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Missile in Polonia: “Per Biden non è arrivato dalla Russia”

Il razzo che ha ucciso due persone sarebbe della contraerea ucraina. Erdogan invita alla prudenza, la Cina alla calma

Tensione altissima nelle cancellerie europee: un missile, la cui provenienza non è chiara, è caduto in Polonia, paese membro della NATO. Il razzo ha ucciso due persone nel villaggio orientale di Przewodów, ai confini con l’Ucraina. Non si tratterebbe di un ordigno russo, ma forse di un razzo antiaereo proveniente proprio dall’Ucraina.

Lo avrebbe detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ai leader del G7, secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa. Biden avrebbe anche precisato che si tratta di un missile del sistema S-300. E dopo l’incontro di emergenza a Bali con gli alleati, Biden ha sostenuto che è “improbabile” che il missile sia partito dalla Russia. “Questo è dovuto all’analisi della traiettoria, ma non voglio dire che si sia già completata una vera indagine sull’accaduto.” Biden ha spiegato che con gli altri leader si è deciso, all’unanimità, di procedere prima con l’indagine per capire esattamente e poi decidere collettivamente come rispondere.

Un trattore con il rimorchio rovesciato presso il punto in cui il 15 novembre è caduto un missile, sul villaggio di Przewodów, in Polonia, ai confini con l’Ucraina. Foto Facebook/Wolski o Wojnie

Un aereo della NATO che volava sopra lo spazio aereo polacco ha tracciato il missile, ha dichiarato alla Cnn un funzionario militare dell’Alleanza. “Le informazioni con le tracce radar sono ora in possesso della NATO e della Polonia.” Dall’inizio dell’invasione russa gli aerei dell’Alleanza effettuano una regolare sorveglianza intorno all’Ucraina. Il funzionario NATO non ha detto chi ha lanciato il missile né da dove è partito.

Il G7: “Sostegno alla Polonia

In un comunicato congiunto dei leader del G7 e della NATO diffuso dall’Unione Europea, intanto, si esprime la condanna degli attacchi che la Russia ha portato su città e infrastrutture civili ucraine il 15 novembre. Attacchi estremamente pesanti, soprattutto sulle infrastrutture energetiche. Leopoli, parte di Kiev e altre città sono al buio. Il G7 ha discusso anche dell’esplosione avvenuta a causa del missile caduto nella parte orientale della Polonia, vicino al confine con l’Ucraina. “Offriamo il nostro pieno sostegno e assistenza alle indagini in corso in Polonia. Siamo d’accordo di rimanere in stretto contatto per determinare gli appropriati passi successivi, man mano che le indagini procedono” hanno spiegato i leader di G7 e NATO.

La riunione dei leader G7-NATO a Bali, presente anche la premier italiana Giorgia Meloni. Foto Twitter @ROBZIK

Erdogan: “Serve prudenza

Non dobbiamo insistere sul fatto che il missile caduto in Polonia sia stato lanciato dalla Russia, sarebbe una provocazione” ha detto il presidente turco Erdogan a Bali, dove è in corso il G20. Erdogan ha ricordato le parole di Biden, la dichiarazione G7-NATO, e quella di Mosca, che dice di “non avere nulla a che fare con l’incidentein Polonia. “È possibile che si tratti di un errore tecnico“, ha detto Erdogan. “Dobbiamo portare il prima possibile Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati. La pace può arrivare solo dal dialogo, ci stiamo impegnando per questo. Appena torno sarò al telefono con Putin“, ha aggiunto il presidente della Turchia.

Zelensky: “Attacco russo in Polonia

Da parte sua il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un nuovo discorso video trasmesso il 16 novembre al G20 di Bali, ha detto che l’attacco missilistico finito in Polonia costituisce “un autentico messaggio della Russia al G20.” Ma la Cina invita “tutte le parti alla calma” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.

Frammenti del missile caduto in Polonia. Foto Twitter @wolski_jaros

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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