Udienza Generale 23 novembre: i Mondiali in Qatar e l’Ucraina nell’appello di Papa Francesco
Nella nona catechesi sul discernimento, il Santo Padre si sofferma sul concetto della consolazione
L’Udienza Generale di mercoledì 23 novembre è la nona dedicata al tema del discernimento. In questa giornata Papa Francesco si sofferma sul tema della consolazione divina. Al termine della sua catechesi il Santo Padre rivolge un nuovo appello contro la guerra in Ucraina e cita anche i Mondiali di Calcio in Qatar.
Dopo il rituale giro tra i fedeli riuniti in Piazza San Pietro, Papa Francesco inizia la sua nona catechesi dedicata al tema del discernimento in occasione dell’Udienza Generale di mercoledì 23 novembre. Nella sua riflessione il Santo Padre affronta il tema della consolazione divina e la distingue dalle “false consolazioni” che “portano a ripiegarsi su se stessi“.
Bergoglio la definisce la “luce dell’anima“, ovvero quella propulsione che spinge a trovare pace e speranza anche dove la strada si fa più tortuosa e dolorosa. Quella luce che, come spiega il Pontefice, aiuta a trovare il Signore in ogni cosa della vita.
Udienza Generale sulla consolazione
Il Santo Padre spiega che per vivere questa consolazione occorre attuare un discernimento. Infatti, è necessario riuscire a distinguerla dalle false consolazioni, attraverso le quali il Signore è, spesso, ridotto ad un “oggetto a nostro uso e consumo“. Una consolazione che si può ridurre ad una mera richiesta di favori e che non sarà mai in grado di raggiungere quella che San Francesco D’Assisi definiva “perfetta letizia“. A tal proposito il Pontefice ricorda che la vera consolazione è: “Un’esperienza profonda di gioia interiore, che consente di vedere la presenza di Dio in tutte le cose. Essa rafforza la fede e la speranza, e anche la capacità di fare il bene. La persona che vive la consolazione non si arrende di fronte alle difficoltà, perché sperimenta una pace più forte della prova“.
Si tratta, dunque, di riuscire a trarre il bene e l’insegnamento da ogni vicenda della propria vita, dove anche il dolore si può trasformare in motivo di consolazione. Non è certo un percorso facile ed immediato, questo Papa Francesco non smette mai di sottolinearlo nella sua catechesi in occasione dell’Udienza Generale. Ma si tratta di un dono che arriva dalla vita spirituale ed è un “movimento – talmente – intimo” che poi permette di affrontare con pace tutta la vita nel suo insieme. Quella pace che San Francesco ritrova anche nelle situazioni dure e la pace trovata da tutti i Santi che hanno saputo fare grandi cose. Non perché si ritenessero bravi e capaci, sottolinea il Pontefice, ma perché “conquistati dalla dolcezza pacificante dell’amore di Dio“.
La falsa consolazione
Tale consolazione è protesa verso il futuro, perché porta con sé la speranza e consente di prendere scelte e iniziative che fino a qual momento non si consideravano o erano rimandate. Papa Francesco insiste sul fatto che questa consolazione permette di non arrendersi davanti alle difficoltà. Il rischio però, sono le false consolazioni. Qualcosa, spiega il Santo Padre di simile: “A quanto capita nelle produzioni umane: ci sono gli originali e ci sono le imitazioni“. E allora il Pontefice chiarisce: “Se la consolazione autentica è come una goccia su una spugna, è soave e intima, le sue imitazioni sono più rumorose e appariscenti. Sono fuochi di paglia, senza consistenza, portano a ripiegarsi su sé stessi, e a non curarsi degli altri. La falsa consolazione alla fine ci lascia vuoti, lontani dal centro della nostra esistenza“.
È importante, dunque, non cadere nell’errore di cercare le consolazioni di Dio e non il Dio che consola, come diceva San Bernardo. La falsa consolazione può essere un pericolo perché può trasformarsi in ossessione. Invece, è fondamentale sapere distinguere: “Quando è una consolazione di Dio, che ti dà pace fino al fondo dell’anima, da quando è un entusiasmo passeggero che non è cattivo, ma non è la consolazione di Dio“.
L’appello di Papa Francesco
Al termine della catechesi sulla consolazione e prima di congedarsi da Piazza San Pietro il Santo Padre non dimentica di lanciare nuovi accorati appelli per la pace nel mondo. In riferimento ai Mondiali di Calcio che hanno preso avvio in Qatar, il Papa Francesco rivolge il suo saluto ai giocatori, ai tifosi e agli spettatori che seguono, dai vari Continenti, i campionati Mondiali. E coglie l’occasione per auspicare che questo evento sportivo possa: “Essere occasione di incontro e di armonia tra le Nazioni, favorendo la fratellanza e la pace tra i Popoli“.
“Preghiamo per la pace nel mondo e per la fine di tutti i conflitti – continua il Pontefice che, come sempre, ricorda nelle sue preghiere l’Ucraina – con un pensiero particolare per le terribili sofferenze del caro e martoriato popolo ucraino“. E a tal proposito ricorda che il prossimo sabato 26 novembre ricorre l’anniversario del terribile genocidio del Holodomor, lo sterminio per la fame nel 1932-33 causato artificiosamente da Stalin in Ucraina. “Preghiamo per le vittime di questo genocidio – conclude Bergoglio – e preghiamo per tanti ucraini, bambini, donne e anziani, bimbi, che oggi soffrono il martirio dell’aggressione“.