Covid, la Corte Costituzionale ribadisce l’obbligo vaccinale
Medici, sanitari e cittadini con più di 50 anni restano tenuti a vaccinarsi. E arrivano multe per 2 milioni
Mentre il Governo Meloni cerca di allentare i vincoli delle normative anti Covid, la Corte Costituzionale ribadisce l’obbligo del vaccino.
Ovvero quello che, dal 2021, riguarda i medici, ad esempio, e i cittadini con più di 50 anni.
No vax in piazza
E i no vax tornano a far sentire la loro voce con una protesta proprio davanti alla Consulta in nome della libertà di autodeterminazione. Si sono ritrovati in una cinquantina da tutta Italia, con cartelli e tricolori stretti al collo. La Corte ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni che ben 5 uffici giudiziari hanno posto ai supremi giudici. In particolare, la Corte ha ritenuto inammissibile – respingendola, dunque – la questione giuridica relativa all’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale. Secondo la Consulta, inoltre, non sono irragionevoli, né sproporzionate, le scelte che il legislatore ha adottato in piena pandemia. E ciò per quel che riguarda l’obbligo vaccinale del personale sanitario.
Ugualmente non fondate – per la Corte Costituzionale – sono altre questioni che gli uffici giudiziari hanno sollevato. Come quelle che riguardano la corresponsione di un assegno, a carico del datore di lavoro, per coloro che aveva ricevuto la sospensione in quanto inadempienti all’obbligo vaccinale. E ciò, sia per il personale sanitario che per quello scolastico. In sostanza, respingendo le questioni, la Corte ribadisce le normative che nel 2021 il Governo Draghi aveva varato e il Parlamento approvato.
Dalla Corte un colpo al Governo
Di fatto, sul piano giuridico arriva dalla Corte Costituzione un altolà al Governo. Proprio mentre Giorgia Meloni e i suoi ministri vogliono alleggerire le regole anti Covid. Nei giorni scorsi il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito la volontà dell’esecutivo di portare a breve in Parlamento un disegno di legge. Obiettivo: consentire ai positivi asintomatici di tornare alle proprie attività dopo 5 giorni di quarantena senza più un tampone finale negativo. E ancora prima, a inizio novembre, il Governo aveva già predisposto l’immediato stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario nonché il reintegro dei sanitari no-vax sospesi.
Multe a chi ha più di 50 anni
Scattano poi da venerdì 2 dicembre una montagna di sanzioni che sfiorano i 2 milioni di euro. Dovrà pagarle, spiega l’Ansa, chi era tenuto a vaccinarsi contro il Covid e non l’ha fatto. Scade infatti il termine di 180 giorni per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale. Si tratta di professori, operatori sanitari, forze dell’ordine e cittadini con più di 50 anni che dovranno pagare multe pari a 100 euro a testa. L’avversione al vaccino è stata più forte in alcune regioni. La maglia nera in termini di multe ai no vax over 50 va al Friuli Venezia Giulia. Seguono la Calabria e l’Abruzzo. Fra i territori dove invece la vaccinazione è andata forte ci sono Puglia, Lazio, Toscana e Molise. In queste regioni le persone che si sono vaccinate con almeno due dosi superano il 90% nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni.
Corte, le reazioni politiche
Di fronte alla decisione della Corte Costituzionale l’ex ministra del Governo Draghi, e ora senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, ha chiesto al Governo Meloni maggiore responsabilità. “L’esecutivo non faccia passi indietro e respinga il revisionismo no-vax” ha detto Gelmini, secondo quanto riporta l’Agi. Nei giorni scorsi proprio il leader di Azione, Carlo Calenda, si è incontrato con la premier Giorgia Meloni per discutere di possibili convergenze del Terzo Polo sulla manovra di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. Ma una politica di apertura ai no vax, sebbene non dichiarata, si ritorcerebbe contro le manovre di avvicinamento alla destra che Azione e Italia Viva di Matteo Renzi stanno portando avanti.