Angelus 4 dicembre, Papa Francesco: nuova preghiera per l’Ucraina
Nella seconda domenica d'Avvento il Pontefice si concentra sulla figura austera di Giovanni Battista
Nell’Angelus della seconda domenica di Avvento la riflessione di Papa Francesco si sofferma sulla figura di Giovanni Battista, guida scelta dalla Chiesa in questo periodo di preparazione al Natale. Al termine della Preghiera dell’Angelo il Santo Padre torna a rivolgere un accorato appello per il popolo ucraino.
Il 4 dicembre 2022 la Chiesa Cattolica celebra la seconda domenica d’Avvento. In questa occasione la riflessione di Papa Francesco, che precede l’Angelus, si sofferma sulla figura di Giovanni Battista, proposta proprio dal Vangelo odierno. Questo Santo è presentato come austero e rigido, eppure la Chiesa lo propone come guida durante il tempo di preparazione al Natale. Il Santo Padre rivela l’importanza di tale “compagno di viaggio” e invita a trovare sempre la forza di ricominciare, anche nelle situazioni avverse. Al termine della Preghiera dell’Angelo, nel centro di una Piazza San Pietro ‘vestita a festa’ in occasione delle festività natalizie, il Santo Padre torna a rivolgere il suo instancabile pensiero all’Ucraina in nuovo appello di pace.
La riflessione prima dell’Angelus e il pensiero all’Ucraina
Incentrando la sua riflessione prima della preghiera dell’Angelus sulla figura di Giovanni Battista, il Papa spiega subito che non si tratta di un uomo duro, ma di un uomo allergico all’ipocrisia, alla “doppiezza“, come la definisce il Pontefice. Il “pericolo più grave“, dice il Santo Padre parlando della falsità. “Per questo il Battista – come poi anche Gesù – è duro con gli ipocriti“. Ma questo atteggiamento non è da intuire come una condanna da parte del Battista e del Signore, ma di un desiderio a scuotere gli animi. Per stimolare il desiderio di confessare i propri peccati ed essere pronti a ricominciare nella giustizia. “È così: per accogliere Dio non importa la bravura, ma l’umiltà“. Riconoscersi peccatori e confessare sé stessi, i propri peccati, le proprie mancanze e le proprie ipocrisie. “Bisogna scendere dal piedistallo e immergersi nell’acqua del pentimento“.
L’atteggiamento di Giovanni Battista duro con i farisei che, sentendosi ‘realizzati’ perché discendenti dal padre Abramo guardano tutti dall’alto al basso, occorre a far riflettere. Una riflessione che, in questa catechesi che precede l’Angelus, si rivolge tutti e specialmente a quei Cristiani che guardano dall’alto in basso i peccatori, sentendosi migliori. “Dimentichiamo che soltanto in un caso è lecito guardare un altro dall’alto in basso: quando è necessario aiutarlo a sollevarsi“. Allora il Papa ricorda che il tempo d’Avvento è il tempo per togliere le maschere dietro cui tanti si nascondono millantando una falsa autosufficienza. Questo è il tempo di chiedere scusa, di confessare i peccati quelli più nascosti, di essere umili. Il tempo di iniziare una nuova vita. Perché come vuole sottolineare ancora il Santo Padre: “Con Gesù la possibilità di ricominciare c’è sempre: mai è troppo tardi, sempre c’è la possibilità di ricominciare. Abbiate coraggio“.
E prima di lasciare Piazza San Pietro vestita dello spirito natalizio, anche grazie all’Albero di Natale donato dalla Regione Abruzzo e il Presepe allestito dalla Regione Friuli Venezia Giulia, il Santo Padre non dimentica di ricordare il popolo ucraino. In questo tempo in cui si dovrebbe coltivare la pace e l’amore, cominciare a vivere una vita nuova, Papa Francesco lancia un accorato appello contro le guerre nel mondo. Nei suoi saluti dopo l’Angelus, infatti, il Pontefice ricorda la prossima festività dell’Immacolata che si celebra giovedì 8 dicembre. Ed è proprio all’intercessione di Maria Immacolata che chiede di affidare la preghiera per la pace: “Specialmente per il martoriato popolo ucraino“.