L’episodio del lancio delle uova contro re Carlo ha sollevato di certo dubbi sull’efficacia della sicurezza del Sovrano in pubblico. La storia di certo ci insegna che uno dei “rischi del mestiere” è proprio quello di diventare oggetto di manifestazioni, dissensi anche a rischio della propria vita. Il pubblico, rivendendo le immagini del momento, è rimasto colpito dalla calma con cui Carlo III ha affrontato la situazione.
Mentre piovevano uova proprio ai suoi piedi, infatti, il re non si è minimamente scomposto e ha continuato a svolgere il proprio compito indisturbato, scansando lo sporco per terra. Ma dietro alla sua apparente calma, il re avrebbe nascosto una certa preoccupazione.
Recuperando le immagini dei fatti, dunque, i tabloid sono riusciti a decifrare le parole di re Carlo III. Rivolgendosi al luogotenente che lo ha accompagnato in tutto il suo appuntamento pubblico, il re ha detto: “Togliamoci di mezzo. Dove andremo dopo?”. Subito dopo, rivolgendosi ad uno dei suoi, ha detto: “Lui è qui?”. Parole che tradiscono una certa inquietudine, del tutto giustificabile se si aggiunge che non era la prima volta in cui si verificava un episodio simile.
L’attentato contro Carlo ai tempi in cui era un principe
Forse non tutti ricorderanno che re Carlo è stato vittima di un episodio spiacevole circa un ventennio fa. I fatti risalgono al 1994, quando l’allora principe di Galles si trovava in Australia per una visita ufficiale. Ai tempi stava per iniziare un discorso quando è seguito il caos. Ad un certo punto, infatti, tra la folla si udirono due spari che seminarono il panico in pochi istanti.
Un uomo tra la folla, infatti, aveva sparato due colpi, e solo in seguito si sarebbe saputo che erano a salve. In quella giornata a Sydney, dunque, lo staff della sicurezza dell’odierno re Carlo fu impegnato a trovare il manifestante e a fermare il suo gesto. Ben presto diedero un nome e un’identità al ribelle. Si trattava David Kang, un ragazzo di 23 anni che all’epoca risultò essere uno studente universitario in Australia. Le sue ragioni per sparare al principe erano direttamente collegate al trattamento di centinaia di richiedenti asilo cambogiani detenuti nei campi di detenzione australiana.
Ad oggi la polizia non ritiene che Kang abbia provato ad uccidere il principe di Galles. Il suo gesto è visto come manifestazione di dissenso. Quello che sorprende nell’osservare le immagini di quel momento è la calma con cui Carlo è rimasto al suo posto senza lasciar trasparire nessuna paura.
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