Alla vigilia della visita ad Asti, terra di origine della sua famiglia paterna, papa Francesco parla della pace in Ucraina. “È possibile – afferma – però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori.“
“Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi” dice il pontefice in un’intervista alla Stampa. Francesco conferma la disponibilità del Vaticano a “fare tutto il possibile per mediare e porre fine al conflitto in Ucraina“. A questo proposito, sottolinea, la Segreteria di Stato del Vaticano “lavora e lavora bene. E sta valutando qualsiasi ipotesi e dando valore a ogni spiraglio che possa portare verso un cessate il fuoco vero, e dei negoziati veri.”
Nel frattempo, “siamo impegnati nel sostegno umanitario al popolo della martoriata Ucraina, che porto nel cuore insieme alle sue sofferenze” spiega il Papa. “Cerchiamo di sviluppare una rete di rapporti che favorisca un avvicinamento tra le parti, per trovare delle soluzioni. Inoltre, la Santa Sede fa quello che deve per aiutare i prigionieri“.
Ucraina, “tutti lavorino per la pace“
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha intanto lanciato intanto un appello ai paesi dell’Asia affinché si uniscano al “consenso crescente” contro la guerra in Ucraina, sottolineando che questo conflitto è anche un “loro problema.” “La priorità numero uno della Francia è quella di contribuire alla pace in Ucraina e cercare di avere una dinamica mondiale per mettere pressione sulla Russia.” Bisogna “lavorare a stretto contatto con la Cina, l’India, tutte le regioni, il Medio Oriente, l’Africa, l’America Latina – ha dichiarato il presidente francese – per creare un consenso crescente dicendo ‘questa guerra è anche un vostro problema’“.
Bombe sulle infrastrutture
Mentre il Papa opera in vista di una mediazione risolutiva del conflitto, in Ucraina la guerra non si ferma un attimo. A essere prese di mira sono soprattutto, ormai da settimane, le infrastrutture elettriche. Nella notte fra ieri e oggi 18 novembre l’esercito russo ha bombardato il distretto meridionale di Nikopol: danneggiate una centralina elettrica, una centrale a energia solare e vari palazzi abitati dai cittadini. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko. Attacchi russi hanno colpito anche la regione orientale di Dnipropetrovsk.
Ucraina, obiettivo Crimea
Secondo i servizi di sicurezza inglesi, dopo il ritiro oltre il fiume Dnipro, le forze russe continuano a dare priorità al riallestimento, alla riorganizzazione e alla preparazione delle difese. Stanno cercando di riorganizzarsi anche perché provate da quasi tre mesi di controffensive delle forze armate dell’Ucraina. Gli spostamenti suggeriscono che gli strateghi russi si stiano preparando in caso di ulteriori importanti sfondamenti ucraini. In particolare, i russi hanno costruito nuovi sistemi di trincee vicino al confine con la Crimea e vicino al fiume Siversky-Donets tra le regioni di Donetsk e Lugansk. Alcune di queste posizioni si trovano nelle retrovie: fino a 60 chilometri dietro l’attuale linea del fronte. In questi giorni, però, l’attenzione internazionale è puntata anche su Washington: l’America sembra orientata a favorire la conclusione del conflitto tramite una mediazione fra Kiev e Mosca.