriente e esorta: “Oggi vorrei trasmettere a voi la loro gioia genuina, semplice e bella. Incontrandoci e pregando insieme, ci siamo sentiti un cuore solo e un’anima sola. Pensando al loro cammino, alla loro esperienza quotidiana di dialogo, sentiamoci tutti chiamati a dilatare gli orizzonti“. E infine conclude: “Dilatare gli orizzonti, aprire, allargare gli interessi, e dedicarci alla conoscenza degli altri. Se tu ti dedichi alla conoscenza degli altri, mai sarai minacciato. Ma se tu hai paura degli altri, tu stesso sarai per loro una minaccia. Il cammino della fraternità e della pace, per procedere, ha bisogno di tutti e di ciascuno“.