Giornata della Memoria Transgender, i film che hanno fatto dell’inclusività la loro forza
Per l'occorrenza atta a condannare ogni crimine a sfondo transfobico, proponiamo una lista di titoli ad hoc
Il 20 novembre ricorre il Giorno della Memoria Transgender e, per l’occasione, abbiamo selezionato una personalissima lista di titoli. Si tratta di pellicole che hanno quantomeno provato a rendere giustizia a una parte della comunità storicamente rimasta ai margini e sottorappresentata: di seguito, i film in questione.
La Giornata della Memoria Transgender – in inglese Transgender Day of Remembrance, TDoR– è stata istituita da Gwendolyn Ann Smith il 20 novembre 1999. La ricorrenza è nata in ricordo di Rita Hestler, donna afrondiscendente e transessuale, brutalmente uccisa nel proprio appartamento nel quartiere di Allston, a Boston, nel novembre 1998. Pensata inizialmente come una veglia a lume di candela, la commemorazione si è estesa a macchia d’olio anche in molte altre città, a livello internazionale, arrivando anche in Italia. A Roma, ad esempio, si ricorda anche l’omicidio di Andrea Oliviero, donna transessuale 28enne ritrovata priva di vita presso la stazione Termini; il 20 novembre 2016 si è inoltre celebrato il primo TDoR a Sanremo.
Giornata per la Memoria Transgender, quanto è cambiata la rappresentazione al cinema?
Insomma, con lo scopo non solo di contrastare i crimini d’odio ma anche di favorire una corretta educazione in materia di inclusività, è necessario parlarne. E quale miglior modo se non attraverso il linguaggio dell’audiovisivo, in particolar modo il cinema? C’è da dire che, soprattutto a partire dagli ultimi anni, il queer gaze – il racconto del punto di vista queer – e in particolar modo il transgender gaze abbia fatto passi da gigante in termini di narrazione. Basti pensare, ad esempio, alla decisione – ormai sempre più bypassata – di affidare ad interpreti cisgender ruoli pensati per persone transgender, contribuendo a perpetrare un’errata rappresentazione e, di conseguenza, percezione della comunità trans e/o non binaria. Un’evoluzione del paradigma dovuta anche allo sdoganamento della tematica grazie anche a prodotti mediali seriali quali Orange Is the New Black, Sense8, Pose ed Euphoria. Ma nulla sarebbe stato possibile senza alcuni dei titoli presi qui a titolo esemplificativo.
Alcuni titoli da recuperare: due cult necessari
“Non è che sono una vera donna che posso dire… fare dei figli… Neanche un uomo e dire domani mi sposo. Io nun sugnu né canni né pesci, io sono Mery, Mery per sempre.” Diretto da Marco Risi e basato sull’omonimo romanzo di Aurelio Grimaldi, Mery per sempre spunto dalla storia di Mery Libassi, prostituta transessuale arrestata dopo aver ferito un suo cliente. Interpretata dall’attrice Alessandra Di Sanzio, che negli anni successivi al film ha intrapreso il percorso di transizione, Mery è una giovane reclusa in carcere minorile, insieme ad altri ragazzi con storie difficili alle spalle.
La pellicola, distribuita nel 1989, fu un vero spartiacque nel cinema nostrano, in grado di smantellare il finto edonismo degli Anni Ottanta e, soprattutto, di raccontare con inaspettata commistione di delicatezza e autenticità una storia che raramente si è vista sul grande schermo italiano. E in quella rivendicazione di un’identità negata risiede il senso stesso della protagonista e, più in generale, dell’essere transgender: “Io sono Mery, Mery per sempre.” Da un cult nostrano a uno internazionale, un altro titolo da recuperare in occasione della Giornata Mondiale della Memoria Transgender è senza dubbio Paris is Burning.
Per la regia di Jennie Livingston e datato 1990, è un documentario con la compianta Venus Xtravaganza incentrato sul racconto della ball culture newyorkese Anni Ottanta. In materia di visibilità queer è dunque un antesignano, dal momento che esplora le vite della comunità LGBTQIA+ afroamericana, nel corso di 6 anni, attraverso interviste intervallate da scene di competizioni di ballo a suon di vogueing. È interessante, inoltre, il rapporto tra cultura drag e transessualità che si instaura nel corso dei 78 minuti di durata.
