Ennio Morricone il Maestro capace di entrare nella storia con “Un fischio”
Nel ricordo di uno dei più grandi artisti, musicisti e compositori italiani
Il 10 novembre del 2022 Ennio Morricone avrebbe compiuto 94 anni, ma è il 6 luglio del 2020 che il grande maestro conclude l’ultima grande opera: quella della sua vita. Ricordato nel mondo come uno dei più grandi compositori di sempre, Morricone è passato alla storia come uno degli artisti più poliedrici ed eccezionali a cui l’Italia ha avuto l’onore di dare i natali.
“Gli è bastato un fischio per entrare nella storia” con queste parole il regista Giovanni Veronesi aveva dato il suo ultimo saluto ad Ennio Morricone, nel giorno della sua scomparsa il 6 luglio del 2020. Una sintesi perfetta, potremmo dire, che riassume tutta la grandezza e insieme l’umiltà che hanno caratterizzato la vita e l’arte del maestro.
Da ogni parte del mondo, sono arrivate gratitudine e stima immortale per un uomo che ha saputo essere discrezione ed eccellenza, sperimentazione e dolcezza, gloria e delicatezza. L’uomo che con un ‘semplice’ fischio si è reso indimenticabile.
Il ‘fischio’ unico di Ennio Morricone
Essenziale eppure dirompente, è così che il fischio di Un Pugno di Dollari accompagna lo sguardo penetrante di Clint Eastwood, diretto magistralmente da Sergio Leone. Un fischio che da vita ad un genere, quello del western all’italiana, imprescindibile, da quel momento, dalle musiche maestose di Ennio Morricone. E se pensare ad un fischio potrebbe indurre a credere che si tratti di qualcosa di banale, basti pensare come la genialità di quel suono, irrompe nel silenzio del deserto per scoprire la grandezza del maestro Morricone. Dotato di una poliedricità fuori dagli schemi, capace di sperimentare e di accostare suoni, per altri forse improbabili, che tra gli spartiti di Ennio Morricone si trasformano in poesia e magia.
Grandezza è un termine che tornerà spesso tra queste righe, perché di grandezza si tratta quando si è in grado di utilizzare un unico strumento per restituire l’atmosfera, le emozioni, i luoghi, persino i sentimenti che scaturiscono da quelle scene. Lo fa il delicato suono dell’oboe di Padre Gabriel (Jeremy Irons) quando, missionario in America Latina, si lascia trasportare dalle acque delle cascate dell’Iguaçu in Mission. Oppure la delicatezza degli archi e dei fiati che accompagnano la passeggiata di Malèna (Monica Bellucci) restituendoci la fragilità della protagonista. E potremmo continuare all’infinito, citando le centinaia di colonne sonore, o musiche da film (come preferiva chiamarle il maestro) che hanno fatto la storia del cinema e della musica.
Le collaborazioni internazionali
Ennio Morricone ha misurato a piccoli passi la sua immensità di artista. Con estrema umiltà non ha mai smesso di sperimentare, di fare della musica uno strumento per esprimere sé stesso. “Quando scrivo nessuno mi può aiutare, perché chi scrive ha qualcosa di personale da dire“. Autore di oltre 500 colonne sonore e di canzoni che hanno fatto la storia della musica pop. Come la malinconica Se telefonando affidata alla voce unica di Mina, o la delicata Sapore di sale interpretata da Gino Paoli. O la struggente Quello che conta cantata dall’inimitabile Luigi Tenco. Ennio Morricone ha collaborato e influenzato con la sua arte registi del panorama internazionale come Dario Argento, Franco Zeffirelli, Giuseppe Tornatore, Pedro Almodovar, Brian De Palma, Oliver Stone. Oltre 50 anni di carriera e meravigliosa musica fino all’Oscar (arrivato sicuramente troppo tardi) nel 2016 come migliore colonna nel film The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
E tra i tanti, impossibile non menzionare il già citato Sergio Leone con il quale ha dato vita alla celebre Trilogia del dollaro. Rincontrato per caso ad una cena, con il vecchio amico e compagno di scuola alle elementari, Ennio Morricone darà vita ad un nuovo genere cinematografico, anche sé il maestro trovava riduttiva la definizione di western all’italiana. “Odio quel termine – ha dichiarato una volta – lo trovo riduttivo, superficiale, provinciale“. Grande la stima tra Ennio Morricone e Sergio Leone tanto che Morricone definì più volte i film di Leone “Dei capolavori“. Infatti, quando, dopo cinque nomination senza esito, nel 2007 vinse il Premio Oscar alla Carriera, Morricone dedica il suo premio anche a Sergio Leone e a tutti gli artisti, meritevoli, che non avevano mai ricevuto il riconoscimento.
Il miracolo del ‘Maestro’ Morricone
Nel giorno della scomparsa di Ennio Morricone il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo definiva: “Musicista insieme raffinato e popolare, ha lasciato un’impronta profonda nella storia musicale del secondo Novecento“. E di impronta si tratta quando si pensa ad un’artista che dopo 50 anni di carriera è riuscito a riempiere stadi e teatri, estasiando con la grandezza esplosiva che fuoriusciva dalla sua bacchetta. Così discreto e ‘silenzioso’ nella vita, tanto invadente e rumoroso nell’arte. Ma di quel rumore bello che passa dalle orecchie e tocca l’anima.
Tra le frasi più celebri di Ennio Morricone ne ricordiamo una in cui, perfettamente, descrive il senso profondo e la devozione alla musica. “Posso avere anche centomila persone, alle spalle: non me ne accorgo. Sono troppo concentrato, sono solo. Solo fino agli applausi conclusivi. Allora tutto si scioglie. Il miracolo s’è ripetuto un’altra volta“. E questo miracolo il maestro lo ha compiuto tante volte. Così, ogni volta che il suono del pianoforte di Nuovo Cinema Paradiso o l’armonia irrompente della voce di C’era una volta il west passerà attraverso le nostre orecchie, riuscirà a toccare anche il cuore nel ricordo della delicata grandezza del Maestro Ennio Morricone.