L’Udienza Generale del 30 novembre contiene l’invito di Papa Francesco ad imparare a leggere il “libro del nostro cuore“, per evitare di compiere scelte sbagliate. E, come in ogni catechesi, il Santo Padre non dimentica di rivolgere un nuovo appello per la pace in Ucraina.
L’Udienza Generale di mercoledì 30 novembre contiene il consueto momento di riflessione, che anche in questa settimana torna sul tema del discernimento. È una giornata intensa di emozioni quella che si celebra in Piazza San Pietro, dove la serietà della catechesi di Papa Francesco è armonizzata dalla presenza delle esibizioni di alcuni artisti circensi che arrivano dal Kenya e che sono accolti dal Santo Padre sul sagrato della basilica. Ma non manca il tempo dedicato alla preghiera e alla supplica per il ‘cessate il fuoco’ in Ucraina nelle parole del Pontefice che, anche in questa giornata, lancia un nuovo appello di pace.
La catechesi dell’Udienza Generale
Mercoledì 30 novembre la catechesi di Papa Francesco affronta, per la nona settimana, il tema del discernimento. In questa occasione il Santo Padre invita i fedeli in ascolto ad imparare a leggere il “libro del nostro cuore“, per evitare di compiere scelte sbagliate. Le tentazioni, infatti, si possono presentare in maniera subdola, celandosi dietro la falsa apparenza di essere il bene. Ma è importante saper distinguere uno spirito buono da uno spirito cattivo. Operazione possibile attraverso l’esame di coscienza; è questa, come ricorda il Papa: “La chiave per non permettere al male di contaminare i nostri pensieri“. Affinché questo sia possibile è importante che il principio, il mezzo e il fine siano orientati verso il bene. Ovvero, ogni azione deve essere compiuta perché mossa dal desiderio di realizzare qualcosa di bello e importante, che esuli dalla sola ed esclusiva realizzazione personale.
Come osserva il Papa: “Ad esempio, può capitare che mi impegni a fondo per un’opera bella e meritevole. Ma questo mi spinge a non pregare più, mi scopro sempre più aggressivo e incattivito, ritengo che tutto dipenda da me, fino a perdere fiducia in Dio. Qui evidentemente c’è l’azione dello spirito cattivo“. Questo è quello che, nel corso della catechesi in occasione dell’Udienza Generale, il Santo Padre definisce lo “stile del nemico“. Lo stile del diavolo, che c’è e agisce in maniera subdola. Il nemico maschera le sue azioni con quello che sta più a cuore all’altro, per attrarre, attirare a sé. “Il male entra di nascosto, senza che la persona se ne accorga. E con il tempo la soavità diventa durezza: quel pensiero si rivela per come è veramente“.
L’appello per l’Ucraina
Per evitare di essere attratti dal male, il Santo Padre invita conoscere in maniera approfondita sé stessi, ad apprendere dai propri errori, dalle proprie esperienze ad imparare a “leggersi” dentro nella maniera più vera e più intima. “Quanto più conosciamo noi stessi, tanto più avvertiamo da dove entra il cattivo spirito, le sue ‘password’. Le porte d’ingresso del nostro cuore, che sono i punti su cui siamo più sensibili, così da farvi attenzione per il futuro“. Perché se è giusto ammettere che ciascuno ha delle ‘vie d’accesso’ più fragili, dei punti sensibili, delle debolezze della propria personalità, è anche importante assicurarsi che queste debolezze non permettano l’accesso allo spirito cattivo. Per questo è fondamentale un esame di coscienza quotidiano, consiglia Papa Francesco: “La fatica preziosa di rileggere il vissuto sotto un particolare punto di vista“.
E prima di concludere, il Santo Padre, invita a riflettere su ciò che accade attorno a ciascuno di noi. Al modo attento o distratto con cui leggiamo giornali e al modo attento o distratto con cui leggiamo il nostro cuore. Solo aprendo gli occhi veramente è possibile operare per il bene e per la pace. E proprio il tema della pace risuona nei saluti finali di Papa Francesco che, ricordando la celebrazione odierna della Festa di Sant’Andrea (fratello di Simon Pietro) patrono della Chiesa di Costantinopoli, rivolge un nuovo appello per il popolo ucraino. E rivolgendo il suo speciale saluto al “caro fratello il Patriarca Bartolomeo I“, il Pontefice auspica che: “L’intercessione dei Santi fratelli apostoli Pietro e Andrea, conceda presto alla Chiesa di godere pienamente della sua unità e la pace al mondo intero. Specialmente in questo momento alla cara e martoriata Ucraina, sempre nel nostro cuore e nelle nostre preghiere“.