A oltre due mesi dalle elezioni è scontro aperto fra le forze politiche di opposizione e in particolare fra Calenda (Azione) e Letta (Partito Democratico).
A creare un solco è stato l’incontro del 29 novembre fra Carlo Calenda e Giorgia Meloni.
Dopo il faccia a faccia tra il leader del Terzo Polo e la premier sulla manovra, con le proposte del primo al vaglio di Palazzo Chigi, Letta parte all’attacco. “Si sono già proposti per sostituire Forza Italia” afferma. “Loro che sono stati votati per stare all’opposizione e che invece sono già pronti a passare in maggioranza“. La replica di Calenda, nel rimarcare che la sua forza politica non sosterrà questo esecutivo, è durissima. Quelle del segretario dem sono “fesserie di un uomo che non è più neanche capace di elaborare una strategia politica. L’opposizione, come si richiede in un grande paese europeo, si fa proponendo e non solo inseguendo i Cinque Stelle e urlando no a tutto“.
La manifestazione del PD
Le scintille tra Letta e Calenda fanno seguito a un diverso approccio alla manovra economica di bilancio del Governo maturato da giorni. Il PD, in polemica contro un documento definito “iniquo“, “un inno all’evasione fiscale“, ha annunciato prontamente una manifestazione in piazza a Roma il 17 di dicembre. Il Terzo Polo, invece, ha prima presentato la sua contromanovra e poi ottenuto un incontro con Meloni. “Prima di prendere appuntamento con Meloni – racconta Calenda – ho detto al Pd ‘vogliamo cercare di andare insieme con una proposta comune’? Letta non ha neanche risposto“.
Da parte sua il leader dem guarda avanti, al futuro dell’esecutivo e alla rifondazione del suo partito come “sinistra più forte e radicata“. “Questo – sostiene – è un Governo che naviga a vista e che già sta lavorando per sostituire i suoi alleati. Basti vedere l’incontro tra Giorgia Meloni e il Terzo Polo. Noi stiamo progettando un Partito Democratico europeista che sia in grado di fare opposizione dopo otto anni al governo“.
Calenda spacca la maggioranza
Tra le misure proposte da Azione-Iv maggiormente gradite a Palazzo Chigi ci sarebbe Industria 4.0, un pacchetto di misure che era stato il cavallo di battaglia di Calenda da ministro dello Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. Ma anche il pacchetto famiglia. Secondo il Terzo Polo un pezzo rilevante di Industria 4.0 si dovrebbe inserire nel capitolo della transizione ecologica e digitale del PNRR. Se il suggerimento sarà accolto da Meloni – preoccupata di perdere i fondi del Piano se non spesi – è però tutto da vedere. Comunque andrà a finire, la posizione di Calenda sta creando qualche malumore anche nella maggioranza. In primis dentro Forza Italia, dove i sospetti che il Terzo polo possa trasformarsi in una stampella per l’esecutivo in chiave anti-azzurri sono vivissimi.
E le sferzate del leader di Azione non fanno che rinfocolare i mal di pancia. “Ci sono amministratori di FI che stanno arrivando – annuncia Calenda a Porta a Porta da Bruno Vespa – se sono validi li prendiamo“. “È un provocatore nato, ma da parte nostra incassa solo quel che merita: indifferenza“, afferma l’azzurro Giorgio Mulè.