Giornata Mondiale della Memoria Transgender: quali altri film vedere
“Una è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stessa.” a parlare è Agrado, a conclusione dell’irriverente e celebre monologo tratto da Tutto su mia madre, di Pedro Almodovar. Donna transessuale – interpretata magistralmente dall’attrice Antonia San Juan Fernandez, tra le muse del regista spagnolo – non si nasconde dietro l’ipocrisia borghese; non cela ciò che a tutti è evidente, ovvero il suo aspetto artefatto, ma lo esalta con naturalezza. La stessa naturalezza attraverso la quale si autorappresenta – a ragione – come donna, senza cercare la tolleranza altrui. Perché in fondo, non c’è bisogno di alcuna giustificazione quando si è semplicemente se stessi.
Si discosta da una visione stereotipata – e talvolta iper-sessualizzata – il cult indipendente Transamerica di Duncan Tucker. Road movie del 2005 che alterna sapientemente commedia e dramma, segue la storia di Bree (Felicity Huffman), in procinto di sottoporsi all’intervento definitivo. A un passo dal traguardo, scoprirà una notizia inaspettata: dalla sua unica relazione avuta prima di intraprendere il percorso di transizione è nato un figlio. Sotto consiglio della psicologa, intraprenderà un viaggio per conoscere il ragazzo che la porterà a una conoscenza più approfondita di sé. Per la sua interpretazione, Felicity Huffman ha conquistato un Golden Globe e una nomination al Premio Oscar.
Dai risvolti più drammatici è sicuramente Boys Don’t Cry, che ben si sposa con lo spirito della Giornata della Memoria Transgender. Diretto da Kimberly Peirce e uscito nel 1999, è basato sull’omicidio dichiaratamente transfobico del ragazzo transessuale Brandon Teena, qui interpretato da Hilary Swank (insignita del Premio Oscar). La narrazione è brutale, a tratti difficile da sostenere o accettare, come d’altronde lo è stata l’ingiusta sorte spettata a Brandon Teena.
Quali altri film recuperare
Ambientato nella cattolica e bigotta Irlanda degli Anni Sessanta, Breakfast on Pluto si avvale della regia di Neil Jordan (stesso regista del cult a tematica transgender La moglie del soldato, anch’esso da recuperare). Distribuito nel 2005 e basato sull’omonimo romanzo del 1998, il film vede Cillian Murphy – il Thomas Shelby di Peaky Blinders – nei panni della protagonista, nata Patrick Braden, alla ricerca della sua vera identità. Caratterizzato da una discreta originalità narrativa, è stato acclamato dalla critica anche per la performance di Murphy, candidato al Golden Globe.
Per la Giornata della Memoria Transgender, consigliamo inoltre due titoli italiani non particolarmente noti al grande pubblico: La bocca del lupo e Un nuovo giorno. Il primo, diretto da Pietro Marcello e uscito nel 2009, è a metà strada tra fiction e documentario e racconta la vera storia di una coppia, composta da Enzo e Mery. Lui, uscito dal carcere, troverà la propria compagna, una donna transessuale, alla quale è unito da un profondo sentimento d’amore. Il secondo, più recente, è stato distribuito nel 2016 e si avvale della regia di Stefano Calvagna. La pellicola segue la storia di Giulia – una ragazza transessuale – raccontandone la quotidianità segnata dal percorso di transizione.
I titoli più recenti
Infine, due titoli internazionali, tra i più recenti della lista e acclamati dalla critica: The Danish Girl e Girl. Il primo, diretto da Tom Hooper e uscito nel 2015, si avvale della struggente interpretazione di Eddie Redmayne nei panni della pittrice Lili Elbe – nata Einar Wegener – prima donna nella storia ad essersi sottoposta all’intervento di riassegnazione sessuale. Grazie proprio alla complicità con la moglie Gerda – interpretata da Alicia Vikander, insignita del Premio Oscar – verrà a conoscenza della sua reale natura.
Il secondo, invece, è stato diretto da Lukas Dhont ed è uscito nel 2018. La storia ruota attorno a Lara – Viktor Polster – giovane ballerina che cerca di nascondere tutte le caratteristiche anatomiche maschili, in attesa di affrontare il percorso di transizione. Ma le insidie non mancheranno per la giovane protagonista, che dovrà far fronte all’ipocrisia di una società perbenista, pronta ad accoglierla a parole ma impreparata a sostenerla nel dramma che vive quotidianamente: quello di vivere in un corpo che non riconosce come suo.